Giubileo delle ministerialità

Il 15 marzo in Cattedrale con il Vescovo Oscar

In questo anno la Chiesa diocesana, come scritto dal vescovo Oscar card. Cantoni nelle “Indicazioni per un Anno di Grazia” distribuito lo scorso ottobre, sta riflettendo sull’importanza della ministerialità. Ovvero, spiega il Vescovo, «l’urgente attesa di cristiani, uomini e donne, con i quali condividere la cura della Comunità», cristiani chiamati a ricevere i singoli ministeri «dopo un attento discernimento e un congruo periodo di formazione». I ministeri, concretamente, si declinano nel servizio alla comunità cristiana: per esempio nell’animazione liturgica (lettori, cantori, ministri straordinari della Comunione…), nella catechesi (quindi catechisti, educatori, formatori…), nell’ambito della carità (volontari, operatori, persone impegnate nell’accompagnamento delle fragilità…).

Tutti coloro che svolgono un servizio per l’annuncio del Vangelo, la celebrazione liturgica e la carità sono invitati

sabato 15 marzo, in Cattedrale a Como

a vivere una giornata giubilare insieme al Vescovo. A coordinare la giornata sono gli Uffici diocesani per la Liturgia, la Catechesi e la Caritas. Sul sito https://liturgia.diocesidicomo.it/ si trova il modulo per iscriversi gratuitamente alla giornata, per fare in modo che si possa organizzare tutto per il meglio (compresa l’ospitalità negli oratori e comunità della città per il pranzo al sacco).

 

IL PROGRAMMA

  • Il 15 marzo l’accoglienza in Cattedrale sarà a partire dalle 9.45.
  • Alle 10.00 il cardinale Oscar Cantoni presiederà la Santa Messa.
  • A seguire, indicativamente dalle 11.00, don Rolando Covi, sacerdote della diocesi di Trento e docente di teologia pastorale presso la Facoltà Teologica del Triveneto, terrà la relazione Verso una Chiesa della Speranza: passi da compiere. A don Rolando, spiega don Francesco Vanotti, responsabile dell’Ufficio diocesano per la Catechesi, «abbiamo chiesto di approfondire questo tema, offrendo ai catechisti e a coloro che si occupano della liturgia e della carità nelle nostre comunità una visione di Chiesa ministeriale, missionaria e sinodale. Una Chiesa in cui ogni ministerialità è chiamata ad assumere, insieme agli altri, lo stile della corresponsabilità». Partendo dal grande tema del Giubileo, «don Rolando – aggiunge don Vanotti – ci guiderà nella riflessione sulla speranza come cammino di conversione. Indicherà alcune trasformazioni necessarie a livello spirituale e identitario e, di conseguenza, anche a livello ecclesiale e pastorale. Siamo chiamati ad accogliere queste conversioni come sfide per il nostro tempo di cambiamento e a metterle in pratica. Inoltre, ci offrirà qualche esempio di buone pratiche adottate nella sua diocesi».

 

DON SIMONE PIANI

UFFICIO LITURGICO DIOCESANO

«Per avere una piena consapevolezza del proprio ministero come autentico servizio nella Chiesa – ci ricorda don Simone Piani, responsabile dell’Ufficio liturgico diocesano, al quale abbiamo chiesto il senso della ministerialità per gli animatori della liturgia –, è fondamentale ripartire dal battesimo. Il battezzato avverte il bisogno di mettersi al servizio della Chiesa, un servizio che può assumere forme diverse a seconda del ministero». Don Simone individua tre dimensioni: «il ministero ordinato, che comprende vescovi, sacerdoti e diaconi. Il ministero istituito, affidato a coloro che, attraverso una speciale benedizione ricevuta nella Chiesa locale, hanno il compito di dare visibilità ai ministeri legati alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, come il lettore e il catechista. I ministeri di fatto, svolti da tanti uomini e donne che, nelle comunità, contribuiscono alla loro crescita con diversi servizi, sia nell’ambito liturgico che al di fuori di esso».

 

ROSSANO BREDA

DIRETTORE DELLA CARITAS DIOCESANA DI COMO

Che cosa significa la ministerialità per un operatore Caritas? A spiegarcelo è Rossano Breda, direttore della Caritas diocesana di Como. «Significa innanzitutto avere la consapevolezza che la propria azione è un ministero a servizio dei fratelli e della Chiesa. Tutti i battezzati esercitano un ministero. La proposta pastorale di Evangelii Gaudium, con Papa Francesco, ha portato a una maggiore definizione di questo concetto. Non è necessario avere competenze particolari, ma piuttosto essere volenterosi, fondati nella Parola, con una vita di fede e un’attenzione speciale alle povertà umane, spirituali ed economiche che ogni cristiano può incontrare. La ministerialità significa essere nella Chiesa, a servizio della Chiesa e, in particolare, degli ultimi. È bello che il nostro Vescovo convochi tutte le ministerialità, le porti a un momento giubilare e dia loro di nuovo un riconoscimento nella celebrazione e nella formazione. I tre prismi di liturgia, catechesi e carità sono fondamentali per il cammino della Chiesa, non perché siano migliori di altre dimensioni pastorali, ma perché in essi si riconoscono tutte le altre. Il Giubileo ci ricorda che lo straordinario ha senso solo se riconduce all’ordinario, se ci aiuta a implementare quei processi che poi viviamo quotidianamente. Come nel Giubileo biblico, è un momento di rinnovamento, di riconciliazione e di ripartenza con un senso più umano e comunitario del nostro servizio e della nostra vita».

 

DON FRANCESCO VANOTTI

UFFICIO CATECHESI DIOCESANO

«Il Giubileo delle ministerialità del 15 marzo – spiega don Francesco Vanotti – sarà un’occasione importante per riflettere su alcuni temi fondamentali. Cercheremo di mettere a fuoco il modo in cui vivere da cristiani oggi. Si tratta, come direbbe Paola Bignardi, di “dare una possibilità al futuro del cristianesimo”. In altre parole, la nostra fede non è vissuta nello stesso modo in cui credevano i nostri nonni o le famiglie di un tempo. Allo stesso modo, le generazioni di oggi, che rappresentano il presente del cristianesimo, non crederanno esattamente come noi. Dobbiamo quindi interrogarci su quale esperienza di fede e di cristianesimo sia oggi la più adatta a questo tempo di cambiamento. Questo implica anche riflettere su quale tipo di comunità e di parrocchia siamo chiamati a costruire e quali ministerialità siano necessarie per affrontare questa sfida. I ministeri istituiti, come quello del lettore, dell’accolito e del catechista, insieme ad altre forme di ministerialità di fatto non istituzionalizzate, come il ministero della consolazione e della compassione, possono rappresentare nuove modalità di vivere la fede. Secondo il nostro Vescovo e i Vescovi italiani, questi ministeri esprimono un nuovo modo di essere Chiesa, fondato sulla corresponsabilità e sulla collaborazione con il ministero ordinato».

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