Basilica del Crocifisso, 1° maggio 2024

Don Stefano Gobbi «parroco del mondo»

Apertura della fase diocesana del processo di beatificazione

Mercoledì 1° maggio 2024 alle ore 10.30 nella Basilica del Santo Crocifisso a Como,  il Vescovo Oscar card. Cantoni  ha presieduto la Celebrazione Eucaristica per la sessione di apertura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità del sacerdote don Stefano Gobbi, animatore del Movimento Sacerdotale Mariano e del Movimento Mariano (laici). Fra i presenti anche mons. Giovanni D’Ercole, vescovo emerito di Ascoli Piceno.

Qui il testo dell’EDITTO per l’introduzione della causa di beatificazione e canonizzazione.

Qui il testo dell’OMELIA del vescovo Oscar card. Cantoni durante la celebrazione.

«È un percorso che inizia – è la riflessione del Vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni –, l’espressione di un’esperienza di santità quotidiana che si rinnova nella nostra Chiesa diocesana». Il cardinale Cantoni non ebbe modo di conoscere don Gobbi: «Abbiamo ascoltato le testimonianze di tante persone che lo hanno incontrato e abbiamo visto il fervore sincero della loro fede. Non sappiamo quali saranno gli esiti, ma abbiamo ritenuto che si potesse avviare il cammino della fase diocesana».

«La figura di don Stefano è di grandissima attualità»: afferma con convinzione il postulatore Emilio Artiglieri. «Il suo è stato un instancabile apostolato missionario ispirato dalla Madonna. Un operato rivolto innanzitutto alla santificazione dei sacerdoti, affinché il loro affidamento al Cuore Immacolato di Maria, diventasse uno stile di vita, da realizzare, però, non da soli, ma nella fraternità, con altri sacerdoti e con i laici. Da qui l’esperienza dei Cenacoli di preghiera, nati esattamente 50 anni fa». Don Gobbi «pregava e faceva pregare – prosegue il postulatore – e in questo anno, che papa Francesco ha voluto sia dedicato alla preghiera, in preparazione al Giubileo del 2025, riscoprire la testimonianza umana e sacerdotale di don Stefano, comprese le prove e le difficoltà affrontate, può essere di aiuto e consolazione, a partire dalla sua capacità di fidarsi e affidarsi». Con l’avvio della fase diocesana «si apre un tempo di ascolto, ricerca, raccolta di prove, testimonianze, documenti per ricostruire la fisionomia spirituale e la figura storica di don Stefano. È un’occasione in cui tutti possono partecipare con la preghiera o portando la propria personale esperienza, nel caso in cui si abbiano elementi significativi da condividere».

«È un momento di grande gioia – commentano dal Movimento Sacerdotale Mariano – e per il quale ringraziamo Dio che, per intercessione della Madonna, ci ha donato la grazia dell’avvio di questo cammino. Don Stefano Gobbi è stato per tutti un testimone coraggioso e un esempio per imparare da Maria ad adorare e vivere a gloria della SS. Trinità».

 

Per l’inizio di una Causa di beatificazione è sempre necessaria la “fama di santità” della persona, ovvero l’opinione comune della gente secondo cui la sua vita è stata integra, ricca di virtù cristiane. È chiamato Servo di Dio il fedele cattolico di cui è stata iniziata la Causa di beatificazione e canonizzazione. Il postulatore, appositamente nominato, raccoglie documenti e testimonianze che possano aiutare a ricostruire la vita e la santità del soggetto. La prima fase inizia con l’apertura ufficiale di una Inchiesta in Diocesi e il candidato viene definito Servo/a di Dio. L’iter, salvo una particolare dispensa papale, non può iniziare prima che siano passati almeno cinque anni dalla morte del candidato. Il Vescovo diocesano costituisce un apposito Tribunale.

Per la causa di don Gobbi è costituito da: un Delegato del Vescovo, don Alberto Dolcini; un Promotore di Giustizia, don Marcelo Jose da Silva Sampaio; e da un Notaio Attuario, d.ssa Giusi Corbetta.

Una apposita Commissione Storica raccoglie tutti i documenti che riguardano il Servo di Dio e i suoi scritti. Infine, due Censori Teologi devono valutare i medesimi scritti, se vi sia qualcosa di contrario alla fede o alla morale. Tutte le informazioni vengono raccolte e poi sigillate nel corso di una sessione di chiusura, presieduta dal Vescovo. Terminato questo lavoro, si chiude la fase diocesana dell’Inchiesta e tutto il materiale viene consegnato a Roma al Dicastero delle Cause dei Santi. I candidati alla santità possono essere: martiri, confessori e coloro di cui si certifica l’offerta della vita per gli altri. Per il Giubileo del 2025 papa Francesco ha costituito, presso il Dicastero per le Cause dei Santi, anche la “Commissione dei Nuovi Martiri”.

