Il decimo anniversario di fondazione della casa Simone di Cirene è ricordato proprio oggi, solennità di Pentecoste, una scelta quanto mai opportuna per significare la presenza creatrice dello Spirito Santo, che attraverso i discepoli del Signore risorto continua lungo i secoli a generare quella “cultura della Pentecoste” di cui oggi l’umanità è affamata.
Abbiamo ascoltato, nella prima lettura, il noto episodio della discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli nel cenacolo di Gerusalemme. I discepoli, pieni di Spirito santo, superando ogni indecisione e con ammirevole, risoluto coraggio, senza timore alcuno, affrontano la folla, riunita in città per la festa ebraica della Pentecoste e raccontano le grandi opere di Dio, culminate nella risurrezione del Signore Gesù.
Il racconto della Pentecoste del capitolo secondo, tuttavia, non è l’unica irruzione dello Spirito narrata dagli Atti degli Apostoli. Lungo i diversi successivi capitoli, vengono riferite le varie discese dello Spirito Santo nella primitiva comunità cristiana, che ha permesso alla Chiesa nascente di diventare missionaria, aprendosi alle nazioni e di estendersi in tutto il mondo.
L’inarrestabile corsa della Parola, sostenuta dalla vivificante presenza dello Spirito santo, si è propagata di secolo in secolo, lungo la storia della Chiesa, producendo svariate forme di santità, secondo i doni riservati ai singoli cristiani e alle diverse porzioni del popolo di Dio.
La potenza operosa dello Spirito ci riserva continuamente continue ed inedite manifestazioni della grazia, che genera nuove creazioni, sempre sorprendenti, attraverso i discepoli del Signore, pronti ad ascoltare gli appelli dello Spirito e riconoscono la sua presenza che interpella all’interno delle sfide e le urgenze della storia, a servizio della Chiesa e dell’umanità intera.
Lo Spirito santo, ancora oggi, è all’opera tra di noi. Certo, Egli è discreto, compie la sua azione mediante quanti sono docili alle sue ispirazioni, così che sono proprio essi ad agire nel suo nome e con la potenza della sua iniziativa divina lo manifestano.
Nella seconda lettura ci viene ricordato qual è lo stile che deve caratterizzare coloro che vivono secondo lo Spirito, quali doni essi maturano attraverso le loro azioni, a tal punto che essi diventano un segno inequivocabile della presenza creatrice dello Spirito santo.
Nelle famiglie dove regnano amore, gioia e pace, lì lo Spirito santo è all’opera. Nei gruppi in cui ci si accoglie reciprocamente con pazienza e benevolenza, lì certamente lo Spirito è in azione. Nelle comunità, dove regnano fedeltà, mitezza e dominio di sé, lì lo Spirito santo ha posto il suo sigillo.
È alla luce di questi criteri che nel corso della odierna Eucaristia rendiamo grazie a Dio padre per la testimonianza di fede e di amore, nella nostra Chiesa, offerta da quanti fanno parte della casa Simone di Cirene, una compagnia di famiglie, con un sacerdote, che hanno scelto di affiancare quei presbiteri e religiosi che stanno attraversando un tempo di difficoltà e di prova. La Comunità cristiana è edificata dalla loro testimonianza e ne è grata. Anzi, auspica che dal loro esempio di vera oblatività maturino altre famiglie pronte ad impegnarsi in questo vero e proprio ministero ecclesiale.
Dovunque c’è umanità, lì si riscontrano normalmente fragilità e debolezza e questo è proprio di tutti, anche di noi sacerdoti, che tendiamo sì alla santità, all’interno, però, di una vita imperfetta. Ed è proprio per questo che, nella consapevolezza della nostra debole umanità, siamo ancor più vicini ad ogni persona.
Queste famiglie che hanno maturato una speciale vocazione di attenzione e premura nei confronti dei sacerdoti (una vocazione nella comune vocazione battesimale!) ricordano a tutti i membri della comunità cristiana il dovere di stare accanto, con discrezione e amorevolezza, ai sacerdoti in difficoltà, senza giudizio e con grande rispetto. Si tratta di nostri fratelli, che hanno bisogno estremo di vicinanza attraverso persone amiche, fratelli e sorelle su cui contare in particolari momenti della loro esistenza sacerdotale.
È un esempio edificante che queste famiglie, che animano già da dieci anni la casa Simone di Cirene, offrono alla nostra Comunità, in particolare ad altre coppie cristiane, perché impariamo tutti a condividere le diverse situazioni esistenziali: fisiche, psicologiche e spirituali che anche i sacerdoti possono attraversare, come tutte le altre persone.
A volte si tratta anche di crisi della fede, una notte oscura in cui Dio sembra nascosto, assente, incomprensibile. Una fede adulta e matura, tuttavia, sa rimanere pazientemente faccia a faccia con l’assenza di Dio, ma ha bisogno di persone di grande e generoso ascolto, che sappiano affiancare fraternamente i sacerdoti con tanta pazienza, coraggio e saggezza.
Ringrazio di cuore i membri e gli amici di questa casa, coinvolti in questa opera di premurosa e delicata attenzione ai sacerdoti, che fa della vicinanza, della compassione e della tenerezza la traduzione immediata e concreta della vera carità.
Oscar card. Cantoni