Nell’immenso firmamento di Dio brilla, tra i santi e i beati che lo costituiscono, la grande figura di S. Antonio da Padova, di cui ricorre quest’anno l’ottocentesimo anniversario dal suo ingresso nella famiglia francescana. Ogni vocazione subisce delle lente e progressive maturazioni. La volontà di Dio nella vita di ogni battezzato si specifica nel tempo, si attualizza a partire dalle disposizioni del soggetto, ma anche evolve a causa degli avvenimenti della storia, che non sono mai fortuiti, ma che vanno sempre interpretati alla luce della fede. Dio ci parla continuamente e ci raggiunge nel tempo con sempre nuove proposte d’amore, di donazione e di servizio.
Fu così anche per Antonio, che da giovane canonico regolare agostiniano, sull’esempio dei cinque Francescani, uccisi in Marocco a causa della loro fede cristiana, si sentì irresistibilmente attratto a seguirne le orme, dando così una svolta decisiva alla propria vita. E’ noto il suo desiderio di raggiungere il Marocco, ma poi, dentro tante peripezie, fu condotto a risalire dalla Sicilia tutta l’Italia, con la gioia di aver incontrato personalmente ad Assisi anche il serafico padre Francesco, da cui ricevette consigli e indicazioni preziose.
Capita spesso così anche per noi: seguendo il Signore, percorriamo strade sempre nuove e incontriamo persone e situazioni inedite le più diverse, facciamo esperienze inimmaginabili, che solo Dio sa programmare e ci aiuta a realizzare, spesso a nostra insaputa, quando scocca la sua ora.
Antonio, come discepolo di Gesù, si sentì mosso da grande ardore per annunciare, con l’esempio prima, e poi con la parola, la bellezza della vita cristiana, che si esprime innanzitutto nell’amore personale per Dio, incontrato in Cristo e testimoniato nella Chiesa, e quindi nel servizio ai fratelli, condividendo le difficoltà delle famiglie, dei poveri, dei disagiati, insieme alla passione per la giustizia e per la verità.
In questo modo S. Antonio diventa per noi un modello di vita, un esempio da seguire perché sia fecondo il nostro cammino nella sequela del Signore.
S. Antonio era mosso da una santa inquietudine, per cui impiegò tutti i doni di scienza e di sapienza, che aveva ricevuto con larghezza da Dio, per entrare in relazione con la gente del suo tempo e così essere uno strumento adatto, attraverso cui lo Spirito Santo poteva parlare al cuore delle persone, fino a permettere loro una vera conversione del cuore.
Attraverso la vita di S. Antonio si è realizzata in pienezza l’immagine evangelica descritta nel vangelo che ci è stato annunciato oggi. Gesù risorto, prima di salire al cielo, incontrando i suoi discepoli, nonostante la loro poca fede, li invia nel mondo intero, infondendo loro quella forza necessaria per affrontare e vincere ogni difficoltà e resistenza.
In S. Antonio era presente non solo l’eloquenza, ma anche la potenza taumaturgica, mediante cui la sua parola era accompagnata e sostenuta da veri miracoli, segno della presenza attiva e potente di Dio.
Se è vero che l’efficacia della Parola di Dio non dipende dalla santità di chi la annuncia, è altrettanto vero che la nostra azione apostolica diventa certamente più incisiva se accompagnata dalla nostra santità personale, dalla intensa partecipazione e dal coinvolgimento responsabile all’azione di Dio, che opera in noi e attraverso di noi.
L’intercessione di S. Antonio ci renda discepoli ardenti, sempre più innamorati del Signore, dediti interamente e con gioia agli interessi del Regno di Dio.