Carissimi fedeli della Comunità cristiana di Capiago,
questi lunghi mesi di attesa del vostro nuovo parroco, don Angelo Pellegrini, si concludono proprio questa sera, vigilia di Pentecoste. Si è trattato di una lunga, grande vigilia, che sfocia però, non casualmente, nel giorno in cui lo Spirito santo è sceso sugli apostoli, riuniti con Maria, nel cenacolo di Gerusalemme.
Lo Spirito Santo è il dono pasquale che Cristo ha invocato dal Padre per i suoi discepoli, perché potessero continuare la sua stessa missione. È lo Spirito Santo che mantiene viva la Chiesa, che si manifesta ancor oggi qui, in questa comunità parrocchiale, perché tutti i battezzati si caratterizzino come discepoli missionari, diffondendo il Regno di Dio a tutti gli uomini, mediante i doni e i carismi ricevuti.
E’ questo il compito a cui tutti voi siete chiamati a sviluppare, insieme con il vostro nuovo pastore, don Angelo Pellegrini, in pieno e reciproco accordo, in questo tempo così impegnativo, che richiede certamente un rinnovamento, anche nei metodi pastorali.
Ci conforta lo Spirito Santo, che oggi scende di nuovo in abbondanza su questa vostra bella e vivace comunità di Capiago perché tutti insieme, discepoli e pastori, nel rispetto delle competenze di ciascuno e nella sincera accoglienza della diversità altrui, possiate sviluppare il cammino di Chiesa, già ben tracciato nel tempo nei solchi di questa terra dalle “radici sante”, dove molti vostri compaesani hanno amato, seguito e testimoniato Gesù, ovunque, attraverso la loro parola e nella pluralità del loro servizio particolare. Ricordo in particolare i sacerdoti scaturiti da questa Comunità, a partire da don Mario, che in questi mesi ha accompagnato il vostro cammino di fede, insieme a don Alfonso Rossi e i Padri Dehoniani: li ringrazio tutti per la loro piena e attiva disponibilità.
Lo Spirito Santo è armonia, distribuisce con fantasia i suoi doni, e proprio mediante le diversità, costruisce l’unità, cosi che tutti possano avanzare insieme, in un comune accordo, in piena sintonia con tutta la Chiesa di Como e con il vostro Vicariato. Questo è il compito comune: annunciare al mondo la gioia di essere amati da Dio, accolti come suoi figli, e nello stesso tempo, con l’impegno di costruire una vera fraternità con tutti, a partire dai più bisognosi di attenzioni e di cure.
Vi so molto impegnati nel cammino di Chiesa che stiamo vivendo in questo periodo e lo fate con grande generosità ed entusiasmo. Ricordate che la Chiesa non è una organizzazione umanitaria, né si fonda su progetti preordinati, ma innanzitutto è famiglia di Dio che genera figli, disposti ad annunciare le meraviglie che oggi il Signore compie attraverso di essi, dove il metro di misura non è chi è il più efficace nelle diverse proposte pastorali, ma chi, all’interno di esse, ama e serve di più, nel generoso dono e con la letizia del cuore.
Nella Chiesa non sono tanto le molteplici opere che qualificano la sua vitalità, né la pluralità dei servizi che una Comunità sa organizzare. Molto di più, si caratterizza per la passione di costruire un vero e costante clima fraterno e solidale, per l’impegno nel realizzare uno stile di Chiesa che si sviluppa mediante l’attitudine all’ascolto e all’accoglienza, nella stima e nella fiducia reciproca, con il metodo del discernimento comunitario, per cercare cosa il Signore Gesù chiede a noi oggi, al di là dei nostri gusti personali o dei metodi umani che ciascuno spesso è tentato di deliberare da sé.
Una Comunità cristiana si sviluppa soprattutto mediante la capacità di un confronto assiduo con la Parola di Dio, letta e interpretata alla luce della situazione storica del momento e delle sfide nuove originate da una cultura che cerca di escludere sistematicamente Dio dalla storia e vivere come se Egli non esistesse. In questo clima è ancor più necessaria una profonda sintonia, che esclude ogni forma di giudizio e tende a costruire l’unità in un coinvolgimento comune, attraverso il metro della misericordia.
Mi auguro che questa “ripartenza”, con l’arrivo del vostro nuovo parroco, aiuti tutti voi, discepoli di Gesù, a coltivare appassionatamente lo spirito di unità e concordia, in piena sintonia con don Angelo, camminando insieme con un atteggiamento di umile e vicendevole collaborazione.
A te, carissimo don Angelo, auguro di essere in questa Comunità, che oggi il Signore ti affida, un costruttore appassionato di unità, dono che chiedo per te e per tutti al Signore nella preghiera, testimonianza indispensabile davanti al mondo per la credibilità della Chiesa stessa, così come ci raccomanda s. Ignazio di Antiochia: “Nulla esista tra voi che possa dividervi, ma sia un’unica preghiera, un unico spirito, un’unica speranza, nell’amore e nella gioia”.
+ Oscar Cantoni, vescovo
Como, 21 maggio 2021.