“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala”. Assieme ad esse il discepolo amato che riceve in dono Maria e “da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”.
Contempliamo Maria aggrappata tenacemente alla croce del Figlio. La sua fede non viene meno. Si rimette totalmente nelle mani del Padre. Pur con il grande dolore di madre, Ella si affida a Dio, mentre vede realizzarsi in pienezza la profezia del santo vecchio Simeone: “Anche a te una spada trapasserà l’anima”.
Accanto a Maria, con l’animo afflitto, anche le donne e il discepolo condividono la sofferenza di Maria e si stringono con tenero e delicato amore attorno a Gesù, come grande segno di fedeltà.
È consolante per tutti, soprattutto per chi è in sofferenza, essere circondato da amici che sostengono e rassicurano con la loro presenza, anche tacita, ma amorevole e piena di tenerezza.
Penso che questa scena evangelica incarni bene la storia sofferta di don Lorenzo nella seconda parte della sua esistenza.
Egli ha vissuto pienamente il suo sacerdozio nel senso più completo del termine, non certo per gli atti ministeriali, per i quali era impedito, ma come libero dono di sé a Dio Padre. Si è trattato di una esistenza totalmente donata, di cui il letto della sua camera è servito come altare sacrificale, in una offerta esistenziale estremamente costosa.
C’è eroismo in questa esistenza, che si fa dono dentro una apparente inefficacia, umanamente inspiegabile, ma certamente feconda perché accolta da Dio come un vero sacrificio vivente.
E don Lorenzo ha vissuto così per diciotto anni, in una difficile capacità di relazione con quanti lo hanno assistito e visitato, quindi in una solitudine amara.
Qui è l’occasione più opportuna per ringraziare di cuore i padri Guanelliani che per anni lo hanno fraternamente accolto e mai abbandonato, e assieme ad essi tutto il personale infermieristico che se ne è quotidianamente preso cura, con vera professionalità unita a grande rispetto e delicatezza.
Ho avuto modo di visitare don Lorenzo più volte. Mi ha sempre colpito la sua serenità nell’accogliermi, e nello stesso tempo mi meravigliava come fosse a conoscenza dei fatti più recenti della nostra diocesi, segno di un amore che veglia e se ne prende cura in una preghiera incessante, divenuta sacrificio soave.
Grazie, caro don Lorenzo. Nel momento del tuo ministero attivo ti sei prodigato con generosità e brillantezza d’animo a servizio della gente, nelle parrocchie di Mandello e di Gravedona, poi nell’Azione Cattolica, nella scuola del Caio Plinio a Como, nella quale ci siamo trovati colleghi. Sempre con serenità e letizia, nonostante fatiche e difficoltà.
Poi il Signore ti ha chiamato attraverso la via del dolore e tu hai risposto generosamente con il tuo sì, eccomi, fedele alla chiamata del Maestro divino, che ti ha reso viva copia della sua passione.
Ora noi tutti ti accompagniamo nel santo viaggio e ti affidiamo a Colui che realizza sempre le sue promesse colmandoti di gioia e pace eterna.
Prega per noi, soprattutto per i giovani, per i quali ti sei mostrato sempre vero brillante educatore, e per i nostri preti, perché siano come te, sempre lieti in ogni circostanza, felice o avversa, di aver donato il cuore a Cristo per la vita del mondo.
Oscar card. Cantoni