1.“Vieni, Signore Gesù!”. È il grido che ha attraversato i secoli, lungo tutta la storia della Chiesa e che ancora oggi risuona ardentemente sulle labbra dei discepoli di Gesù, quale espressione sincera e convinta del loro cuore. È una acclamazione che non è riservata al solo tempo liturgico dell’Avvento, ma che in questo periodo risuona in maniera ancora più forte.
Se invochiamo la visita del Signore Gesù è perché Egli è l’unico necessario. Occorre allora che ci misuriamo con lui, purificando i nostri desideri. Infatti vogliamo giungere a desiderare anche noi solo quello che Egli desidera. Tutto ciò che pensiamo e operiamo deve diventare conforme al pensiero di Cristo, a ciò che Egli reputa come essenziale e necessario per la pienezza della nostra vita, ma anche per quella del mondo.
Quanto più amiamo veramente Gesù, quanto più lo cerchiamo, tanto più desideriamo la sua venuta. Egli è la risposta a tutte le nostre domande.
L’acclamazione “vieni, Signore Gesù!” esprime allora il desiderio più profondo di quanti lo cercano attraverso le tante vie attraverso le quali Egli si manifesta.
2. Il grido dei discepoli che invocano l’avvento del Signore ci induce a riconciliarci con la nostra fragilità e debolezza, che soprattutto in questi tempi di pandemia si è manifestata con piena evidenza.
Spesso, infatti, le persone sono portate a camuffare la propria vulnerabilità. Mentre cercano in tutti i modi di evidenziare il meglio di loro stessi, mediante il culto della personalità, che vive alla ricerca di continuo consenso, della bramosia del successo, nascondono ciò che di più vero caratterizza l’umanità.
Il Figlio di Dio, nel desiderio di una vera intimità con gli uomini, si fa nostro fratello proprio attraverso la fragilità, là dove tante volte noi ci vergogniamo. Il Signore Gesù entra nella nostra debolezza per farsi nostro fratello, senza disdegnare nulla. Condivide la strada della vita e la riempie del suo amore e della sua forza. La fiducia nella presenza attiva del Signore ci renda capaci di accogliere e riconciliarci anche con le nostre inconsistenze. Perciò lo supplichiamo: “vieni, Signore Gesù!”.
3. Gli amici del Signore accolgono la nuova venuta del Signore perché dia loro la possibilità di riconoscere i segni del Regno di Dio già presenti e operanti nella nostra storia. Gesù Cristo ha ricevuto dal Padre, come premio della sua passione e morte in croce, la signoria sul mondo, che Egli continua a guidare con sapienza e amore. E’ così anche nei confronti delle nostre vite: non siamo soli a lottare contro il male, anche se a volte ci sentiamo impari davanti a tante sofferenze e fatiche. Spesso i nostri occhi sono incapaci di riconoscere il flusso di vita divina che circola dentro il nostro comune ordinario. Invochiamo dunque il ritorno del Signore perché ci purifichi il cuore e ci doni la sua sapienza, attraverso la quale intravedere i tanti segni di bontà e di giustizia che gli uomini manifestano oggi dentro il loro vissuto quotidiano. E’ il Regno di Dio che si realizza per la potenza della risurrezione di Gesù, per l’effusione del suo Spirito, ma anche per la collaborazione paziente e generosa di tanti uomini e donne, che si impegnano e lottano per l’avvento di un mondo nuovo, per la pace con Dio, tra le persone e nel creato.
Buon cammino di Avvento a tutti, con la frequente, comune invocazione: “Vieni, Signore Gesù!”.
+ Vescovo Oscar