Cari fedeli, in questo tempo di Avvento noi siamo invitati a restare desti e vigilanti per poter riconoscere il Signore Gesù, che viene a visitare il suo popolo.
Con la presenza di un nuovo pastore in mezzo a voi, don Giuseppe Scherini, voi potete riconoscere una forma privilegiata di vicinanza di Dio, che viene in mezzo a voi attraverso i suoi pastori.
Gesù nel vangelo ha detto: “chi accoglie voi, accoglie me, chi ascolta voi, ascolta me” (Mt 10,40).
È consolante credere nel passaggio di Dio attraverso semplici persone umane, con le deboli forze di cui noi stessi facciamo esperienza, ma con il compito, impegnativo ed esaltante insieme, di rappresentarlo al vivo.
Ecco allora il vostro nuovo parroco che ho la gioia di presentarvi. Avrete modo di conoscerlo e di apprezzarlo: egli viene in piena umiltà e totale disponibilità in mezzo a voi, in spirito di servizio, come custode e animatore della vostra fede, promotore della carità, che deve caratterizzare ogni comunità parrocchiale.
Riconoscetelo come un segno della fedeltà che il Signore vi testimonia di nuovo, dopo il trasferimento di don Aldo Redaelli, che ricordiamo con affetto e viva gratitudine per il suo impegno e per la sua generosa attività pastorale.
Certo, ogni persona, e quindi ogni pastore, reca in sé doni originali e ciascuno si manifesta con una sua caratteristica propria. Tuttavia comune è la missione che deve caratterizzare ogni pastore: quella di sentirsi inviato dalla Chiesa per animare con sollecitudine l’intera Comunità cristiana, così che, sentendosi amata dal Signore, possa essere anima del mondo, fermento di bontà da riversare su tutti, soprattutto a quanti si sentono esclusi, ultimi e abbandonati.
Come cristiani noi abbiamo il compito di essere come il lievito nella pasta: per questo abbiamo il dovere di non perdere la forza lievitante. Anche se nel nostro mondo secolarizzato siamo diventati una piccola minoranza, non possiamo sentirci “a parte”, né tanto meno contro la storia e la cultura del nostro mondo, ma una presenza operosa e responsabile, a favore della nostra società, nella quale possiamo portare il nostro apporto creativo e benefico, come già ricordava la lettera a Diogneto (seconda metà del secondo secolo) che così si esprimeva: “i cristiani sono nel mondo ciò che è l’anima nel corpo”.
Usciamo, quindi, da un cristianesimo vissuto per abitudine o secondo una tradizione che ci è stata tramandata, per assumere consapevolmente una fede a cui aderiamo in piena libertà e gratuità. Ciò che resta di “cristianità” nelle abitudini sociali del nostro territorio deve essere valorizzato per poter passare da una fede frutto di convenzione ad una fede di convinzione, frutto di una libera scelta personale.
Il vostro nuovo pastore vi aiuti a familiarizzare sempre più con il Signore Gesù, centro della vita cristiana. Con Lui la vita diventa molto più piena e ricca di significato. Con lui è più facile cioè trovare il senso a ogni cosa: l’amore, il dolore, l’impegno per gli altri, la pienezza della gioia.
Quanto per grazia vi è stato donato gratuitamente attraverso la vita cristiana vissuta dentro la Comunità susciti in voi il desiderio di donare agli altri ciò che di più prezioso avete ricevuto, diventando voi stessi mediatori all’opera sempre efficace e creativa dello Spirito Santo.
Caro don Giuseppe, il Signore Gesù, padrone della messe, ti accompagni e ti sostenga nel nuovo campo di apostolato che Egli ti affida. Cammina con fiducia e piena collaborazione con i sacerdoti e i laici di questo vicariato e sii per tutti un vero fratello e un padre amoroso. Ti seguo con la mia preghiera e chiedo per te e per le Comunità di Domaso e di Vercana, su tutte le famiglie, sui giovani e sugli anziani, la sua benedizione.
+ Vescovo Oscar