Caro don Romeo e cari parrocchiani di Cosio,
solo pochi mesi fa immettevo don Romeo come parroco nella vicina Regoledo: era il 27 novembre 2020. Oggi ci ritroviamo di nuovo con lui perché la sua famiglia parrocchiale, come da antico progetto, si allarga e questa vostra Comunità di Cosio ritrova di nuovo un padre, che vi assicuro attento e premuroso, capace di ascolto e di dialogo, di apertura verso tutti.
Un padre che vi aiuterà a crescere nella fede e vi confermerà nell’amore reciproco, richiamandovi all’unità, nel rispetto delle differenze.
Non è un fatto burocratico la ripartenza di questa vostra comunità, ma è anche la prova che non siete stati lasciati soli, dopo la partenza di don Francesco.
I confini parrocchiali, come già sapete, verranno dilatati: è l’offerta di una grande opportunità. A condizione, però, di imparare ad allargare gli spazi del cuore, così che ci sia uno spazio per tutti e per ciascuno.
Due comunità, Cosio e Regoledo, cammineranno insieme, non in competizione, ma testimoniando l’amore fraterno e solidale, condizioni questo per testimoniare al mondo che l’unità è possibile ed è non una perdita, bensì una grande ricchezza.
Lo esigono i tempi e le evidenze numeriche innanzitutto. Si pensi che dal 2018 a oggi abbiamo perso una quarantina di sacerdoti, per cui è necessaria, anzi indispensabile, una progressiva ridistribuzione organica della presenza dei sacerdoti sul nostro vasto territorio diocesano.
Lo esige soprattutto l’urgenza del dovere primario per noi cristiani di testimoniare al mondo che l’unità è un grande valore possibile e che di questa testimonianza tutti i battezzati (non solo i sacerdoti!) sono chiamati ad offrire in una convergenza di unità di intenti.
Unità dice stima, fiducia tra le persone, collaborazione continua e non solo episodica. Unità esprime donazione reciproca, solidarietà concreta, aiuto responsabile. Unità è espressione di viva fraternità, rinuncia a tenere gelosamente tutto per sé, ma scambio delle proprie ricchezze e accoglienza grata di quelle altrui.
Unità dice impegnarsi a dare e a ricevere. Nessuna comunità è tanto povera da non poter impegnarsi a donare e condividere ciò che essa possiede. D’altra parte, nessuna parrocchia è tanto ricca da non avere nulla da ricevere. Questo che avviamo è uno stile di Chiesa che cerca, in tutta modestia, di proporre al mondo un valore alto e prezioso per aiutarci a rendere la vita insieme più bella, significativa e feconda.
Questo auguro ai cari parrocchiani di Cosio quale prova matura di un cammino precedente, fondato sul riconoscimento delle persone come amate da Dio e quindi degne di piena accoglienza e di intensa solidarietà, come vi ha insegnato don Francesco Quadrio, che saluto e di nuovo ringrazio per la sua opera apostolica in mezzo a voi.
Vorrei che voi tutti, parrocchiani di Cosio, accoglieste quindi come un vero dono di Dio il vostro nuovo parroco e tra poco anche il nuovo collaboratore, don Remo Orsini, che cominceranno insieme a testimoniare per primi l’unità che ho raccomandato tra voi e la parrocchia vicina di Regoledo, che tra l’altro è già parte dello stesso territorio civico.
Insieme sarete in sintonia con l’intero territorio, in particolare con Morbegno, per vivere scelte pastorali comuni, nella stima e nella fiducia, portando molto frutto.
Questo vi auguro e per questo vi raccomando al Signore. Pregate anche voi per me e per il mio ministero a servizio dell’unità.
+ Oscar Cantoni, vescovo