Ingresso di don Mario Bagiolo

Sondalo, 11 febbraio 2024

 Cari fedeli di Sondalo,

Sono venuto tra voi per presentarvi il vostro nuovo pastore, don Mario Bagiolo, che voi già conoscete e apprezzate da lungo tempo.

Come vescovo intendo in questo modo esprimere un segno della mia paternità facendomi vicino alla vostra comunità parrocchiale, che accoglie così direttamente dalle mie mani il suo nuovo pastore, scelto quale animatore della vostra comunità stessa, e che agisce in nome della Chiesa che lo invia e lo delega, quale rappresentante del vescovo stesso.

Don Mario non ha bisogno di troppe presentazioni, dal momento che la Provvidenza, voi lo sapete, gli ha consentito di compiere i primi passi del suo impegno pastorale, come prete novello, proprio in questo contesto parrocchiale per sette anni.

Molti di voi se lo ricordano, così da conoscere e apprezzare già da lungo tempo il suo animo, le sue virtù e anche sorridere di fronte agli immancabili difetti, come ciascuno di noi.

Sono passati, tuttavia, vari anni ed egli, attraverso altre esperienze pastorali, gioie e fatiche condivise, prima a Chiavenna, poi a Cosio, e quindi a Valfurva, si è lentamente evoluto, così che don Mario ora si presenta come il frutto delle sue maturazioni con compiti, responsabilità e fatiche pastorali notevoli e significative.

Noi tutti, infatti, siamo figli degli avvenimenti lieti e tristi che ci determinano, siamo il risultato di ciò che la grazia di Dio ci ha concesso, sempre che noi l’abbiamo percepita, accolta e fatta fruttificare.

Da oggi don Mario si innesta quindi nella vostra comunità, che non comincia da capo, ma riprende e prosegue quel cammino che ha caratterizzato il tempo di permanenza tra voi di don Giacomo Folini, che voi stessi avete accompagnato nella sua nuova comunità di Aprica, nella quale ha già dato prova di sé e del suo stile pastorale, pieno di sollecitudine verso tutti.

Il prete in una parrocchia non è tutto, non deve compiere tutto, non deve sostituirsi agli altri, perché a tutti i battezzati è dato il compito di sentirsi responsabili gli uni degli altri, partecipi delle gioie e dei dolori, delle necessità e delle ferite di ciascuno. Il pastore, però, è chiamato a farsi vicino, a coordinare il cammino di insieme, a promuovere la trasmissione della fede e sostenere soprattutto i laici perché siano uditori attenti della Parola di Dio, diffusori dei sacramenti che ricevono e testimoni concreti della misericordia di Dio,

La misericordia poi si presenta e si attua attraverso varie modalità, materiali e spirituali, secondo le diverse situazioni storiche e le condizioni delle singole persone.

Il Signore, creandoci, non ha dato a ciascuno i medesimi doni, ma li ha distribuiti all’uno e all’altro perché potessimo poi condividerli tra noi a misura della nostra generosità e del nostro impegno.

Tutti si sentano impegnati nella responsabilità comune, facendo fruttificare i doni propri ricevuti dalle mani generose di Dio.

Non lasciate solo don Mario nel compito che gli è affidato quale animatore della vostra comunità, ma camminate insieme con lui con apporti creativi, magari anche critici, secondo le necessità e le urgenze del periodo storico in cui viviamo.

Sentitevi con lui figli della Chiesa, con un cuor solo e un’anima sola, in felice armonia con il Vicariato e la tradizione diocesana, e il Dio della pace e della gioia vi sosterrà con la forza del suo amore.

A te, caro don Mario, buona strada!

 

Oscar Card. Cantoni

Vescovo di Como

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