La Parola di Dio, che la Chiesa distribuisce nella liturgia di oggi, ci invita ad affidare senza esitazione a Cristo, sommo ed eterno sacerdote, il nostro amato fratello don Vittorio e a riconoscerlo pienamente identificato a Lui, nel dono totale di sé al Padre e ai fratelli, attraverso il ministero presbiterale che egli ha svolto con grande dedizione e amore per quarantasette anni.
Consegniamo, quindi, in piena fiducia don Vittorio nelle tenere mani di Cristo Signore, sapendo che Egli è misericordioso e fedele. Conosce a fondo la nostra povertà e debolezza, anche le sofferenze che don Vittorio ha vissuto in questo ultimo periodo della sua vita, accettate con lucidità, senza amarezza né rimpianti, in piena conformità alla volontà di Dio.
La lettera agli Ebrei ci ha precisato che Cristo, essendo divenuto uno di noi con l’incarnazione, ha potuto sperimentare ogni genere di prova, quindi gli aspetti più penosi ed umilianti della nostra esistenza, condividendo dal di dentro la nostra umanità sofferente, accolta per amore. Anche don Vittorio ha vissuto il suo ministero come offerta gradita a Dio, partecipando da vicino alle fatiche e alle povertà delle popolazioni a cui ha prestato il suo servizio pastorale in Brasile, dalle quali ha ricevuto anche tante prove di stima e di gratitudine.
Siamo certi che ora Cristo Signore continua a prendersi cura di don Vittorio, come un pastore che pone la debole pecora sulle sue spalle, perché giunga felicemente a contemplare il volto di Dio con uno sguardo puro e rinnovato e goda il premio delle sue fatiche, vissute in una donazione totale al Padre e in piena solidarietà con i fratelli. Cristo Signore, infatti, con la sua morte, liberamente scelta come testimonianza suprema d’amore, ha sciolto i legami della morte di cui eravamo schiavi, da essa soggiogati. Con la sua risurrezione ci ha liberati dal nemico della umana natura per farci vivere nella libertà dei figli di Dio, consapevoli e grati dello stato di vita filiale di cui ci ha resi partecipi.
Il Vangelo, poi, ci ha presentato Gesù nell’atto di guarire i malati e scacciare i demoni. Egli continua ad esercitare anche oggi con noi lo stesso ministero di rinnovamento spirituale. Ci guarisce dalle nostre infermità, con la forza dei suoi Sacramenti, fino a trasformarci in uomini nuovi, capaci noi pure di consolare quanti si trovano in ogni genere di desolazione, proprio perché abbiamo sperimentato su di noi per primi il suo amore misericordioso. Diffusore della grazia di Dio, ringraziamo don Vittorio per la sua generosa disponibilità ad agire in nome di Dio e della Chiesa con la larghezza di chi antepone sempre il bene degli altri a se stesso, senza mai risparmiarsi.
Contempliamo ancora il colloquio prolungato e affettuoso di Gesù nei confronti del Padre suo, in un luogo deserto. Egli si rifugia lontano dai suoi discepoli e dalla folla che lo cerca per attingere da Dio padre la forza per predicare ovunque il Vangelo del Regno e donare a tutti la consapevolezza e la gioia di sentirsi amati da Dio. È proprio del pastore, infatti, infondere fiducia e speranza alle tante persone oppresse e deluse che egli incontra quotidianamente sul suo cammino, senza tuttavia rinunciare a tenere fisso lo sguardo sul Signore Gesù.
Don Vittorio ha saputo coniugare insieme le due dimensioni della vita cristiana e sacerdotale: la relazione filiale con Dio, ma anche la vicinanza fraterna con quanti hanno avuto bisogno di cure, materiali e spirituali, di consiglio e di discernimento vocazionale.
Soprattutto ha saputo condividere e interpretare pienamente il carisma di don Giovanni Folci, suo venerato padre, da cui ha attinto in pienezza la capacità di stare vicino, come premuroso amico e tenero confidente, soprattutto ai sacerdoti “dall’alba al tramonto”.
Grazie, don Vittorio, della tua esemplare testimonianza sacerdotale e della tua sincera amicizia nel Signore.
Oscar Card. Cantoni