I cinque sensi e le persone con disabilità

Sabato 29 marzo in Seminario

“Una liturgia inclusiva: i cinque sensi e le persone con disabilità” è il titolo del convegno in programma sabato 29 marzo, dalle 15.00 alle 18.00, nella sede del Seminario Vescovile di via Baserga 81 a Como (Muggiò). Si tratta di un momento di sintesi a chiusura del percorso di formazione promosso dagli Uffici diocesani per la Catechesi, per la Pastorale della Famiglia, per la Liturgia, della Scuola e dell’Università e dalla Caritas diocesana.

UN PERCORSO NATO DUE ANNI FA

Per il secondo anno consecutivo queste realtà hanno offerto occasioni di approfondimento a tutte le comunità cristiane della Diocesi e alle associazioni presenti sul territorio che hanno a cuore il mondo della disabilità. Il 24 gennaio e il 21 febbraio si sono svolti due webinar formativi a cura di padre Domenico Fidanza, Responsabile del Servizio per le persone con disabilità della Diocesi di Brescia. Sono stati affrontati due argomenti: “La mistica dei sensi” e “Liturgia e disabilità: spunti per una partecipazione attiva”.  Ora il convegno del 29 marzo.

A COLLOQUIO CON DON FRANCESCO VANOTTI

Come si è arrivati all’evento del 29 marzo? A rispondere è don Francesco Vanotti, direttore dell’Ufficio catechesi diocesano, il quale ricorda che la proposta, «è il frutto del tavolo di lavoro costituito due anni fa e che coinvolge gli Uffici pastorali che hanno promosso i due webinar e il convegno ormai prossimo. Collaborazione è il frutto di un percorso voluto dal nostro Vescovo, cardinale Oscar Cantoni, il quale, nel Liber Sinodalis, ha richiesto la costituzione di un tavolo di lavoro trasversale che coinvolgesse più ambiti pastorali. L’obiettivo è quello di non concentrarsi esclusivamente sulla catechesi, e quindi sulla dimensione dell’annuncio per le persone con disabilità, ma di assumere uno sguardo pastorale più ampio, comunitario. La riflessione che anima questo tavolo nasce dai vari ambiti pastorali rappresentati nei diversi uffici e considera la persona con disabilità come un soggetto che interessa tutti gli aspetti della pastorale. Si passa così da una pastorale settoriale a una pastorale integrale. L’obiettivo è prenderci cura della persona con disabilità nelle sue molteplici dimensioni: dall’annuncio alla cura all’interno della famiglia, dalle problematiche legate alla socialità all’insegnamento della religione cattolica, fino alla dimensione celebrativa».

Perché, per il convegno del 29 marzo, è stato scelto il tema della liturgia?

«Lo scorso anno abbiamo proposto un convegno che si è concentrato sul valore inclusivo della comunità cristiana. Quest’anno, invece, abbiamo voluto precisare meglio il focus, individuando la liturgia come prima soglia di accesso alla vita comunitaria per le persone con disabilità. Una persona con disabilità può più facilmente partecipare a una celebrazione liturgica piuttosto che a un percorso di catechesi, che richiede un’adesione più consapevole e continuativa. La liturgia, quindi, rappresenta un’opportunità per il primo annuncio della fede. Abbiamo scelto di affrontare questa tematica anche perché crediamo che le nostre comunità siano chiamate a essere sempre più inclusive, superando le barriere liturgiche che possono ostacolare la partecipazione delle persone con disabilità».

Quali passi concreti possono essere messi in atto subito?

«Alcune attenzioni pratiche possono essere adottate immediatamente nelle comunità cristiane. Ad esempio: la traduzione in LIS (Lingua dei Segni Italiana) durante le celebrazioni; l’uso di strumenti tattili e simboli per non vedenti; la realizzazione di preghiere gestuali e canti che coinvolgano il linguaggio del corpo; l’impiego di immagini, pittogrammi e gestualità simboliche».

A livello regionale e nazionale, quali sono le prospettive per una Chiesa più inclusiva?

«L’attenzione al tema della disabilità è cresciuta sia a livello regionale che nazionale. L’Ufficio Catechistico Regionale ha un referente e un’equipe che coordina e propone iniziative formative per le equipe diocesane. In Lombardia, l’interesse per l’inclusione è molto alto, con convegni e proposte formative costanti. A livello nazionale, da alcuni anni è stato istituito un Servizio Nazionale per le Persone con Disabilità, coordinato da suor Veronica Donatello, che monitora le esperienze locali e promuove un approccio integrato. Nella nostra diocesi, su volere del vescovo, vogliamo continuare a sviluppare questo tavolo di riflessione, coinvolgendo anche nuove realtà, come associazioni di genitori di ispirazione cattolica, che desiderano una maggiore inclusione nelle loro comunità. I passi da compiere sono graduali, ma c’è grande entusiasmo e passione. La collaborazione tra competenze diverse sta permettendo di costruire un percorso nuovo e significativo, non solo per la nostra diocesi, ma per la Chiesa intera».

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