Sentimenti di profonda gratitudine, di tenero affetto e di grande stima si accendono in noi, in questo intenso momento di fede e di comunione che è l’Eucaristia, mentre diamo l’estremo saluto a don Mario, che fu parroco di questa comunità di Lipomo per ben quarantatré anni, dal 1971 al 2014. Proveniva dalla Valtellina, dalla parrocchia di Regoledo di Cosio, la stessa di don Roberto Malgesini, che pure ha servito la vostra Comunità dal 2003 al 2008 e che molti parrocchiani ricordano per la sua bontà e squisita delicatezza d’animo.
Siamo qui anche a nome di quanti avrebbero voluto prendere parte a questa celebrazione, ma non sono potuti intervenire a causa del numero limitato di persone che questo tempio può contenere a causa della pandemia, in forte ripresa. Dunque rappresentiamo gli altri membri del popolo di Dio, anche quelli delle parrocchie nelle quali don Mario ha svolto il suo servizio sacerdotale a Traona e in Cattedrale, come pure gli altri sacerdoti del nostro presbiterio, di cui don Mario è stato membro eletto per ben sessant’anni.
Proprio in occasioni come queste abbiamo la felice possibilità di sperimentare come noi facciamo parte della gioiosa Comunione dei Santi, ci sentiamo solidali, uniti e concordi gli uni gli altri e ne siamo consolati.
La Chiesa di lassù è misteriosamente, ma efficacemente unita alla Chiesa di quaggiù e così insieme intercediamo per il nostro fratello don Mario, che affidiamo alla misericordia del Padre, attraverso la mediazione di Cristo, nell’ unità dello Spirito Santo.
Siamo tutti un prezioso dono gli uni per gli altri, mentre condividiamo una storia comune all’interno della Chiesa. Oggi più che mai, nel rarefarsi delle vocazioni alla vita sacerdotale, comprendiamo quanto profondamente incida, per il bene della intera comunità e dei singoli, la presenza di un sacerdote, padre e pastore, così da poter affermare che Dio visita sempre il suo popolo con la presenza e l’azione pastorale di uno di questi.
Tutti ricordiamo come don Mario si sia manifestato, lungo il corso degli anni, quale tenero padre e buon pastore di questa comunità che egli ha amato profondamente, spendendosi a imitazione di Gesù, cioè offrendo tutto se stesso in dono.
Anche in questi ultimi anni, nella casa dei Fatebenefratelli di Solbiate (che ringraziamo per le loro cure) si teneva aggiornato sul cammino di questa vostra parrocchia. La sua anima ha esultato per l’elezione del comboniano padre Claudio, membro di questa comunità, lo scorso 6 agosto, a Vicario apostolico di Alessandria d’Egitto, cresciuto da ragazzo sotto le sue cure. Quanto grande fu la sua sofferenza alla notizia, il 15 del mese di settembre, dell’assassinio a S. Rocco di don Roberto, il cui padre era coetaneo di don Mario e che egli ha avuto come vicario cooperatore proprio qui a Lipomo.
Il vangelo appena proclamato manifesta Gesù pieno di tenerezza e di grande compassione di fronte a una povera madre vedova, che piange per il suo unico figlio ancora adolescente, defunto a Nain, in Galilea, proprio mentre il corte funebre lo sta conducendo a sepoltura e lo restituisce alla vita.
Gesù è venuto nel mondo a condividere le fatiche e le sofferenze degli uomini, ha manifestato la sua vicinanza a chi era nelle difficoltà e nelle prove della vita, ha portato la speranza a quanti l’avevano perduta, è stato condiscendente verso tutti i bisognosi. Queste caratteristiche di Gesù hanno un valore perenne, in virtù della sua risurrezione, quindi sono attive, attuali e feconde anche oggi per tutti noi. Gesù è la tenerezza di Dio incarnata, in lui opera l’immensa compassione del Padre.
Vicinanza alle persone, come Gesù, è la prima condizione per vivere da pastore in mezzo al Popolo di Dio, unito alla capacità di condivisione del dolore e delle gioie che ciascuno sperimenta.
Poi gesti che invitano alla promozione di una nuova dimensione di vita per superare le prove e le fatiche del momento. Gesù ordina al “ragazzo, dico a te, alzati!”.
Cristo risorto, che ha vinto il male e la morte, ci dona sempre la possibilità di ricominciare, di rinascere a nuova vita. Il pastore è a servizio della speranza perché ogni persona, con la forza che Dio gli dona, possa nuovamente rimettersi in cammino.
“Ragazzo, dico a te, alzati“: è l’invito e l’augurio, unito a preghiera, che don Mario rinnova oggi a noi e specialmente all’intera Comunità di Lipomo. Nessuno si lasci rubare la speranza, per poter camminare sulle strade che Dio fedelmente ci apre, mentre dissolve la nebbia che ci permette di avanzare, quel poco che basta, giorno per giorno.