Consulta diocesana delle aggregazioni laicali
UN CONTRIBUTO AI LAVORI DEL SINODO
La Consulta diocesana delle aggregazioni laicali partecipa ai lavori del Sinodo diocesano con i rappresentanti delle diverse aggregazioni e con i membri della Giunta. Il presidente della stessa Giunta Cdal è membro del Consiglio di presidenza del Sinodo. Pubblichiamo il contributo che la Giunta Cdal aveva inviato alla Segreteria del Sinodo a fine 2020 in un tempo reso particolarmente difficile dalla pandemia.
La Consulta diocesana delle aggregazioni laicali è sempre più convinta che il Sinodo sia una occasione per dare vita a un’autentica corresponsabilità ecclesiale che superi l’autoreferenzialità e faccia crescere il dialogo Chiesa e Mondo. Una convinzione che nel tempo della pandemia si è ancor più rafforzata. Anche quanto emerso nella fase sinodale della consultazione e in quella che ha portato all’Instrumentum laboris è stato riletto come una ricchezza da declinare con la complessità dell’oggi. Rispondendo alla lettera che il vescovo Oscar ha rivolto ai Sinodali il 9 novembre, la Giunta della Cdal ha scritto: “Lei ricorda che nella fraternità sono il valore e lo stile del nostro cammino di Chiesa impegnata nel Sinodo e di questo Suo richiamo siamo particolarmente grati perché anche nell’esperienza del laicato la fraternità è a fondamento di quella corresponsabilità ecclesiale che il Sinodo invita a rendere sempre più salda, condivisa e generativa di Misericordia”.
Non può sfuggire che questa fraternità si riflette anche sulla società, spesso attraversata da egoismi e chiusure, e la invita a lottare contro le molteplici diseguaglianze che la feriscono e umiliano. In questa realtà gli adulti devono essere consapevoli di avere su di loro “gli occhi semplici” dei bambini, dei ragazzi e dei giovani che in un tempo incerto cercano in loro segnali di speranza, di futuro. In verità sono spesso le nuove generazioni a interrogare gli adulti sulle loro fragilità e sulla loro frequente incapacità di dire con la vita le ragioni della speranza cristiana. Si tratta dunque di imparare dai giovani che sempre più si rivelano costruttori di futuro. Un piccolo esempio locale viene dal Laboratorio Bene Comune che formato da ragazzi e ragazze si affianca alla Cdal nel pensare e nell’agire da cristiani nel mondo. Viene alla mente al riguardo di questo impegno condiviso un pensiero di don bruno Maggioni: siamo chiamati a leggere il Vangelo con le lenti della storia e a leggere la storia con le lenti del Vangelo.
Il Sinodo, come sappiamo, non è una cattedra di pochi, è una grande palestra nella quale ci si allena tutti nel dialogo tra fede e vita, fede e cultura, e insieme si cercano le risposte alle domande più profonde dell’uomo di questo tempo. Condividiamo la preoccupazione del nostro Vescovo per le comprensibili incertezze e perplessità che a tratti attraversano il cammino sinodale e facciamo nostro il suo appello a “mantenere ancor più vivo un responsabile coinvolgimento personale”. Il suo è un richiamo forte alla responsabilità di ognuno nell’avere chiara la meta del Sinodo per non smarrire la direzione del cammino, per superare quelle difficoltà e quei limiti che si presentano con maggior intensità nei momenti dell’incertezza. Ci sembra un invito tenere viva una coscienza critica costruttiva mettendosi in costante ascolto di quanto dice lo Spirito. Ancora una volta risuona la sollecitazione a camminare insieme: nessuno, nessun gruppo, nessuna comunità raggiungeranno da soli la meta racchiusa nell’immagine di una Chiesa in uscita. Vorremmo a questo riguardo fare un accenno al senso della “fatica” che si avverte in particolar modo nel tempo della pandemia. Dobbiamo sempre distinguere la fatica che toglie il respiro e rende incerto il passo dalla fatica di chi si pone sulle spalle “il giogo leggero” di cui parla Gesù, la fatica apostolica.
La Cdal ha posto, prima a sé stessa che agli altri, il tema del rapporto tra il territorio, come luogo in cui l’esperienza ecclesiale si sviluppa, e gli ambienti dove ogni giorno si snoda la vita dei credenti. Il dialogo tra queste due realtà, diverse ma non separate, risente di fenomeni religiosi, culturali e sociali che sempre più incidono sulle rispettive identità. I loro riflessi sono evidenti anche sul nostro territorio ed evidenziano, accanto ad aspetti positivi, la crescita di diseguaglianze, di povertà, di individualismi. Riflettendo sulla realtà sociale la Cdal ha voluto condividere l’esperienza del “Fondo diocesano di solidarietà famiglia lavoro. In memoria di don Renato Lanzetti e delle vittime del coronavirus”. Duplice l’impegno in questa esperienza: una risposta immediata alla “povertà da Covid” coinvolgendo anche realtà non ecclesiali e una proposta di alleanze per cercare insieme risposte al disagio sociale, alla crisi economica, alla perdita di lavoro che stanno emergendo anche dalle oltre 200 situazioni personali e familiari che il Comitato del fondo ha fino a oggi esaminato.
