Il vangelo appena proclamato ci ricorda che la gioiosa notizia del Natale del Signore, del Dio fatto uomo, non è rimasta circoscritta agli umili pastori di Betlemme e nemmeno riservata al solo popolo di Israele, ma si è diffusa ovunque, raggiungendo e coinvolgendo tutti gli uomini, fino agli estremi confini della terra.
Il bambino di Betlemme è la luce che si diffonde e si irradia nel mondo e che oggi, in questa festa dell’epifania, si rivela a tutte le genti, come abbiamo udito nella prima lettura. “cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere”. Cristo è la luce del mondo, è il centro dell’universo, è il Signore del tempo e della storia, è Colui che dà pienezza di senso alla nostra esistenza. Ecco perché proprio oggi vengono annunciate le date più significative dell’anno liturgico.
I Magi, che dall’Oriente si mettono in cammino, rappresentano quegli uomini, anche quelli di oggi , che cercano ovunque spiragli di luce, attratti dalla verità, dalla sete di giustizia e conquistati dalle sorgenti dell’amore. Gli uomini di tutti i tempi sperimentano un bisogno irresistibile di luce, perché senza di essa nessuno può vivere né crescere.
“Chi fa la verità viene alla luce”, dice Gesù nel vangelo. I Magi sono espressione di quanti, anche oggi, hanno il coraggio di rimettersi continuamente in cammino, di quanti accettano di compiere un pellegrinaggio interiore, in ogni età della vita. Non si accontentano di mezze verità, sono affascinati e conquistati dalla sapienza divina, che è sempre frutto di una ricerca appassionata, spesso anche molto sofferta, nel desiderio di trovare in Cristo la risposta appagante per le attese dei loro cuori.
La sapienza divina ci mette in guardia dal lasciarci incantare da certe luci abbaglianti, che a prima vista sembrano decisive per conquistare la verità, ma che poi si rivelano ingannevoli e vuote perché non ci permettono di raggiungere la nostra libertà di figli di Dio e deturpano la nostra dignità. I Magi hanno saputo andare oltre i suggerimenti ricevuti nel palazzo di Erode. Essi sono stati messi in grado di interpretare altri segnali che rivelavano altrove la meta desiderata.
E quando, con la guida della stella, i Magi hanno raggiunto Betlemme, e si sono trovati al cospetto del Bambino, si sono lasciati conquistare da Colui che è la verità in persona. Non hanno disquisito, semplicemente lo hanno adorato, prostrandosi umilmente. L’umiltà è la grande condizione della fede, della vita spirituale, della santità. I Magi si sono riempiti di stupore davanti a ciò che vedevano: “il cielo sulla terra e la terra nel cielo; l’uomo in Dio e Dio nell’uomo; hanno visto racchiuso in un piccolissimo corpo che non può essere contenuto da tutto il mondo” (come osserva s.Pietro Crisologo). Per poter entrare nel mistero di Dio e aderirvi occorre prima mettersi in ginocchio, stupirsi della sapienza divina, che si rivela non in forme altisonanti, ma nella semplicità dell’amore.
Le cose di Dio prima vanno amate e poi si comprendono. È necessaria sì la ragione, ma essa deve essere preceduta dall’amore.
Se ami, conosci. Se credi, vedi! Dio ti si rivela. Se ami, il Signore ti fa conoscere le sue vie, ti aiuta a camminare sui suoi sentieri.
+ Vescovo Oscar