Santuario di Maccio, 26 maggio 2024,

Vicariato di San Fermo

L'omelia del Vescovo a chiusura della visita pastorale

Solennità della Santissima Trinità

L’atto finale della visita pastorale a questo Vicariato non poteva che essere vissuto qui, in questo Santuario dedicato alla santissima Trinità misericordia, nel felice giorno della sua festa liturgica.

Incominciamo allora a lodare Dio Trinità misericordia, Uno in tre persone, per la speciale presenza in questo nostro santuario, prezioso scrigno di grazie, da cui promana tanta forza e speranza per la Chiesa intera, per ciascuno di noi in particolare, ma anche per l’intera umanità.

È Gesù stesso che ci ha rivelato il volto di Dio Padre, ha presentato sé stesso come figlio di Dio e Verbo del Padre, salvatore che dà la sua vita per noi e ci ha parlato dello Spirito Santo come nostro paraclito, cioè consolatore.

La santissima Trinità misericordia ci raduna proprio qui, da ogni parte del Vicariato, in questo luogo santificato dai tanti segni efficaci della sua azione, mentre nel vangelo di oggi ricordiamo il momento in cui Gesù risorto ha voluto radunare i suoi undici discepoli sul monte che aveva loro indicato.

È stupefacente come Gesù, prima della sua ascensione al cielo, si sia avvicinato agli Apostoli, li abbia di nuovo raccolti attorno a sé per le sue ultime raccomandazioni, li abbia poi inviati ad evangelizzare tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Eppure “essi dubitavano”, erano ancora erano pieni di esitazioni e di paure, per la durezza del loro cuore. Tuttavia, Gesù non si scoraggia. Li invia in tutto il mondo, nonostante la debolezza della loro fede. Egli li accompagna e li sorregge. Promette loro di essere sempre presente.

Gesù risorto agisce così ancora oggi con noi, in piena fiducia. Non si stanca di nessuno di noi e ci incoraggia ad avanzare sui sentieri scoscesi della storia, dove è difficile e impegnativo “evangelizzare”, cioè, tradurre il vangelo con i nostri fatti di vita, buone testimonianze che nella assemblea di ieri avete enumerato a prova della collaborazione vostra all’azione dello Spirito del Signore.

Pur nelle difficoltà del tempo presente, ci sentiamo tuttavia sorretti dalla fedeltà dell’amore di Dio e della sua compassione. Basta che lo riconosciamo e lo vogliamo accogliere, mettere di nuovo al centro delle nostre vite ed Egli, con il suo Spirito, sa suggerire le modalità più adatte per vivere da discepoli missionari nella attuale situazione della società.

Gesù risorto non teme una Comunità cristiana imperfetta, considera tuttavia il nostro desiderio sincero di annunciare il Regno di Dio, nonostante l’indifferenza di molti e il tentativo di oscurare Dio, vivendo come se non esistesse o se si potesse fare a meno di Lui.

Il Signore Gesù ci dona il suo Spirito perché possiamo testimoniare efficacemente con la nostra vita l’amore di Dio Padre con il Figlio suo, vero Dio e vero uomo, uniti in una comunione profonda con lo stesso Spirito.

Nella nostra struttura umana interiore, siamo tutti costruiti a immagine della santissima Trinità e noi, discepoli di Gesù, abbiamo il compito di diventare segno efficace della sua presenza, animati e sorretti dallo Spirito Santo.

Anche come Comunità cristiana siamo chiamati ad annunciare la Trinità misericordia non a parole, né con sottili ragionamenti, ma attraverso gli intensi legami che sappiamo pazientemente costruire tra di noi discepoli, ma anche con gli altri uomini e donne con cui veniamo in contatto nel nostro ambiente di vita.

Il modo con cui sappiamo realizzare le nostre relazioni interpersonali, la passione con cui ci prendiamo cura gli uni degli altri, è rivelativo della verità del Vangelo da noi proclamato.

Lo scambio di doni e delle responsabilità che le diverse Comunità sanno comunicarsi manifesta il desiderio sincero di aiuto reciproco, dice immediatamente la profondità e la verità del nostro impegno.

Emerge fin da subito, dalla incisività delle nostre relazioni, se tutto è espressione di una vera unità d’amore.

È dall’amore, infatti, dall’interesse per gli altri, specie se poveri, deboli e abbandonati, che emerge la qualità della nostra testimonianza, se facciamo tesoro o meno della presenza operosa della santissima Trinità, dal momento che Essa vive in noi come in un tempio. Ieri pomeriggio ho avuto la possibilità di constatare la vostra capacità di accoglienza visitando segni forti e ben visibili di una vera carità in atto.

Affidiamoci quindi con maggiore intensità alla santissima Trinità misericordia perché crescendo in noi la fede e la comunione che ci lega ad essa, sappiamo degnamente ed efficacemente manifestarla attraverso una testimonianza ricca, sincera e gioiosa.

Renderemo così attraenti e ancor più desiderabili le nostre Comunità di discepoli del Signore anche da quanti hanno abbandonato la fede o da coloro che, pur pienamente integrati nella cultura secolarizzata, possono essere toccati dalla verità, dalla forza e dalla bellezza del vangelo.

Proprio per la nostra testimonianza e il nostro servizio, sentiranno di potersi avvicinare e condividere il nostro stesso cammino di fede e così vivere una umanità piena. Il cristianesimo, infatti, può ancora rispondere alle grandi domande esistenziali dell’umanità e indicare la via per una vita felice, buona e bella, di fronte alle grandi sfide sociali che l’umanità sta attraversando.

A lode e gloria della Santissima Trinità misericordia.

Oscar card. Cantoni

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