L’intera Chiesa di Como desidera esprimere i suoi auguri a papa Francesco in questo giorno in cui ricorrono i dieci anni dall’inizio del suo pontificato. Tutti ricordiamo le parole del suo primo saluto al mondo, quando ci disse che, insieme, iniziavamo «un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi».
In un frangente storico segnato da grandi cambiamenti, papa Francesco ci ha aperto gli occhi, ricordandoci che siamo in un cambiamento d’epoca. La Chiesa deve andare incontro agli uomini e alle donne di oggi con un linguaggio adatto, con uno stile di accoglienza, senza giudizio, dal momento che essa non è per i perfetti, ma per tutti noi, peccatori perdonati, in un “ospedale da campo“, prendendosi cura dell’essere umano con lo sguardo e l’attenzione che Pietro e Giovanni rivolgono al paralitico presso la Porta Bella del tempio di Gerusalemme (At 3, 7-10). Papa Francesco ci ha ricordato che l’ Eucaristia non è un premio per i perfetti, bensì panis viatorum, pane sulla via della maturazione, generoso rimedio e alimento per i deboli e per coloro che hanno delle mancanze.
Accogliendo l’invito che sempre papa Francesco ci rivolge, di pregare per lui, che è il Vescovo del popolo che è la Chiesa universale, vorrei ricordare e condividere il testo di una sua preghiera, che facciamo nostra: «Vieni, Spirito Santo, tu susciti lingue nuove e metti sulle labbra parole di vita. Preservaci dal diventare una Chiesa “da museo”, bella, ma muta, con tanto passato e poco avvenire».