Comunicazione al Consiglio pastorale diocesano

Il Sinodo diocesano: una Chiesa in ascolto dello Spirito Santo

  1. Il nostro compito come cristiani oggi: servire il mondo, la società di oggi, nel nostro ambiente di vita, offrendo con umiltà ciò che di più profondo ci appartiene, cioè annunciando la Misericordia di Dio, accolta per grazia, prima di tutto in noi stessi e quindi partecipata agli altri.
  2. Dobbiamo essere convinti che testimoniare e annunciare la Misericordia di Dio è il servizio più alto che possiamo offrire oggi. In questo consiste la missionarietà della Chiesa, questo è il compito della “Chiesa in uscita”, come impegno esigente vissuto da tutti i battezzati.
  3. L’uomo di oggi ha estremamente bisogno della Misericordia di Dio perché ha fame di essere amato, accolto, perdonato. La misericordia di Dio è “amore in eccesso“, così tutti ne possono sperimentare. Noi non possiamo tacere la Misericordia che Dio ha usato nei nostri confronti e così la possiamo portare, la raccontiamo agli uomini del nostro tempo.
  4. E’ solo l’uomo di oggi;

– vive un forte individualismo (ciascuno per se stesso), in un mondo secolarizzato;

– anche se cerca la felicità, spesso avverte, tuttavia, solo gioie effimere;

–  è usato dalla società finché rende, quando è giovane, se è sano, ecc., poi è scartato.

– anche se vive nella ricchezza, avverte che questa non gli basta.

– vive tanti conflitti interiori che lo dividono e lo separano dagli altri.

– nonostante l’indifferenza religiosa, che pone fuori campo il problema stesso di Dio, non mancano diffuse esigenze di spiritualità autentica: il cuore dell’uomo è ancora toccato e interpellato da Dio.

  1. Perché la nostra testimonianza nell’annuncio della Misericordia (rivelazione del vero volto di Dio) sia efficace, e sia espressione non dell’impegno di pochi, ma del coinvolgimento di tutti, è necessario invocare insieme lo Spirito Santo, che parla a noi in tanti modi, a partire dalla Parola di Dio e dai fatti della storia di oggi. Lo Spirito parla anche ai non dotti, agli anziani come ai giovani.
  2. Ecco allora la proposta di un Sinodo.

Questa esperienza non è intesa come una passerella di ricette umane, offerte dai più intelligenti, e nemmeno un elenco di ipotesi da confrontare, ma un tempo di preghiera, di ascolto e di discernimento per capire nella fede ciò che lo Spirito Santo ci chiede oggi, come singoli, ma anche e soprattutto come comunità.

  1. Ci vuole molta umiltà, ma insieme grande capacità di ascolto, di discernimento comunitario, di chiaroveggenza, per sintonizzarci con lo Spirito del Signore. Se siamo tutti concentrati nel Signore, sapremo individuare le strade giuste, perché lo Spirito parla a ciascuno, rispettando la sua originalità, ma per il bene di tutti.
  2. Lo Spirito Santo ci dirà non ciò che è scontato, che va bene sempre, in ogni epoca della storia della Chiesa, e dappertutto nel mondo, ma ciò che è utile per evangelizzare il nostro tempo, per portare l’annuncio della Misericordia nel nostro ambiente di vita.
  3. Ci dirà cosa è necessario perché le nostre Comunità siano capaci di evangelizzare, siano in grado di educare i vari membri del popolo di Dio (famiglie, giovani, poveri, sacerdoti) a testimoniare attivamente la misericordia di Dio. Oggi il mondo è attratto dalla Comunità cristiana solo se vede e sperimenta i segni concreti di questa Misericordia. Se li vede, crede. “Il cristianesimo non è opera di persuasione, ma di grandezza” (s.Ignazio di Antiochia).
  4. Cosa si attende il vescovo dal Consiglio Pastorale diocesano?
    • che sia la “cinghia di trasmissione” per portare questi contenuti alle diverse realtà di appartenenza, a partire dalle parrocchie e dai vicariati, dai movimenti, associazioni e gruppi, dalla vita consacrata,  perché il Sinodo sia accolto come una vera opportunità, una grande grazia del  Signore.
    • Se è vero che tutti nella Chiesa hanno diritto di parola, è però necessario che il popolo di Dio ne sia informato, coinvolto, ma anche “infervorato”. I membri del CPD, attraverso la loro presenza nel consiglio pastorale vicariale e parrocchiale, siano capaci di stabilire relazioni fraterne perché tutti siano partecipi della grazia del  Signore che giunge a noi proprio attraverso il Sinodo.
    • I membri del CPD siano propositivi perché tutti i cristiani, anche quelli che non frequentano abitualmente la Chiesa, sostengano il Sinodo a partire dalla preghiera (anche i malati), e siano facilitati a rispondere, non solo comunitariamente, ma anche singolarmente.
    • Dopo il lavoro laborioso della Commissione preparatoria, ora è il tempo del coinvolgimento capillare, tempo di comune impegno, preghiera e discernimento. La maturità della nostra Chiesa  emerge già se ci sarà una partecipazione generosa da parte di tante persone, di ogni età e categoria vocazionale, e se sapremo davvero coinvolgerle.
    • Voi potete aiutare a creare un clima di questa portata, dialogando anche presso i vostri sacerdoti.

 

  • In questo modo il Consiglio Pastorale diocesano si propone come la struttura permanente più propizia all’attuazione della sinodalità nella nostra Chiesa.

 

 

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