Cattedrale di Como, 28 maggio 2023

Solennità di Pentecoste 2023

L'omelia del vescovo Oscar card. Cantoni

Come promesso, ancora una volta, Gesù risorto, Signore del mondo e della storia, nella Pentecoste ci invia lo Spirito Santo, suo “compagno inseparabile“, come lo definisce un padre della Chiesa.

Esso non aggiunge nulla di suo: ha semplicemente il compito di aiutarci a comprendere a fondo ed attualizzare la Parola di Gesù dopo averla fatta diventare nostra, perché essa sia guida e forza della nostra esistenza e così la nostra comune testimonianza missionaria, attraente e luminosa, sia frutto di questo dono, oggi generosamente effuso su di noi.

È lo Spirito Santo che ci fa entrare nei sentimenti di Cristo e ci dispone a condividerli, perché la nostra esistenza sia sempre più simile alla sua, la vita, cioè, non sia un continuo ripiegarci su noi stessi, sui nostri piccoli problemi quotidiani, ma sia vissuta a fondo, considerata nel suo giusto valore, cioè pienamente donata, quindi estesa alle dimensioni del mondo, con le sue lotte, le fatiche, le sofferenze, insieme alle speranze.

Il vangelo ci ha sottolineato come Gesù risorto abbia fatto irruzione nel cenacolo “a porte chiuse”, il primo giorno della settimana. Lì erano presenti gli Apostoli, pieni di paura, indecisi sul da farsi, ma in intensa preghiera. Li saluta e dona loro la pace, primo dono del Risorto.

Gesù, come allora, viene anche oggi e ci visita, spalanca le nostre porte, scaccia le nostre paure, personali e comunitarie, e ci dona il suo Spirito.

Egli viene e ci sconvolge, viene per farci uscire dal cenacolo, viene perché superiamo la paura del contesto di vita completamente mutato, perché non ci lasciamo abbattere quando nella società ci sentiamo una minoranza, viene perché non aderiamo allo scoraggiamento quando saremmo tentati di vivere da sconfitti, diventati un piccolo resto. La fede autentica non resta rinchiusa nel tempio, ma sente nel profondo il desiderio di cambiare il mondo, a partire da noi stessi.

Lo Spirito Santo ci responsabilizza, secondo i doni di ciascuno, perché non rinunciamo alla nostra missione di essere nel mondo tessitori di comunione, artefici di pace, costruttori di ponti, testimoni di misericordia.

Lo Spirito Santo, agendo in noi, per prima cosa spalanca i nostri orizzonti, spesso limitati e compressi, ci apre a possibilità inedite di evangelizzazione, anzi ci costringe a trovare creativamente metodi e linguaggi nuovi per andare incontro agli uomini del nostro tempo, fino a raggiungere addirittura il loro cuore.

Noi infatti parliamo, proponiamo, insegniamo, ma lo Spirito Santo, che agisce prima di noi e attraverso di noi, fa molto di più: convince.

Ecco perché senza lo Spirito tutto il nostro impegno sarebbe vano. Solo lo Spirito Santo può penetrare i cuori, condizione perché ogni persona possa accogliere la nostra testimonianza e rispondere in piena libertà.

È consolante per noi ricordarci che tutti gli uomini, in ogni epoca della storia, parlano la stessa lingua, cioè sono assetati dal comune desiderio di pace, di perdono, di comunione e di infinito perché tutto questo è da sempre già inscritto nell’animo umano, in ogni stagione della vita e in ogni latitudine della terra.

Lo Spirito Santo convince anche noi, a volte dubbiosi, che il Vangelo “risponde alle necessità più profonde delle persone, perché tutti siamo stati creati per quello che il Vangelo ci propone” (EG 265).

Ogni persona avverte in sé questa attrazione, anche se a volte sembra assopita, soprattutto quando è distratta da interessi materiali immediati, a cui dona energie e tempo, fino poi a rivelarsi futili e alla fine inconsistenti.

Ecco perché a noi è dato il compito di intervenire al momento opportuno nella vita dei nostri fratelli, di intuire le condizioni personali più opportune perché essi siano attenti e disponibili a ciò che lo Spirito Santo suscita, inaspettatamente, a partire dalle situazioni particolari e sempre nuove in cui essi vengono a trovarsi. Vi auguro di diventare collaboratori vigili e creativi dello Spirito Santo.

Egli evangelizza i cuori dei fratelli a partire dal nostro desiderio sincero di sentirci suoi umili, ma creativi strumenti.

Oscar card. Cantoni

 

30/05/2023
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