Referendum, il valore di un voto

17 settembre 2020 – Il 20 e 21 settembre si terrà il referendum confermativo della legge costituzionale che prevede la riduzione di circa un terzo del numero dei componenti delle Camere. Ognuno e ognuna di noi sarà chiamato a esprimere la propria scelta consapevole delle conseguenze che essa comporterà in termini di efficienza e credibilità del Parlamento, di rappresentanza dei cittadini, di fiducia nelle istituzioni, di risparmio economico.

Il voto presuppone la conoscenza approfondita della Costituzione e una seria valutazione dei pro e dei contro il taglio del numero dei parlamentari.
Una prima considerazione è che anche l’imminente consultazione riguarda il futuro della democrazia nel nostro Paese e questo motiva l’invito a recarsi alle urne in segno di una responsabilità personale e sociale messa alla prova in tempi difficili e incerti come sono gli attuali.
Il dibattito politico si è molto acceso sul tema di questo referendum ma, purtroppo, non sempre è sfuggito alle derive dell’ideologia, dello schieramento, dell’approssimazione.

Il percorso culturale che precede e accompagna quello politico esige un risveglio della coscienza dei cittadini che in diversi campi del vivere personale e sociale hanno dovuto far fronte a sfide inedite. Il futuro di un Paese, in particolare quello delle sue nuove generazioni, chiede una ricostruzione della politica a partire da quella di un territorio sempre più connesso e chiamato a misurarsi con la globalizzazione, con la mobilità umana, con lo sviluppo della tecnologia e della scienza, con le domande di giustizia, con la questione ambientale.

Questo referendum costituzionale è dunque un’occasione importante per ricondurre la politica alla sua dignità e al suo compito; può essere un passaggio dalla doverosa denuncia di una cattiva politica alla altrettanto doverosa costruzione di una buona politica.
L’invito al voto referendario si declina con l’invito a rilanciare il pensiero e l’impegno per una democrazia che abbia come irrinunciabile obiettivo la costruzione del bene comune.

La Giunta della Consulta diocesana della aggregazioni laicali 

Paolo Bustaffa (Ac); Emanuele Cantaluppi (Acli); Angelo Vavassori e Saverio Lietti (Movimento Adulti Scout/Masci); Mara Maggi (Movimento Focolari); Giovanni Giambattista (Forum Famiglie Como); Giuseppe Botturi (Comunione e liberazione); Laura Casartelli (Cif)

 

Cos’è la Cdal

La Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali (Cdal) è un organismo ecclesiale rappresentativo del laicato cattolico che in modo organizzato vive l’esperienza ecclesiale e nel contempo è impegnato in ambiti culturali, educativi, sociali, professionali.
La Cdal è un “luogo” di pensiero, di discernimento e di iniziativa che, nella valorizzazione delle diversità delle componenti, condivide nella Chiesa e nella Città l’impegno per il bene comune nelle sue dimensioni spirituali e materiali.
In questa prospettiva la Cdal coltiva il dialogo con tutti coloro che hanno a cuore la tutela e la promozione della dignità e dei diritti delle persone, delle famiglie, delle comunità. Della Cdal della diocesi di Como, il cui Statuto e stato approvato dal Vescovo mons. Oscar Cantoni il 1° dicembre 2017, fanno parte oltre cinquanta associazioni, movimenti, gruppi, comunità, centri culturali. Il suo direttivo viene eletto dall’assemblea delle aggregazioni e dura in carica tre anni.

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