Madre Giovannina Franchi (Como, 24 giugno 1807 – 23 febbraio 1872) la fondatrice delle Suore Infermiere dell’Addolorata, Congregazione che da oltre un secolo e mezzo si occupa di assistenza medica e riabilitativa a Como (con l’Ospedale Valduce), in altre località della Lombardia, nello svizzero Canton Ticino e anche a Buenos Aires (Argentina), sarà beatificata sabato 20 settembre (vent’anni dopo l’apertura dell’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione a cura dell’allora vescovo monsignor Alessandro Maggiolini).
Madre Giovannina Franchi
Giovannina Franchi nasce a Como il 24 giugno 1807. Il padre, valente magistrato, è Giuseppe Franchi, la madre è Giuseppina Mazza. Viene battezzata in Cattedrale e riceve il sacramento della Confermazione nella cappella di San Michele, situata all’interno del Palazzo Vescovile.Giovannina trascorre la giovinezza in famiglia e dal 1814 al 1824 si forma nell’Educandato di San Carlo delle Suore Visitandine di Como. Rientra in famiglia a 18 anni; si dedica all’insegnamento del catechismo e alle opere di carità, sempre mostrando grande attenzione per le necessità del prossimo. Sollecitata dal suo direttore spirituale, il canonico Giovanni Crotti, nel 1853 Giovannina comincia il suo cammino di totale dedizione ai fratelli sofferenti.Si spoglia delle sue ricchezze mettendole a disposizione dei bisognosi e apre in via Vitani, con tre compagne, la prima Casa di accoglienza per ammalati e convalescenti, prestando assistenza a domicilio a coloro che non potevano essere accolti nel nosocomio della città. Si reca così nei quartieri più disagiati di Como per portare aiuto agli ammalati nelle loro abitazioni, affrontando coraggiosamente ogni difficoltà. Madre Giovannina, che indossa per prima tra le consorelle l’abito religioso, affida alla protezione della Vergine Addolorata la Pia Unione delle Sorelle Infermiere che si applicano alla cura fisica e morale degli infermi: è con questo spirito che vengono accolti e assistiti malati, poveri, anziani, persone sole e senza tetto.Madre Franchi stilò per sè e le sue consorelle una Regola di vita essenziale: «prediligere i malati gravi e moribondi, perché più soli e più vicini all’incontro con Dio; considerare la viva presenza di Cristo nell’Eucaristia e nella persona sofferente; mostrarsi coraggiose e umili nel tempo stesso, pazienti e cortesi nelle maniere, amanti del silenzio e della fatica, ben disposte all’assistenza degli infermi e a qualunque opera di carità, senza eccezione di alcun ufficio, anche se faticoso e ributtante». Ad approvare tale Regola fu il vescovo Giuseppe Marzorati. Durante i periodi in cui la città di Como è colpita dal colera e dal vaiolo nero, che compiono strage tra la popolazione, le suore sono esempio di vivo amore ed esemplare pietà evangelica. Per Madre Giovannina la Casa delle Sorelle Infermiere deve essere una copia della casa di Marta e di Maddalena sorelle di Lazzaro. È Madre Giovannina a sostenere che la carità del prossimo debba essere un amore universale, che tutti abbraccia nel Signore e non esclude nessuno. Dopo aver dedicato interamente la sua vita all’aiuto generoso dei bisognosi, colpita dal vaiolo per contagio nella cura degli infermi, Giovannina Franchi si spegne il 23 febbraio del 1872. Nell’annuncio delle consorelle per la sua morte si legge: “Oggi, giorno 23 febbraio, cadde un seme ch’era il sostegno di tutte noi e di tutti i poveri della Città”.
Il volumetto
Per approfondire la figura di madre Franchi, comprendere la sua opera, contestualizzarla e capirne sia le radici sia l’attualità, Il Settimanale della diocesi ha realizzato un agile volumetto, con i testi introduttivi a firma del Vescovo, monsignor Diego Coletti, della Superiora generale, suor Emanuela Bianchini, e un breve saggio storico di monsignor Saverio Xeres. La biografia di madre Franchi è a cura di Anna Girola Picchi (dal titolo “La carità nella città”). In appendice: la descrizione del miracolo che ha portato alla beatificazione, le riflessioni di monsignor Attilio Mazzola (vicario episcopale per la Vita Consacrata), padre Fausto Negrini (direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute) e Roberto Bernasconi (direttore della Caritas diocesana). Arricchiscono la pubblicazione le immagini dei quadri sulla vita e le opere di madre Giovannina Franchi realizzati da suor Beniamina Bonesso, religiosa della Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata.