Fratelli e sorelle, amati dal Signore, grazia e pace a tutti voi!
Vorrei davvero che quel soffio di grazia e di pace del cuore, che si prova quando si varca la porta di questo Santuario, possa sempre abitare la vostra vita, dovunque vi troviate. Perché qui si viene per sentirsi immersi nella misericordia di Dio, anzi, nel cuore stesso di Dio, che è Trinità Misericordia: questo è il suo Nome da sempre! E da qui si riparte per diventare testimoni e artefici di opere di misericordia, nel corpo e nello spirito, per tanti fratelli e sorelle che incrociamo nelle strade del nostro tempo, così segnato da violenza, solitudine, mancanza di speranza.
Stasera ci siamo radunati per rendere grazie alla Santissima Trinità, Misericordia Infinita, che proprio qui, in questo luogo benedetto, nel corso di tanti anni si è prodigiosamente manifestata e ci ha colmato di grazie e di segni inequivocabili del suo amore. Un grazie corale, da parte di tutta la nostra Chiesa locale, rappresentata nei suoi diversi membri, e anche con la presenza di tanti altri fedeli che desiderano con noi celebrare l’opera paziente della Misericordia di Dio.
Questo grazie parte da molto lontano, almeno da quel 10 ottobre 1492, quando, apparendo a due fanciulle nella Valle di San Giacomo, presso Chiavenna, nella località di Gallivaggio, la Vergine Maria si è presentata come “Madre della Misericordia”, rinnovando poi nei secoli la sua materna protezione nel cammino delle nostre comunità locali. Misericordia che si è espressa concretamente anche nella vita di tanti fedeli e che è germogliata in esempi di santità straordinari, come quello di San Luigi Guanella, “Servo della carità”, che martedì abbiamo ricordato nella sua festa liturgica.
Tutto questo rivela quanto il Vangelo della Misericordia e la grazia che Dio ci dona possano trasformare la vita di uomini e donne in ogni tempo. Anche in questa parrocchia di Maccio, da sempre legata ad una tenera devozione mariana, manifesta nella recita della “corona” del Rosario, e guidata da sacerdoti che hanno esercitato il loro ministero con dedizione e vera cura pastorale, come il compianto don Enrico Verga, che rinnovò anche materialmente questa chiesa parrocchiale, con il rifacimento del presbiterio, del nuovo altare e di tutta l’aula assembleare.
Il nostro grazie continua ricordando i molti avvenimenti che hanno segnato proprio il cammino di questa comunità, dall’anno 2000 in poi, fino alla dichiarazione fatta dal Vescovo Mons. Diego Coletti, sabato 27 novembre 2010, vigilia della prima domenica di Avvento, quando questa chiesa divenne Santuario Diocesano dedicato alla Santissima Trinità Misericordia.
Da pochi giorni poi, con la data del 4 ottobre 2023, festa di san Francesco d’Assisi, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha risposto alle molte richieste inviate da me e dai miei predecessori in questi anni, riconoscendo il valore dell’esperienza di Maccio.
Da questo documento vorrei ricavare alcune sottolineature, che confermano in modo chiaro e definitivo il valore straordinario di quella rivelazione che la nostra Diocesi ha ricevuto in dono, per il bene della Chiesa intera e del mondo che essa è chiamata ad amare e servire.
Il Dicastero riconosce che: “L’intera vicenda è intrisa di elementi positivi di cui non si può non tener conto per il bene spirituale dei fedeli che frequentano il Santuario con assiduità e interesse religioso”.
Questo si deduce proprio dall’esame della documentazione inviata dalla nostra Diocesi in questi anni – in modo particolare lo studio attento delle due Commissioni che hanno esaminato gli scritti e gli avvenimenti -, rimarcando che [sono ancora parole del Dicastero] “sono emersi non pochi elementi positivi, sia spirituali sia relativi al messaggio dottrinale di quell’esperienza”.
Viene inoltre sottolineata, nella lettera, la credibilità della testimonianza della persona coinvolta. Penso sia doveroso, a questo riguardo, esprimere tutta la nostra stima e il nostro sentito grazie per quanto egli vissuto con perseveranza e sofferta adesione, e anche il mio personale e sincero incoraggiamento per lui e tutta la sua famiglia.
Il documento continua indicando il messaggio centrale dell’intera esperienza spirituale di Maccio, e cioè: “L’affermazione della misericordia come tratto fondamentale dell’identità stessa del Dio Trino, tema che la teologia e la spiritualità dei nostri giorni ripresentano con forza”.
Sul versante prettamente pastorale, non vengono poi dimenticati “gli effetti concreti prodotti da questa esperienza spirituale, come ad esempio le tante conversioni avvenute e le numerose vocazioni scaturite”.