La Misericordia percorre le vie delle risposte tempestive all’emergenza ma anche le impegnative vie della rimozione delle cause delle povertà, delle ingiustizie delle ineguaglianze. In questa direzione la Cdal avanza una proposta concreta al Sinodo (alla luce delle due ultime encicliche di papa Francesco e del magistero del vescovo Oscar): avviare un confronto permanente su temi e problemi del territorio, anche con soggetti non ecclesiali, al fine di concretizzare in scelte comuni ed efficaci il tema della solidarietà e quello del bene comune. In questa direzione, sia per esperienze precedenti sul territorio sia per iniziative collegate al Fondo di Solidarietà, la Cdal sta valutando la prospettiva di una Settimana sociale della diocesi di Como anche raccogliendo i risultati della Settimana sociale dei cattolici italiani che si terrà a Taranto nell’autunno 2021. La Cdal pensa a una Settimana sociale che, come un frutto del Sinodo, non sia un evento da celebrare ma un percorso fatto di pensieri, scelte, alleanze. In questo progetto è primo segno di corresponsabilità il procedere con la Pastorale sociale della Diocesi.
La Cdal, organismo ecclesiale ha una storia più che ventennale e dal dicembre 2017 ha rinnovato il suo servizio secondo le linee indicate dal vescovo Oscar. Dal decreto vescovile di approvazione dello Statuto della Consulta si coglie che questa non è una struttura in più ma un “luogo” di relazioni fraterne, di unità dei distinti, di dialogo e discernimento, di servizio alla comunione e alla missione. Lo spirito che anima questa esperienza viene dall’appello paolino a gareggiare nello stimarsi a vicenda come sempre più avviene anche nell’esperienza del Sinodo. E’ importante rilevare che le singole aggregazioni laicali hanno compiuto in questi anni nei rispettivi campi di impegno. Ed è importante ribadire che il carisma di ognuna è ricchezza da valorizzare e il lavorare insieme non toglie ma aggiunge valore a ogni specificità.
Essere fratelli non significa allinearsi e appiattirsi ma mettersi in gioco con le proprie idee, i propri progetti, i propri percorsi. Significa farsi e sentirsi poveri cioè avere bisogno dell’altro per crescere. Le scelte degli umili sono spesso scelte profetiche, sono cioè capaci di far nascere il desiderio di Dio che è Padre, che è Misericordia. In queste scelte si riflettono le testimonianze dei due prossimi beati, suor Maria Laura Mainetti e padre Giuseppe Ambrosoli alle quali si affianca quella di don Roberto Malgesini: non sono testimonianze da conservare ma da custodire. Custodire significa farle crescere in un tempo diverso da quello in cui si sono compiute. Con questo spirito la Cdal, attraverso i laici di diverse aggregazioni, partecipa ai Circoli sinodali territoriali e ritiene che questa dimensione di lavoro sia positiva e lo possa essere ancor più se tali momenti di discernimento verranno maggiormente condivisi con una comunicazione tempestiva e sobria che consenta di motivare e incoraggiare un cammino che è comune e nello stesso tempo fatto di diversità.
Nel contesto territoriale la corresponsabilità ecclesiale viene messa alla prova e può evitare una sorta di strabismo ecclesiale che impegna volentieri i laici all’interno della comunità cristiana ma non altrettanto li accompagna quando sul territorio si impegnano sul terreno della politica, un terreno missionario non estraneo alla Misericordia che non è indifferente alla giustizia sociale, all’amicizia sociale, alla lotta alle diseguaglianze, alla tutela della dignità dell’uomo anche di quello che viene da altre terre, altre storie, altre religioni. La corresponsabilità non può venire meno quando riflettendo sui fatti di ogni giorno emerge la necessità di risvegliare la coscienza della comunità cristiana sulle questioni sociali e sulle sfide culturali.
C’è un riferimento importante per realizzare un progetto sul territorio in questa direzione ed è il Settimanale della diocesi. La Cdal ritiene importante proporre un percorso che valorizzi l’esistente (centri culturali, redazioni dei bollettini parrocchiali, associazioni culturali…) e nello stesso tempo coinvolga con creatività nuove risorse perché il pensiero, dono e responsabilità, ritorni a essere una priorità della comunità cristiana. La formazione della coscienza, così come intesa nella Gaudium et spes (n. 16), è per la Cdal un servizio, che il Sinodo motiva e incoraggia, alla nostra Chiesa e alla nostra Città. Un servizio in cui spendersi con la convinzione che in una coscienza illuminata dalla fede la Misericordia si rivela in tutta la sua grandezza, in tutta la sua bellezza, in tutta la sua operosità.
Como, 12 dicembre 2020