E’ risuonato l’invito alla conversione che fin da questo primo giorno di Quaresima ci ha raggiunto attraverso la Parola di Dio. Lo Spirito Santo, dolce consolatore, ci aiuti a comprendere per quali vie in questo nostro tempo passa la nostra personale conversione al Vangelo.
C’è un Padre che ci aspetta, misericordioso e pietoso, pronto a liberarci dal male che ci opprime. Un padre che già ci fa gustare, anticipandoli, in questo tempo santo, i frutti della Pasqua del suo Figlio: questa è la grande certezza rassicurante.
Con l’Apostolo Paolo, siamo esortati a non accogliere invano la grazia di Dio, come se questo tempo non avesse in sé una risorsa particolare, unica, frutto di una speciale grazia di Dio, di cui possiamo fare esperienza fin da subito nella nostra vita personale e comunitaria. Si tratta di un “tempo santo” che ci è donato, per l’oggi della nostra vita.
Chiediamo nella preghiera la grazia di non rimanere insensibili di fronte a questa nuova opportunità che il Signore ci offre, di non considerare questo tempo come una semplice data di calendario, che non va però ad intaccare la nostra struttura interiore. Come sapete, al celebrante è data facoltà di scegliere uno dei due inviti alla conversione.
Un primo è “Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai“. In questi mesi ci ha pensato abbondantemente, e senza riguardi né sconti, il corona virus a convincerci circa la verità di questa affermazione. Siamo pieni di fragilità e di debolezza e ci auguriamo che questo nostro stato sia ben riconosciuto per poterci mettere, con confidenza di figli, nelle salde mani di Dio, senza crederci noi i padroni assoluti di noi stessi e del mondo creato, senza attribuire un eccessiva fiducia ai soli mezzi offerti dalla tecnica o dalle scienze.
La seconda acclamazione mi sembra ancor più opportuna e pregnante: “Convertitevi e credete nel Vangelo“. Ossia, dice il Signore, fidatevi di me e della mia parola, del mio modo di pensare e di vivere, non dei criteri del mondo. Seguendo me sperimenterete la vita piena, un nuovo modo di essere e di operare. Molto diverso dai criteri mondani di cui, anche senza pensarci, siamo fin troppo avvolti e condizionati. Solo il Vangelo è capace di assicurare la vera vita piena, la fraternità e la gioia.
Il Signore ci liberi da un cristianesimo di sola facciata, in cui manca, però, l’adesione convinta del cuore. Come è riassunto nelle dure affermazione di Gesù rivolte ai suoi discepoli, tanto simili ai farisei del loro tempo. Un cristianesimo, cioè, fatto di esteriorità, in cui manca, però, una vera e decisa adesione interiore.
Il fariseismo, combattuto da Gesù, si manifesta anche oggi in tante forme e si sviluppa presso tutte le categorie delle persone. Sfiora e tenta anche noi, persone a volte più interessate a difendere noi stessi, le nostre apparenze esteriori, piuttosto che tendere ad aderire interiormente a quanto il Signore vuole realizzare in noi e attraverso di noi con la sua grazia.
Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. I suoi appelli sono dolci richiami, anche se a volte severi, perché Egli si prende cura di noi e vuole per noi la pienezza della vita.
Non lasciamo passare invano, una volta ancora, la grazia di Dio!