Attraverso questa Eucaristia vogliamo ringraziare il Signore per il grande dono che ci ha concesso, rendendo possibile la fusione dei due Istituti di vita consacrata, nati nella nostra diocesi alla fine del 1800: quello delle Pie Figlie della S. Famiglia di Mese e le Figlie di S. Maria della Provvidenza, la prima fondata da don Primo Lucchinetti, la seconda da S. Luigi Guanella, entrambi chiavennaschi.
Il Signore apre sempre nuovi cammini, conferma la sua fedeltà conducendo la Chiesa su sentieri nuovi e arditi, che solo in secondo tempo riconosciamo non solo come possibili, ma evidenti e necessari, gli unici percorribili.
Vorrei sottolineare in particolare la prima lettura di oggi, alquanto illuminante per l’evento che celebriamo, quella in cui Mosè interviene contro alcuni suoi collaboratori e li invita ad essere lieti dell’azione dello Spirito che agisce avvalendosi anche di altre persone esterne. Ci educa a sintonizzarci con lo Spirito di Dio, che opera sempre nuove creazioni attraverso coloro che collaborano generosamente con Lui, senza tuttavia nemmeno rendersi pienamente conto del tesoro di grazia che lo Spirito mette disposizione e che continua a sviluppare anche dopo di essi.
Nella pagina del libro dei Numeri viene esaltata la grandezza d’ animo di Mosè, servo del Signore, in contrapposizione alla grettezza di alcuni suoi collaboratori, i quali non sanno andare oltre i loro schemi, rigidi e di parte, e si sentono scombinati per la ricchezza multiforme attraverso cui passa l’azione di Dio e del suo Spirito.
E’ capitato ai tempi di Mosè, ma ricorre frequentemente anche oggi!
La pagina che il Vangelo di oggi ci presenta riprende e completa la prima lettura, quando Gesù. con tono deciso e fermo, invita i suoi discepoli a non impedire chi opera il bene nel suo nome, anche se a prima vista non sembra appartenere al gruppo dei discepoli. E’ un invito ad andare oltre la meschinità delle nostre vedute e dei nostri limiti.
Questi testi della Parola di Dio ci predispongono a riconoscere l’azione di Dio e la sua fedeltà, mentre prepara e offre benefici di salvezza attraverso i suoi collaboratori.
La benedizione di Dio su questa Valle, oltre che per una speciale presenza materna di Maria a Gallivaggio, di cui abbiamo avuto conferma anche recentemente, si è manifestata lungo il tempo perché il Signore ha suscitato tra noi uomini particolarmente illuminati, dotati di spirito di sapienza e di profezia, quali sono stati don Luigi Guanella e d. Primo Lucchinetti, due grandi amici del Signore e quindi anche fedeli amici tra di loro.
Entrambi si sono rivelati dei pastori che hanno saputo manifestare visibilmente il cuore di Dio attraverso lo slancio della carità, mediante l’apertura generosa verso i più poveri e deboli, considerati al centro delle premure di Dio.
Dio li ha usati secondo i suoi disegni, fino a estendere la presenza e l’azione di don Guanella, con i suoi figli e le sue figlie, fino ai confini del mondo, mentre ha circoscritto don Primo dentro un microcosmo ecclesiale, il nostro, in cui è prevalso non tanto l’estensione numerica delle Figlie della Sacra Famiglia e delle loro opere, quanto piuttosto l’ intensità della loro carità, dello spirito di servizio, di sacrificio e l’ ardente passione per la nostra Chiesa locale.
Don Guanella e don Primo ci dicono con la loro vita cosa significa servire fedelmente il Signore.
Non si sono mai contrapposti avanzando pretese l’uno sull’altro, ma hanno saputo considerare la loro opera generata e condotta dalla Provvidenza, senza tuttavia appropriarsela, o farne motivo di vanto, ma rivelandosi unicamente strumenti docili dell’amore di Dio.
Oggi è da rilevare la scelta coraggiosa e audace che, dopo matura preghiera e frequenti scambi, i due Istituti hanno realizzato diventando una cosa sola tra di loro. E’ una scelta di fedeltà allo Spirito nell’oggi della Chiesa, decisione che insegna a noi a non lasciarci appesantire dalle strutture o intimorire dalla ristrettezza delle forze, ma a confidare nel Signore che moltiplica i nostri desideri di bene e trasforma anche le ristrettezze presenti, quali il diminuire delle vocazioni alla vita consacrata, in nuove occasioni di grazia e di santità.
Auguriamo quindi alle nostre Sorelle di perseverare nell’amore perché grande è solo colui che ama e che serve.
Siate imitatori dello stile dei vostri Fondatori, grandi nell’umiltà, nella docilità ai voleri di Dio ed entrambi giganti della carità.