“Il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano“. Queste parole del Vangelo, appena proclamato, sono per i Discepoli di Gesù, in ogni epoca della storia della Chiesa, ma in modo speciale per noi , uomini di poca fede, molto rassicuranti, di grande consolazione e conforto.
Asceso alla gloria del cielo, il Signore Gesù non ha abbandonato i suoi amici, continuatori della sua missione nel mondo. Egli sostiene il loro impegno di evangelizzatori in ogni ambiente di vita, in ogni condizione, se ne prende cura e conferma il loro annuncio attraverso i segni che lo accompagnano. Senza questa certezza, ci lasceremmo vincere dallo scoraggiamento per le difficoltà che facilmente incontriamo, oppure potremmo credere che tutto sia affidato alle sole nostre forze, illudendo noi stessi e gli altri.
Asceso alla gloria del cielo, il Signore Gesù intercede continuamente per noi, invoca su di noi il suo Spirito santo, perché impegniamo le nostre forze nel testimoniare e nell’annunciare il Vangelo prendendo l’iniziativa, appassionandoci alla causa di Gesù e cercando, non senza fatica, tutte le opportunità per entrare in relazione cordiale con gli uomini di oggi, che invocano la luce della verità , che cercano risposte ai loro interrogativi, che chiedono di essere salvati dall’angoscia, dalla solitudine, dalle illusioni della felicità a basso prezzo, dalle gioie effimere.
Il Vangelo, non manca di sottolineare la benefica presenza del Signore presso gli evangelizzatori di tutti i tempi, i quali potranno affrontare ogni ambiente complesso, vincendo i demoni, ossia tutto ciò che si oppone e divide, affrontando senza danno anche i morsi di serpenti velenosi, cioè i tanti ostacoli che tentano di rallentare o di sminuire la corsa della Parola di Dio.
Il Signore non promette ai suoi discepoli di percorrere strade piane. A volte ci fa attraversare i deserti, là dove tutto sembra sterile, là dove il nostro impegno sembra del tutto inutile o inopportuno. Solo ci assicura la riuscita del nostro compito evangelizzatore in proporzione di quanto noi avremo osato sfidare l’inedito, confidando sempre in Lui che opera attraverso di noi, al di là di quanto osiamo sperare e ci avvolge nella sua potenza d’amore.
Ambiente complesso e refrattario può essere per molti già la propria famiglia, quando manca il dialogo tra i diversi componenti il nucleo familiare, quando ci si chiude orgogliosamente nelle proprie certezze, là dove non si crede alle nuove maturazioni dell’altro, si è chiusi alle relazioni, non ci si rispetta o non ci si perdona. Proprio in famiglia il Signore ci sta aspettando per annunciare, attraverso di noi, il suo amore, ricreando cioè un ambiente di pace e di gioia.
Ambiente complesso può essere, per esempio, il luogo di lavoro, dove le persone sono valutate per l’utile immediato, per la resa, solo un calcolo efficientistico, e la dignità delle persone passa in secondo ordine, senza tenere conto della situazione personale o della salute, magari già compromessa, dei diversi stati d’animo. Qui il Signore è con noi per trasformare un ambiente spesso privo di vere e profonde relazioni, in un luogo di dialogo e di solidarietà.
Per affrontare i diversi ambienti, anche quelli apparentemente ostili, utilizziamo i doni che Dio ci ha dato in modo creativo. Ciascuno ha il suo dono, ciascuno ha un suo compito, perché ogni vita è una missione.
Solo insieme potremo annunciare una risposta rassicurante a chi ci interpella come credenti e come cristiani, solo insieme potremo offrire una immagine piena e ben riuscita del progetto di Dio per l’uomo.
Ricorrendo oggi il felice anniversario della dedicazione della nostra Cattedrale, impariamo a considerarla come la nostra casa comune, il luogo privilegiato in cui il popolo di Dio si raccoglie, il segno di unità visibile attorno al vescovo, che qui celebra l’Eucaristia, da cui trarre forza per il nostro impegno pastorale e sociale. Consideriamola come un’ oasi di pace, che educa ad accoglierci come fratelli, nella stima reciproca e con grande benevolenza.