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La Madre di Dio e Madre nostra ci apre per prima le porte del nuovo anno, perché lo affrontiamo nella consapevolezza che Ella sarà sempre nostra difesa e baluardo lungo tutti i nostri giorni, qualunque avvenimento, lieto o triste, abbia a succederci.
Non siamo soli nel nostro cammino, il Signore è con noi per aiutarci ad affrontare i nostri impegni quotidiani, vissuti alla luce della fede e della carità e così offrire al mondo un segno concreto della misericordia di Dio.
La prima Lettura che abbiamo ascoltato ci riferisce la benedizione che il Signore ha fatto giungere al suo servo Mosè perché fosse trasmessa a tutta la Comunità dei figli di Israele.
È la stessa benedizione che il Signore consegna anche a noi oggi, perché possiamo sperimentare ogni giorno i doni di Dio, usufruirne, anche quelli che non riusciamo a riconoscere immediatamente o che più facilmente sottovalutiamo.
Dio ha veramente pietà di noi perché ci accompagna e ci custodisce con cuore paterno, così che compiamo la sua volontà, ci impegniamo ad edificare il bene difficile e ad evitare il male, invece tanto facile!
A volte il male, ingannandoci, si presenta nelle apparenze del bene, così che poi ci troviamo delusi e sconsolati.
Che gioia sentirci figli amati di Dio padre!
Ce lo annuncia S. Paolo nella seconda lettura. È lo Spirito santo che ci rivela la nostra nuova condizione umana, redenti da Cristo. Ci è permesso di uscire dalla schiavitù della legge, quasi fossimo costretti ad amare Dio e ad obbedirgli, piuttosto che sentirci liberi di scegliere il bene, da cui ci sentiamo attratti, perché è il Signore che ce lo indica e lo Spirito che ce lo suggerisce.
Il Figlio di Dio si è fatto uomo perché anche noi potessimo imparare a rapportarci con Dio in modo filiale, seguendo la sua volontà, dal momento che lo amiamo e abbiamo fiducia in Lui.
Nasce così anche un nuovo modo di rapportarci tra noi, mediante uno stile fraterno, che ci fa sentire responsabili gli uni degli altri. Nessuno può salvarsi da solo. Lo abbiamo imparato nel periodo lungo della pandemia, dove ci siamo mossi per essere di aiuto a chi si trovava nelle difficoltà.
È insieme, nella fraternità e nella solidarietà che costruiamo la pace. Siamo chiamati ad andare al di là dei nostri interessi privati, anche al di là del solo nostro ambiente di vita, per aprirci ad orizzonti universali, con responsabilità e compassione.
Il vangelo di oggi, facendoci ritornare alla grotta di Betlemme, ci ricorda che Maria meditava nel suo cuore circa gli avvenimenti nei quali era coinvolta in prima persona. Ci aiuti ora Maria a non lasciar scorrere invano le occasioni di bene che Dio ci propone, ma siamo pronti a riconoscerle e a tradurle in operose scelte di vita.
Oscar card. Cantoni, vescovo di Como