Cari fratelli e sorelle, amati dal Signore,
con questa celebrazione entriamo nella grande solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al cielo, patrona di questa parrocchia. A imitazione di Maria, la Madre del Sì, Madre dell’ascolto, esempio della fede che si abbandona a Dio senza indugio, anche nella tempesta, vogliamo gioire per le grandi opere che il Signore compie in coloro che accolgono la Sua parola e sono disponibili a pronunciare, nelle varie condizioni di vita, il loro “Eccomi”.
Stasera, ancora una volta, vogliamo esprimere il nostro “magnificat” alla Santissima Trinità Misericordia Infinita, che proprio qui, in questo Tempio santo non manca ancora oggi di manifestarsi quale segno consolante e certo dell’amore di Dio, di cui il mondo ha tanto bisogno per poter ritrovare quella pace interiore e tra i popoli, che oggi è minacciata, calpestata e ignorata.
Stiamo assistendo, come ascoltato nella prima lettura dal libro dell’Apocalisse, ad una lotta feroce del maligno che attacca l’umanità intera, la Chiesa, le nostre comunità, che disgrega le famiglie, opera con il solo desiderio di dividere e di seminare inquietudine, odio e disperazione.
Il Diavolo lavora per soffocare la speranza nel cuore degli uomini e gettare angoscia, ma non dobbiamo dimenticarlo, Dio è più forte del male, Gesù Cristo ha vinto con la sua morte e risurrezione il peccato e ogni sorta di malvagità. Si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e si è manifestata la potenza del suo Cristo: La misericordia ha vinto e vincerà sempre.
Come sapete, qualche settimana fa, il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, il Card. Fernandez, in una lettera a me indirizzata, resa pubblica, così affermava: “Mi preme qui evidenziare il messaggio centrale di questa esperienza spirituale, ossia che la Trinità è la fonte della misericordia e la sua perfetta realizzazione”. Questo è il centro di tutti i messaggi perché, in definitiva, è il centro della Rivelazione. E il cuore della Rivelazione è questo: Dio, Trinità d’Amore, Unico Dio, Dono che si dona nella nostra umanità, in Gesù cammina con noi. Tenendo conto degli altri elementi di giudizio da Lei già forniti, continua la lettera del card. Fernandez, come i diversi e ricchi frutti spirituali e pastorali provenienti da questa esperienza spirituale, crediamo che Lei possa avviarsi ad una conclusione del discernimento per il bene del santo Popolo di Dio».
Grati come Chiesa di Como al Signore e a Papa Francesco, per questa ulteriore conferma circa l’esperienza spirituale e di fede che si realizza in questo nostro Santuario diocesano di Maccio, ho decretato il nullaosta per «apprezzare il valore pastorale e […] promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale, anche mediante eventuali pellegrinaggi, mentre invito i fedeli a dare la loro adesione» (Cfr. O. Cantoni, Decreto sull’esperienza spirituale di Maccio, 24 luglio 2024).
Ciascuno venga qui per attingere con sicurezza, senza timore o prevenzione di sorta, l’immenso fiume di grazia che sgorga dalla Santissima Trinità misericordia.
Tutto questo vorrei venisse interpretato nel suo significato più autentico e profondo, ossia nel riconoscere l’intensità spirituale e di fede di questa esperienza, affinché possa sempre più essere conosciuta e diffusa, al fine di testimoniare anche ai più lontani, la potenza e la forza rigenerante della misericordia infinita di Dio.
Qui possiamo sperimentare, come già altri in passato, che la misericordia opera meraviglie: a Dio nulla è nascosto del nostro cuore. Conosce ogni istante della nostra vita e penetra nell’intimo di noi stessi. Ci parla dolcemente attendendo il nostro sì, senza tuttavia forzare, con molta discrezione e delicatezza.