Anch’io personalmente non posso che gioire per tanti frutti, di cui sono stato testimone diretto in questi anni! Ringrazio il Signore di aver potuto, infatti, ancor prima del riconoscimento ufficiale degli eventi, partecipare a momenti intensi di preghiera, sentire su di me lo sguardo e la parola consolante del divin Maestro, trovare incoraggiamento per le scelte legate al mio ministero sacerdotale e alla vocazione, immeritata, di essere nella Chiesa Vescovo e, da ormai un anno, unito al Collegio Cardinalizio per un servizio ancora più ampio nella Chiesa.
Quanti segni mi ha donato il Signore, ed ora più che mai posso affermare con certezza che quanto vissuto qui, nel Santuario di Maccio, è davvero un dono grande per tutta la Chiesa universale, da far conoscere e diffondere, come scrive ancora la lettera del Dicastero, che così afferma:
“Riconoscendo certi segni di un’azione dello Spirito in mezzo a questa esperienza, alla luce di quanto su esposto, questo Dicastero non trova difficoltà perché Vostra Eminenza prosegua nella valorizzazione pastorale di tale esperienza spirituale. Piuttosto, [continua ancora la lettera del Dicastero] auspica di intensificare ancora di più l’annuncio dell’amore misericordioso della Trinità che suscita negli uomini la conversione e dona la grazia di abbandonarsi con fiducia filiale, facendo tesoro dei frutti spirituali sgorgati in questi anni.”
Cari amici, laici e sacerdoti, popolo amato di Dio, rinnoviamo dunque la fiducia e continuiamo ad approfondire il tesoro di misericordia che il Signore qui ci ha donato. E non si tratta solo degli scritti nati da questa esperienza spirituale (appena possibile cureremo la pubblicazione di una raccolta degli stessi), ma anche dei molti segni dell’intera vicenda.
Ricordo in particolare:
- l’acqua che ha più volte bagnato questo altare di Maccio, segno di quell’acqua e sangue di misericordia sgorgati dal fianco di Cristo crocifisso, come racconta il vangelo di Giovanni;
- i molti cammini di conversione spirituale con la lettura intima della vita delle persone, che in questo Santuario hanno percepito quasi sensibilmente lo sguardo del Signore, che tutto conosce e che guida la nostra vita;
- le scelte vocazionali di fronte alla chiamata del servizio per il Regno;
- lo spirito profetico che anticipa avvenimenti storici e scelte nella vita della Chiesa:
ecco, tutto questo andrà ulteriormente ricordato e studiato, in obbedienza a quanto il Signore e la Chiesa ci chiedono. E vi prometto che, anche come Cardinale, non perderò occasioni per rendere testimonianza di questo mistero di grazia!
Proprio con l’intento di rilanciare il cammino spirituale del Santuario di Maccio ho autorizzato la pubblicazione del libro “Signore, insegnaci a pregare. Preghiere del Santuario di Maccio”, che da qualche settimana è a disposizione di tutti i fedeli, con la convinzione che, proprio attraverso le invocazioni lì contenute, si possa più facilmente entrare nel messaggio di grazia a noi donato.
Altre tappe saranno indicate con la collaborazione dei sacerdoti addetti a questo santuario, don Walter e don Giampaolo, col vostro parroco e rettore don Gigi, con tutti coloro che in questi anni hanno creduto nella verità di questo cammino di grazia. Sarà importante ora rendere sempre più intensi i momenti della preghiera personale e liturgica, le catechesi che presentino i temi teologici e spirituali, la vita di grazia attraverso i sacramenti, i pellegrinaggi di singoli fedeli, delle famiglie e dei gruppi parrocchiali, come anche le iniziative concrete di carità.
Concludo invitando tutti a metterci con Maria, Madre della Misericordia, sotto la Croce, lavabo di Misericordia, ai piedi di questo altare. Perché è proprio sull’altare, in ogni chiesa della terra, che Cristo, Misericordia incarnata, si offre ancora per le mani e nella persona dei sacerdoti, ministri della Misericordia. Così l’acqua viva della Misericordia, che sgorga dal Cuore stesso di Dio, attraverso il suo costato e nel dono vivente di Lui Misericordia nell’Eucaristia, ci raggiunge e ci purifica, perché tutti siamo portati nel cuore stesso della SS. Trinità Misericordia!
Per questo, con fede e gratitudine, ognuno potrà ripetere: “Santissima Trinità, Misericordia infinita, io confido e spero in te!”.
Amen!
Oscar card. Cantoni
Celebrazione di ringraziamento a Maccio 27 ottobre 2023 – omelia