S. Bartolomeo in Como, 12 giugno 2022

SS. Trinità 2022 – S. Messa con i padri scalabriniani

Cari fratelli e sorelle, mi introduco con una celebre frase di s. Agostino, che ci permette di vivere nella giusta prospettiva la festa della ss. TRINITÀ, che oggi celebriamo con particolare solennità: “se vedi la carità vedi la Trinità“.

La ss. TRINITÀ è Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che si manifesta come misericordia infinita. La misericordia non è ciò che Dio fa, ma chi Dio è, “architrave che sorregge la vita della Chiesa”. L’uomo si costruisce spesso un’immagine tanto diversa e distorta di Dio, così che ciò che si raffigura di Dio è tanto diverso dal vero Dio, quello che Gesù stesso ci ha presentato con le sue parole e con le sue azioni. Dio ci raggiunge e include con il suo amore trinitario tutti gli uomini, viene loro incontro con sollecitudine paterna, permettendo che attraverso Cristo, suo figlio amato, ciascuno possa sentirsi anch’egli figlio del Padre, raggiunto dalla sua misericordia e dalla sua compassione. Ogni discepolo di Gesù è chiamato poi a trasmettere l’amore di Dio, con l’aiuto e la forza dello Spirito Santo, che vive in Lui come in un tempio. Così attraverso le opere dell’amore, quelle che costruiamo nella nostra vita quotidiana, diffondiamo la vera immagine di Dio, annunciamo cioè la ss. Trinità. Essa si manifesta visibilmente nel mondo dovunque noi ci impegniamo a costruire segni di carità, non tanto in opere straordinarie, ma mediante tanto amore diffuso nel nostro ambiente quotidiano di vita. Così si realizza questo detto: “Chi vede la carità vede la Trinità”.

Diveniamo, ciascuno a suo modo, “testimoni e annunciatori della misericordia di Dio“, cosi come è stato ampiamente sottolineato nel nostro Sinodo diocesano, concluso appena da una settimana.

Possiamo affermare che don Giovanni Battista Scalabrini, che fu parroco con una intensa azione apostolica e missionaria proprio in questa parrocchia (dal 1870 al 1876), prima di essere eletto vescovo di Piacenza e che verrà nei prossimi mesi canonizzato dalla Chiesa universale, ha realizzato in pieno questo programma, così che oggi la Chiesa ce lo addita come esempio di vita e come nostro intercessore.

Saluto con gioia il Padre generale degli Scalabriniani, qui presente con altri suoi Confratelli, i Missionari di san Carlo, Congregazione fondata da Giovanni Battista Scalabrini. Sono venuti qui in devoto pellegrinaggio, nella parrocchia in cui egli ha vissuto e ha preparato il terreno per realizzare, su scala mondiale, la sua missione propria. Essa è espressione dell’amore di Dio per ogni uomo, soprattutto per i migranti, per i quali il vescovo Scalabrini ha riversato le sue cure paterne, divenendo così lui stesso primo testimone e annunciatore della misericordia di Dio. A contatto diretto del suo popolo, tra la povera gente di questo quartiere comasco, imparò a recepire le istanze sociali dell’ambiente in cui esercitava il suo ministero

Dio prepara i suoi amici partendo da molto lontano. Nessuno si improvvisa discepolo di Gesù né tanto meno pastore. Abbiamo tutti bisogno di tempi lunghi per conoscere, valutare, comprendere, orientarci nelle nostre scelte, anche pastorali. Così ha agito il Signore Gesù, sommo pastore, anche nei confronti del nostro don Scalabrini, di cui questa terra comasca si gloria per aver dato i natali, e in particolare questa parrocchia, che si sente onorata per averlo avuto suo stimato parroco, pienamente solidale con il suo gregge. Qui Egli ha avuto la capacità di avvertire e condividere direttamente la situazione di povertà dei suoi parrocchiani, esprimendo compassione e vicinanza per questo ambiente. Ha acquisito quella sensibilità pastorale verso gli ultimi tanto che poi si ingegnò per prendersi cura in particolare dei numerosi connazionali costretti ad espatriare, spesso in condizioni difficili, con il pericolo concreto di perdere anche la fede. Proprio in questa parrocchia don Scalabrini ha redatto un primo piccolo catechismo, a favore dei figli di questa Comunità, lui che fu definito da S. Pio X “apostolo del catechismo”. Infine qui, in questo nostro ambiente, ha cercato di far conoscere e applicare lo spirito e gli insegnamenti del Concilio Vaticano primo, interrotto nel 1870. Scalabrini ha esercitato pienamente e con frutto quell’arte pastorale, che come dice S. Gregorio Magno, è l’arte delle arti. Chiediamo al Signore di essere in grado di cogliere la sensibilità del nostro tempo, così da poter offrire, con il linguaggio proprio dei nostri contemporanei, la gioia di essere cristiani, con lo stesso ardore dimostrato ampiamente dal santo vescovo Scalabrini.

+ Vescovo Oscar

12/06/2022
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