Cattedrale di Como, 1° febbraio 2025

Giubileo della Vita consacrata

L'omelia del Vescovo

Care sorelle e fratelli, membri della vita consacrata, cari religiose e religiose, e voi membri degli Istituiti Secolari e dell’Ordo Virginum,

siete i primi ad aver varcato la porta della nostra Cattedrale, la chiesa madre della diocesi, per l’acquisto della indulgenza giubilare.

E con ciò esprimete la vostra sollecitudine e dedizione per il Signore e insieme manifestate il primato della vita nello Spirito che voi coltivate. Siete posti come modello davanti al popolo di Dio innanzitutto per quello che siete e poi per quello che fate. Da ciò proviene la stima, la gratitudine, l’ammirazione e l’affetto di tutti i cristiani e non nei vostri confronti.

Altre categorie vocazionali sono attese durante questo Anno Santo e qui, come nelle altre chiese giubilari, avverrà l’abbraccio di Dio con il suo popolo, che ha tanto bisogno di sentirsi amato, atteso, accolto, perdonato per poter sperare nei beni futuri.

Voi siete i primi a partecipare della grazia, della gioia e dello stupore dell’incontro con il Signore Gesù, a imitazione di Simeone ed Anna nel tempio di Gerusalemme. Grazia sempre nuova e sempre abbondante, mentre già godete della sua intima e profonda amicizia, cresciuta lungo il tempo, perché continuamente ravvivata, anche nei momenti di fragilità e di prova.

Nel coltivare una intensa vita interiore rafforzate quindi l’amore, lo stupore del primo giorno, il fascino sempre nuovo dell’incontro con il Signore, condiviso con i fratelli e le sorelle, che godono con voi degli stessi carismi, negli Istituti di cui fate parte.

La grazia battesimale vi ha avvolti totalmente, fino a scegliere di appartenere per sempre al Signore Gesù, a cui avete donato tutto voi stessi, così da poter vivere nella Chiesa sempre e solo con Lui, in una perenne giovinezza del cuore, nonostante l’avanzare dell’età.  Per amore del Signore Gesù, e nel suo nome, siete divenuti un dono per tutti, nei diversi ambienti professionali in cui siete stati inviati, anche nei confronti di coloro che non lo conoscono e non lo amano.

Voi avete tanto da raccontare, fin dalla vostra chiamata iniziale, che avete saputo tenere viva, a prova della fedeltà di Dio nei vostri confronti. Il vostro vissuto è tutto contraddistinto da un perenne cantico di lode, dal momento che la lode caratterizza il vostro primario ministero, che esercitate quotidianamente, come il santo vecchio Simeone e la profetessa Anna, descritti nel vangelo che è stato proclamato.

Fondamentale è per voi ricordare le grandi opere di Dio, quelle che Egli continuamente compie anche attraverso di voi e intorno a voi e riconoscerle come segno della sua fedeltà, che vi permette così di sperare in beni più grandi che Dio vi assicura.

Come Simeone, “uomo giusto e pio”, prendete in braccio il Bambino Gesù. Egli manifesta la misericordia e la tenerezza di Dio. Solo così, proprio per averlo accolto e gustato personalmente, sarete in grado di descriverlo e di poterlo consegnare a vostra volta a quanti vi avvicinano.

Proprio il santo vecchio Simeone, ha saputo intravvedere dentro la debolezza di un bambino, accolto tra le sue braccia, la presenza mite del Dio con noi. Così anche voi siate capaci di percepire, con gli occhi dello Spirito, brillanti di gioia, quello che i semplici occhi umani non riescono a intravvedere.

Anche per voi valga la raccomandazione di papa Francesco, vera prova di conversione e di rinnovamento personale. Egli ci invita ad accostarci a tutti con “vicinanza, compassione, tenerezza”. Così testimonierete a voi stessi, prima che agli altri, la conversione intrapresa, con la grazia di quest’anno giubilare che la Chiesa mette a disposizione di tutti i suoi fedeli.

Oscar card. Cantoni

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