Dongo, 6 settembre 2024

Festa della Madonna delle lacrime

L'omelia del Vescovo

Eccoci di nuovo al nostro appuntamento annuale in questa casa di Maria, che ci accoglie sempre con gioia come figli amati.

Gesù morente sulla croce, come abbiamo udito dal vangelo, affidando Giovanni a Maria, ha nello stesso tempo affidato anche tutti noi, discepoli del suo Figlio, perché Giovanni ci rappresenta.

È bello quindi sentirci sotto le cure tenere, perché materne, di Maria. Tuttavia, Ella non ci trattiene possessivamente sotto di sé, ma ci guida, ci prepara, ci invita all’incontro con il suo figlio Gesù per fare quello che lui chiede a ciascuno di noi. È lui solo l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo, quindi anche i nostri peccati personali.

Maria ci vuole liberi, di quella libertà che ci ha acquistato Cristo morendo sulla croce. Ella sa che solo Gesù può liberarci dal male che ci attanaglia e ci rende schiavi. Gesù ci libera dal nostro egoismo, dall’ orgoglio, dalla presunzione, dalla amarezza, dal pessimismo, dai giudizi freddi nei confronti degli altri, dalla incapacità di accoglierli e di perdonarli nella loro debolezza.

Gesù ci dona il suo Spirito che ci permette di compiere il bene, di vivere a servizio gli uni degli altri, ci dona di sperimentare la gioia di essere figli di Dio, teneramente amati e veri fratelli tra di noi.

Maria comprende le nostre debolezze e si fa sollecita perché ci decidiamo a uscir fuori dalla nostra mediocrità, il male di cui ci giustifichiamo facilmente e che favorisce di accettarci per quello che siamo, restando passivi, piuttosto che avanzare continuamente. “Il non andare avanti, è già un andare indietro” ci suggeriscono i Santi.

Siamo infatti tutti piuttosto benevoli con noi stessi, giudici pietosi nei nostri confronti, mentre siamo tentati di essere giudici severi verso gli altri.

Proprio perché madre, Maria è esigente con noi e ci invita a guardare oltre, ad avanzare con fiducia e speranza verso quelle mete alle quali il Signore vuole condurci.

Le lacrime di Maria si ripetono davanti alla nostra rassegnazione. Ella non si accontenta, come una madre esigente che vuole il bene dei suoi figli. Ci invita perciò ad avanzare, ossia ad andare oltre, piuttosto che rassegnarci alla nostra pigrizia. Dio è più grande e ha mete più alte per ciascuno di noi.

Non basta giustificarci, riconoscendo che noi abbiamo seguito Gesù una volta per tutte, dimenticando però il fatto che occorre piuttosto seguirlo nei dettagli, ossia nelle esigenze spicciole della vita cristiana. Queste si manifestano nei singoli fatti concreti, nelle situazioni quotidiane della vita, dentro le relazioni non sempre trasparenti nei confronti degli altri. Mentre giudichiamo spesso gli altri con rigore, nei nostri confronti personali ci giustifichiamo facilmente, dicendoci che “ormai” siamo abituati così, ma in questo modo costruiamo la nostra tomba.

Grazie, Maria, madre e sorella nostra, che con ogni premura ci sei accanto e ci costringi ad avanzare, come sei avanzata tu nel cammino della fede. Donaci coraggio nella prova e rendici più attenti ai cenni del tuo Figlio, perché siamo pronti a tendere verso le mete che tuo Figlio desidera da ciascuno di noi.

Oscar card. Cantoni

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