Ringrazio tutti i sacerdoti, i/le consacrati/e, i fedeli laici, che non si sono stancati in questi anni, seppur con le inevitabili fatiche, di perseverare nella preghiera in questo santuario e nella diffusione del messaggio di speranza che la Santissima Trinità Misericordia ha affidato in modo particolare alla nostra Chiesa di Como, perché poi sia diffuso e conosciuto nel mondo.
In modo tutto particolare ringrazio il “messaggero” di questo dono di grazia, che con grande discrezione ha risposto il suo faticosi “si” a questo compito così alto.
In maniera sempre più inequivocabile, emerge il compito di richiamare con coraggio gli uomini e le donne del nostro tempo, ad un incessante e urgente ritorno ad una vita spirituale intensa, a quella cura dell’anima, troppo spesso trascurata, per inseguire la gloria del mondo.
Rimettiamo Gesù Cristo al centro della nostra vita, solo lui ci è necessario, come era solito affermare San Paolo VI. Egli cammina con noi, vuole vivere dentro di noi, in piena unità.
Si tratta di un richiamo chiaro ed esplicito alla conversione, perché gli uomini tornino a Dio, alla fonte zampillante dell’acqua viva che sgorga dal costato di Cristo, l’unica che può saziare la sete d’amore inscritta nel cuore di ogni vivente.
È un invito esplicito affinché accogliamo ciò che il Signore va operando qui. Qual è il miracolo più grande se non quello della Misericordia che trasforma un cuore morto alla vita?
Da questa continua e profonda conversione nasceranno frutti di vera carità, segni luminosi che la grazia di Dio, per la potenza dello Spirito Santo, non si stanca di operare ancora oggi, affinché le nostre Comunità cristiane possano divenire sempre più luoghi di fraternità, di accoglienza, di compassione e di tenerezza. La vera e autentica carità sarà la misura della nostra vita spirituale e di fede.
Sapremo così, noi cristiani, essere pronti in ogni circostanza, anche dinanzi alla società civile, spesso smarrita e orfana di valori, a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi (Cfr.1Pt 3,15).
Sarà importante, come già ho affermato lo scorso novembre, rendere sempre più intensi in questo santuario i momenti della preghiera personale e liturgica, le catechesi, la vita di grazia attraverso i sacramenti, i pellegrinaggi, come anche le molteplici iniziative concrete di carità. Per favorire la conoscenza dei fatti qui accaduti, è in stampa un sussidio illustrato che racconta e documenta il nascere e lo sviluppo di questa sperienza spirituale. Allo stesso modo, in accordo con il Dicastero per la Dottrina della Fede, stiamo provvedendo alla pubblicazione di un ampio estratto degli “Scritti” qui ispirati.
Invito inoltre a celebrare la Settimana eucaristica pasquale della Divina Misericordia, nella quale per tutta l’ottava della Pasqua, le comunità parrocchiali e religiose sono invitate a sostare in atteggiamento adorante, davanti al Sacramento dell’Eucaristia, solennemente esposto sugli altari delle nostre chiese (Cfr. O. Cantoni, Messaggio per la quaresima 2024).
La santissima Trinità misericordia ci ripete con forza: “Venite, prostratevi a noi, non con timore, ma come figli che si abbandonano sulle ginocchia del padre, che si abbandonano all’abbraccio di un fratello per un conforto, che si inebriano del fuoco dell’Amore per ricevere forza”.
Concludo invitando tutti ad affidarci ancora una volta a Maria, Madre della Misericordia. La sua Immacolata Concezione, la sua Assunzione nella gloria sono il dono grande della Trinità. Il Signore l’ha posta davanti alla sua Chiesa così che mai il demonio potrà sopraffarla. Così Maria si presenta come segno di sicura speranza e consolazione. Ci possa sostenere nel compito impegnativo, ma al contempo gioioso, di essere testimoni e annunciatori credibili della infinita Misericordia di Dio.
Possa ciascuno di noi pronunciare, innanzitutto nel profondo del cuore, e poi insieme, queste parole ricche della speranza che non delude: “Santissima Trinità, Misericordia infinita, io confido e spero in te!”.
Amen!
Oscar card. Cantoni