Nel giorno in cui facciamo memoria dei nostri cari defunti la nostra consolazione proviene dalla certezza che il Signore Gesù, Colui nel quale speriamo la salvezza dalla morte e che ci ha aperto alla nuova vita, asciuga le nostre lacrime.
Sentiamo tutti il bisogno di essere consolati in questo particolare difficile periodo della nostra storia, cerchiamo affannosamente gesti di umana vicinanza, vorremmo sentirci rassicurati dalla presenza fraterna e amicale di chi ci è accanto, dai membri della comunità cristiana in primis, che prega con noi, che prega e intercede per i nostri cari.
La pandemia si è sprigionata di nuovo con la sua forza irruente e non risparmia nessuno.
Ci uniamo alle famiglie in lutto perché hanno perso i loro cari, molto spesso senza aver potuto offrire loro un estremo saluto e compiere gesti di riconciliazione e di pace.
Siamo tutti figli di Dio, e noi crediamo che Egli stesso piange con noi in questo terribile momento di prova e di fatica. Continuiamo a sentirci amati dal Dio della vita e rivolgiamoci con fiducia a Lui, dal momento che lo Spirito santo ci dona, anche nel tempo presente, la possibilità di gridare con fiducia: “Abbà, Padre!”
Padre, vieni in nostro aiuto! Non lasciarci vagare nel buio. Fa’ che cresciamo in una bella e feconda solidarietà tra di noi, così che questa situazione dolorosa possa trasformarsi in una opportunità di maggiore coinvolgimento nella vita degli altri, condividendo le loro stanchezze e le loro sofferenze. Donaci di comprendere il valore della vita, il valore di ogni vita, dalla nascita fino al suo naturale declino. Fa’ capire, soprattutto ai nostri giovani, per che cosa vale la pena di impegnarsi con tutte le nostre forze.
Il vangelo che abbiamo ascoltato ci rassicura circa l’esito della vita di ciascuno.
Le persone benedette da Dio sono quanti si prodigano con ogni impegno a servizio di coloro che necessitano della loro opera, accettando anche la fatica e pure le incomprensioni. Noi, infatti, valiamo a misura di quanto sappiamo amare, donandoci. E mentre ci impegniamo nel dono di noi stessi, è Cristo che riconosciamo presente nel volto di chi soffre.
Oggi ricordiamo in particolare quanti ci hanno amato, quanti si sono presi cura di noi, quanti hanno segnato la nostra vita per le amorevoli attenzioni nei nostri confronti, ma anche per quanti si sono impegnati a servizio del bene della nostra Comunità.
Ci insegna papa Francesco nella sua recente enciclica “Fratelli tutti” che “una cosa è sentirsi costretti a vivere insieme, altra cosa è apprezzare la ricchezza e la bellezza dei semi di vita comune che devono essere cercati e coltivati insieme” (31).
Non dimentichiamo quanti con le loro competenze professionali, sacrificando i loro interessi personali e a volte sottraendo tempo agli affetti familiari, si sono impegnati per il bene comune. Anche a ciascuno di essi la nostra riconoscente preghiera.