Simposio Ccee sui giovani a Cracovia

Card. Cantoni: «I giovani sono l’antenna del futuro»

(Foto Sir) – Articolo Agensir.it

Cari amici nel Signore,

Ciascuno di voi coltiva dentro di sé un sogno e tenta di perseguirlo ad ogni costo: quello di essere felice, pienamente felice. Anche Dio desidera che ciascuno di noi cerchi e consegua la propria felicità, perché Dio è padre e quale padre non desirerebbe la felicità di ciascuno dei suoi figli?

Le difficoltà si sviluppano quando ci domandiamo: come essere felici, visto che la società in cui viviamo ci propone molti modelli contraddittori di felicità.
Alcuni di voi, poi, che hanno tentato di seguire soluzioni facili o appariscenti di felicità, si sono poi ricreduti, hanno forse sperimentato anche tante delusioni, che hanno reso loro amara la vita e li hanno riempiti di tristezza.

Eppure Dio sa come renderci felici, solo Dio lo sa e perciò ci propone di seguire Gesù, il suo figlio amato, l’uomo pienamente riuscito, che ci ha amato e ha dato tutto se stesso per noi. Ecco il vero “uomo riuscito”, seguendo il quale possiamo raggiungere la pienezza della nostra umanità, quindi conseguire una felicità piena, non passeggera o aleatoria, ma intensa e perenne, quindi addirittura eterna, dal momento che solo ciò che è donato rimane per sempre.

La madre Chiesa, invitandoci a pregare per le vocazioni, vuole aiutare soprattutto i giovani a sognare, a desiderare e volere  intensamente quella felicità che Dio ha preparato per ciascuno di noi, seguendo la nostra vocazione personale, a partire dai doni che possediamo e dalle vicende storiche che stiamo attraversando.

Personalmente, come pastore, mi sono occupato per tutta la vita di vocazioni. Il Signore mi ha fatto incontrare molti giovani e ragazze in ricerca della loro felicità.
Mi sono accorto che Dio usa un metodo speciale per ciascuno. Sa parlare ai cuori di ogni persona in mille modi diversi, con linguaggi e modi che si addicono a ciascuno in particolare. Basta avere fede in Lui.
Se ascoltiamo la sua voce interiore, se siamo docili alle ispirazioni dello Spirito Santo, se ci fidiamo pienamente di Lui, Egli ci conduce al porto sicuro, sui sentieri della nostra gioia e della nostra felicità, perché Egli non cerca altro per noi che questo.
È un invito esplicito a credere in Dio, a ritornare a Lui e a fidarsi del suo amore fedele per ciascuno, perché Egli sa chi siamo, di che siamo plasmati, come possiamo realizzarci nel dono totale di noi stessi, conosce la via esclusiva per la nostra gioia.

Queste considerazioni sono valide e attuali per tutti i battezzati. Dio, però, nella sua bontà, non cessa di chiamare alcuni suoi amici perché diventino discepoli di Gesù come pastori del suo gregge.
Questa chiamata sembra impossibile e irrealizzabile oggi e molti potrebbero sentirsi meravigliati e quasi sconvolti per un appello simile. Ma è la stessa meraviglia generata nel cuore dell’apostolo Pietro, il medesimo stupore degli altri Apostoli, come per esempio di un peccatore incallito come Matteo, esattore delle tasse.
È la sorpresa che si sviluppa in chi oggi  viene chiamato al ministero ordinato o alla vita consacrata. Non si tratta di uomini perfetti, o impeccabili, ma solo di persone desiderose di dare una mano a Dio perché cresca il suo Regno qui sulla terra.

Che il Signore ci doni uomini “pazzi” per Dio e per il suo popolo. Ecco in che cosa consiste la preghiera per le vocazioni. Sì, ci doni uomini e donne ‘pazzi da slegare”, con un buon senso di concretezza, per venire incontro alle grandi domande dell’ uomo di oggi, capaci di  tradurre la novità evangelica dentro il contesto di vita del nostro difficile tempo inquieto. E sul loro volto i segni di una umanità pacificata, espressione di quella pace e di quella gioia che solo da Dio può provenire.

Oscar card. Cantoni
vescovo di Como (Italia)

22/10/2022
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