Monteolimpino, 1° novembre 2024

150 anni con le Suore Maestre di S. Dorotea

L'omelia del Vescovo

“Vidi una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide”. E’ uno squarcio di cielo che si apre davanti a noi, una immagine della Gerusalemme celeste dive miriadi di fratelli ci hanno preceduto e cantano la gloria di Dio”.

L’immagine del caleidoscopio rende perfettamente la gioiosa realtà che l’Apocalisse di Giovanni ci ha rivelato nella prima lettura. Le vite di tanti Santi, nostri fratelli e sorelle, provenienti da ogni luogo e di ogni condizione sociale, si mescolano tra di loro, formando disegni sempre nuovi, pieni di colori e di bellezza. Si diventa amici di Dio utilizzando i doni più svariati che Egli distribuisce con larghezza, dentro le occasioni che la storia suscita e ognuno a suo modo partecipa della ricchezza degli altri, mentre sottolinea i propri per l’edificazione comune.

Così oggi, celebrando la festa di tutti i Santi, esaltiamo la magnificenza del Signore, che brilla nelle risposte d’amore che i suoi amici, in tutti i tempi della storia della Chiesa, hanno saputo accogliere e diffondere.

Solo in paradiso verremo a conoscenza di tutto il bene che gli amici di Dio hanno ricevuto dalla sua bontà e che hanno saputo valorizzare nel corso della loro esistenza, dando gloria alla bontà misericordiosa del nostro Dio. E ciò vale anche per noi.

Il bene, tutto il bene, una volta seminato, produce sempre frutto e si diffonde, anche quando è invisibile ai nostri occhi. Dio accoglie e moltiplica il nostro impegno, le nostre fatiche, i nostri slanci generosi di bontà, anche i nostri sacrifici, che diventano una offerta viva a lode della sua gloria, a nostra insaputa, anche quando ci sembra di aver seminato senza esiti immediati.

Questa mattina vogliamo ricordare, in modo particolare, il bene seminato con larghezza d’amore da una famiglia religiosa, le Suore Maestre di santa Dorotea, che nel corso della storia si sono succedute nella nostra Chiesa e hanno testimoniato ampiamente il dono e la grazia del carisma del loro fondatore, don Luca Passi, un sacerdote bergamasco (1789-1866), testimone della carità evangelica.

Alcune sorelle di questo Istituto, riunite in un clima di famiglia con bambini e adolescenti in difficoltà, sono presenti, come sapete, in questa Comunità parrocchiale, e continuano a seminare amore, tenerezza e rispetto, cura amorevole per chi è distaccato dalla famiglia naturale, proponendo il loro stile di vita anche a tanti amici e amiche, a tante famiglie, che imparano da queste nostre sorelle a dilatare il loro sguardo, aprendosi alla ospitalità e alla accoglienza dei figli degli altri.

Vogliamo inoltre fare memoria del tanto bene promosso da questa famiglia religiosa nel corso di centocinquant’anni dentro gli spazi della nostra vasta diocesi. Basta ricordare il nome di alcune località, Como, Monte Olimpino, Ponte Chiasso, Cermenate, Azzio, Torno, fino a Sondrio e Tirano, ma anche nel Canton Ticino, un tempo diocesi di Como: in queste parrocchie don Passi ha avuto modo di seminare il Vangelo e qui le sue figlie hanno continuato la sua opera.

Noi cresciamo nella fede perché conquistati dalla testimonianza d’amore e di servizio che altri hanno prodotto nel tempo e ne restiamo ammirati. Abbiamo tra noi la prova visibile che il bene non si consuma, il buon profumo di Cristo si diffonde attraverso lo slancio di chi non si scoraggia, né si arretra di fronte alle difficoltà. La carità è più forte del male che sembra prevalere nel mondo in questo nostro tempo, ma continua a generare altro bene, a beneficio di quanti hanno fame di essere amati e trovano ancora chi racconta loro, non a parole, ma con fatti concreti, la ricchezza della carità di Cristo.

Oscar card. Cantoni

 Vescovo di Como

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