La celebrazione eucaristica che stiamo vivendo è una preghiera di ringraziamento, un inno di lode e di supplica che come Chiesa innalziamo a Dio padre.
Animati dallo Spirito santo, ci uniamo al dono di Gesù, che continua ad offrire la sua vita per noi, ci uniamo al suo sacrificio d’amore, per la salvezza di tutti gli uomini.
Oggi in modo particolare la nostra preghiera unanime si traduce in un rendimento di grazie per il bene che don Adriano ha seminato tra noi, mentre la nostra preghiera di intercessione è finalizzata perché il Padre lo accolga nella gloria, ossia nella comunione trinitaria.
Don Adriano è stato per i cristiani di questa Comunità parrocchiale padre nella fede per ben trentun anni: ha stabilito quindi vincoli di comunione ben saldi, entrando in relazione cordiale e fraterna con tante persone, per aiutarle a crescere nella fede e nella capacità di testimoniare il Vangelo ovunque, a partire dalla famiglia, fino ad ogni ambiente di vita.
Ed è giusto che come comunità cristiana proprio in questa parrocchia, dove ha seminato tanto bene, noi siamo raccolti in preghiera per lui, accompagnandolo e sostenendolo nel santo viaggio fino alla casa del Padre.
Per questa comunità don Adriano è stato pastore, cioè ha stabilito un rapporto di paternità, ma nei confronti di Dio padre non ha cessato di essere figlio. “tutti quelli che sono guidati dallo spirito di Dio questi sono figli di Dio”. La vita cristiana consiste principalmente nel diventare figli.
Figli di Dio si nasce nel Battesimo, ma è la vita concreta di ogni persona che offre l’opportunità di diventare sempre più figli di Dio, in una crescente relazione di amore e di fiducia con lui. Essa è dono dello Spirito Santo, ma anche impegno affidato alla nostra libera decisione.
Il sacerdote è posto davanti al popolo di Dio come educatore nella fede, ma prima ancora come un modello di vita filiale e fraterna.
Col Battesimo, mediante il dono dello Spirito, diventiamo figli di Dio, figli pienamente liberi. “voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi, Per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo Abba, padre!”.
Liberi dal peccato, dalla tristezza, dalle varie forme di dipendenze, che rendono schiavi, liberi dalla solitudine e da ogni forma di mondanità: la presunzione, il prevalere sugli altri, l’orgoglio, il giudizio malevolo nei confronti dei fratelli, l’aggressività.
Diventare figli liberi è un cammino che la Chiesa ci fa percorrere insieme ed ogni comunità cristiana ha proprio questo compito principale: quello di aiutare i battezzati a diventare cristiani, fiduciosi nel Padre che è nei cieli, e nello stesso tempo, capaci anche di stabilire rapporti veramente fraterni tra noi.
Solo se diventiamo figli di Dio, pienamente liberi, approfondendo sempre più la nostra relazione con Dio padre, nello stesso tempo, saremo in grado di essere anche fraterni e solidali tra noi, capaci di custodirci reciprocamente, in un vincolo di vero affetto nel Signore.
Figli liberi, ma anche figli miti, misericordiosi, benevoli, capaci di apprezzare il bene degli altri come se fosse nostro, pronti all’accoglienza, al perdono reciproco.
E ‘il nucleo principale che ha contraddistinto don Adriano nel corso del suo ministero. Lo affidiamo con fiducia a Cristo, buon pastore. Egli ci ricorda che nulla va perduto di quanto il Padre gli ha affidato. Egli è risurrezione e vita. Porti sulle sue spalle l’anima buona e mite di don Adriano e lo presenti al Padre come un vero servitore della sua Chiesa, che egli ha amato e nella quale ha profuso tutte le sue energie d’amore.