 

DON STEFANO GOBBI

Stefano Gobbi nacque a Dongo (Co) il 22 marzo 1930. Stefano fu un ragazzo vivace e amato da tutti, cresciuto in una famiglia molto devota e legatissima al Santuario della Madonna delle Lacrime della nativa Dongo. Il Santuario era retto dall’Ordine dei Frati Minori e fu proprio nel mondo francescano che don Gobbi vide nascere i primi semi della sua vocazione. Ebbe una vita molto intensa, fatta di lavoro, di molteplici interessi (anche in ambito giornalistico e nella comunicazione in generale) e di studio (fino al dottorato in Teologia alla Lateranense di Roma).

Fu ordinato sacerdote della Compagnia di San Paolo il 19 dicembre 1964, a Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano, dal cardinale Luigi Traglia. Don Gobbi, da giovane sacerdote, fu addetto ai servizi generali del “Concilio Vaticano II”. Respirò il fermento dell’Italia di quegli anni, sia nella Chiesa (guardando con animo critico le interpretazioni fantasiose delle novità conciliari), sia nella società (a Milano fu insegnante di Liceo nei primi anni delle occupazioni e dei movimenti giovanili e fu molto apprezzato e seguito proprio dai più giovani). Un sacerdote che aveva sperimentato in prima persona le tante facce del mondo, senza perdere di vista il proprio riferimento: una sincera e profonda devozione mariana. Incaricato dalla Compagnia di San Paolo di seguire i fedeli in pellegrinaggio, ebbe la gioia di andare a Lourdes e poi Fatima.

LA NASCITA DEL MOVIMENTO SACERDOTALE MARIANO (MSM)

Fu proprio a Fatima, l’8 maggio 1972, che don Gobbi, in meditazione nella cappellina delle Apparizioni e concentrato nella preghiera a sostegno dei confratelli presbiteri che stavano vivendo un tempo di fragilità, ebbe la prima di oltre 600 locuzioni interiori con la Madonna.

Frasi, messaggi, ispirazioni: una relazione costante che portò alla nascita del Movimento Sacerdotale Mariano, che in una fase embrionale mosse i primi passi sull’Alto Lago di Como, dalla confidenza di don Gobbi con due amici sacerdoti, il parroco di Gera Lario don Luigi Bianchi e monsignor Teresio Ferraroni, all’epoca coadiutore del Vescovo comense, monsignor Felice Bonomini, di cui divenne successore. Movimento che poi si articolò in Cenacoli, nati esattamente 50 anni fa, nel 1974, e oggi presenti in tutto il mondo.

Come si legge nella pagina web del Movimento Sacerdotale Mariano, i messaggi e le ispirazioni consegnate a don Stefano da Maria sono raccolti in un piccolo tomo intitolato Ai sacerdoti, figli prediletti della Madonna, abitualmente conosciuto come il Libro Azzurro. In alcune regioni del mondo, dove i cristiani sono perseguitati o dove non esiste la possibilità di avere a disposizione testi sacri, il Libro Azzurro è diventato uno strumento di evangelizzazione. Il testo traccia l’itinerario che deve essere seguito per vivere concretamente la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. «Il Libro – sottolineano dal Movimento – è stato spontaneamente tradotto in tutte le lingue (compreso il cinese, a opera del biblista beato padre Gabriele Allegra) e ha contribuito a diffondere il MSM nei cinque continenti».

DON STEFANO, PARROCO DEL MONDO

«Don Gobbi – spiegano sempre dal Movimento – aveva una stretta relazione con papa san Giovanni Paolo II, che per diversi anni lo inviterà a celebrare con lui la Messa nella sua cappella privata e che seguiva da vicino le attività del Movimento Sacerdotale Mariano», tanto che oggi san Giovanni Paolo II è il patrono del Movimento stesso. Fu papa Wojtyla a definire don Stefano Gobbi «parroco del mondo». Si calcolano oltre 1700 voli aerei, tralasciando il numero elevatissimo di quelli in auto o in treno, per raggiungere i vari Cenacoli in tutti i continenti: si ritiene che don Gobbi abbia fatto almeno 5 volte il giro del mondo.

Un’attività instancabile che si fermò nel giugno 2011. Mentre si stava preparando ad animare gli Esercizi Spirituali Internazionali dei sacerdoti a Collevalenza (Pg), fu colpito da un attacco cardiaco. Fu trasferito d’urgenza all’ospedale Niguarda di Milano ma dopo alcuni giorni in coma morì il 29 giugno 2011, giorno nel quale papa Benedetto XVI celebrava i suoi 60 anni di sacerdozio, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo. «La Messa per le esequie di don Stefano fu celebrata a Collevalenza, in mezzo ai suoi fratelli preti del Movimento Sacerdotale Mariano del mondo intero, presieduta dal cardinale Ivan Dias», ricordano dal MSM.

Don Stefano fu sepolto a Dongo sabato 2 luglio, festa del Cuore Immacolato di Maria. Il cardinale Dias, il giorno seguente il funerale, incontrò papa Benedetto XVI e lo informò della morte di don Stefano. Il Papa, che conosceva don Gobbi, commentò: «È andato diritto in Cielo».

 

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