Oga, 7 gennaio 2025

Esequie di don Giacomo Santelli

L'omelia del Vescovo

Il Vangelo che ci è stato annunciato ci permette di fare piena memoria di don Giacomo in questa celebrazione eucaristica nella quale invochiamo Dio Padre per lui e lo affidiamo a Cristo, Pastore dei pastori, perché lo accompagni nel santo viaggio.

È un Vangelo che don Giacomo ha annunciato più volte, lungo il corso del suo mandato pastorale, della durata di ben cinquantatré anni, e ora è la stessa Parola che spiega e illumina l’intera sua esistenza. Una vita interpretata, quindi, dalla stessa Parola del Signore.

Come Gesù ha lasciato l’oscuro borgo di Nazareth, all’inizio del suo ministero pubblico, ed è venuto ad abitare a Cafarnao, tanto che sarà chiamata “la sua Città”, punto centrale di riferimento del suo servizio in Galilea, così don Giacomo è uscito da questa terra, da questa piccola comunità di Oga, a cui è rimasto sempre affezionato, tanto che pensava di risiedere qui al termine del suo ministero.

C’è sempre un lasciare, un distacco, per ogni discepolo del Signore, per mettersi a totale e completa disposizione del santo popolo di Dio, a cui Dio invia i suoi testimoni per annunciargli una grande luce.

Cristo è la luce che Dio padre ha mandato per illuminare proprio “quelli che giacciono nelle tenebre e nell’ombra di morte”, ossia noi tutti, che desideriamo una vita bella e felice, che aspiriamo alla pienezza della verità, che abbiamo bisogno di essere tanto amati per potere, a nostra volta, amare gli altri con la stessa carità di Cristo.

Le prime parole di Gesù nel vangelo di Matteo sono quelle che abbiamo ascoltato: “convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino”, sono il programma fondamentale che Gesù ha annunciato fin da subito.

Sono un pressante invito ad accogliere la novità del Vangelo che cambia la vita, che, se accolto, dà un senso nuovo alla propria storia personale, un orientamento radicalmente diverso dalla situazione di stagnante abitudinarietà.

Il Signore viene tra noi con i suoi doni, con questo invito alla conversione, propone di accogliere, di fare fruttificare, di credere a ciò che il Vangelo propone: è questo l’annuncio che, come ogni discepolo di Gesù, anche don Giacomo ha rivolto ai membri delle varie Comunità a cui è stato inviato: Albosaggia, Tirano, Baruffini, Mazzo, Vervio, Semogo, fino a conclude al santuario di Tirano.

Si tratta di una proposta affidata alla libertà di ogni persona. A ciascuno di noi la responsabilità di accoglierla o di rifiutarla, ma al discepolo di Gesù è solo chiesto il coraggio e la perseveranza di annunciarla, senza tuttavia la pretesa di verificarne i frutti.

Gesù ha mostrato la novità del Regno attraverso i segni di vita che egli ha usato, guarendo ogni sorta di malattia e di infermità nel popolo.

I segni di Gesù che ci guariscono dai mali e ci rimettono in cammino, sono i medesimi oggi usati dalla Chiesa attraverso i Sacramenti, doni attraverso cui sperimentiamo la bontà misericordiosa del nostro Dio e la sua forza rinnovatrice.

Come ogni sacerdote, anche don Giacomo ha servito il popolo di Dio distribuendo con larghezza e a tutti la misericordia del Signore.

Ora noi, grati per il suo fedele servizio, preghiamo per lui e supplichiamo il Signore che conceda a questo nostro fratello il perdono e la pace. Possa essere accolto nella comunione dei Santi, incontrando tanti fratelli e sorelle a cui egli ha donato consolazione, certezza di vita nuova e una carica di speranza. Possano cantare insieme e per sempre le lodi alla Trinità santa.

Oscar card. Cantoni

 

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