Amati fratelli e amate sorelle,
È motivo di grande gioia il poterci ritrovare insieme, sia pure con le debite distanze, sentirci in comunione con tante famiglie che ci stanno seguendo mediante la TV e via streaming e condividono il nostro rendimento di grazie. La celebrazione eucaristica domenicale incomincia in alcune comunità, sia pure a numero chiuso: si tratta di una ripresa graduale. Non tutte le parrocchie sono già in grado di celebrare l’Eucaristia, soprattutto là dove il pericolo di contagio è più marcato che in altri ambienti: una scelta prudenziale per non compromettere la vita delle persone.
È consolante, tuttavia, sentirci spiritualmente tutti uniti, grazie ai moderni mezzi di comunicazione, che in questi mesi ci hanno permesso di sentirci meno soli e tanto meno abbandonati a noi stessi.
Una stessa linfa, la Parola di Dio, ha alimentato la nostra fede, creando una unità tra di noi, che deve continuare anche in seguito.
Siamo persone, creati a immagine di Dio Trinità, vale a dire esseri in relazione profonda gli uni con gli altri, gli uni per gli altri. La fede si sviluppa all’interno di una dimensione comunitaria ed ecco allora il grande bisogno di condividere con i fratelli e le sorelle la Parola viva di vita, il Corpo e il Sangue di Cristo per tutti sparso e a tutti noi donato.
Ed è bello che scopriamo, proprio perché ci sentiamo un unico corpo, la bellezza delle relazioni tra noi nelle nostre comunità parrocchiali, comunità aperte, umili, cariche di speranza, che contagiano passione e fiducia e non ci accontentiamo di sentirci “cristiani devoti” in modo individualistico e astratto.
Nella liturgia di oggi celebriamo la festa dell’ascensione del Signore Al cielo. Non nel senso che Gesù risorto sale al cielo dimenticandosi dei suoi Apostoli, quasi chiudendo una parentesi per il tempo vissuto tra noi.
Avendo ricevuto dal Padre ogni potere, in cielo e sulla terra, Gesù Cristo, crocifisso e risorto, diventa il cuore del mondo, riveste di sé ogni realtà e ogni creatura per trasfigurarla.
Tutto è avvolto dal suo amore, ogni creatura si sviluppa secondo il suo progetto, che è quello che ha iniziato con la sua presenza tra noi, quindi secondo il suo stesso stile evangelico. Esso comporta sempre fiducia e confidenza in Dio nostro padre e insieme si realizza mediante una “immersione” nella vita reale delle persone, sempre però attraverso mezzi poveri, quindi nell’umiltà, nella debolezza, nell’ amore perseverante fino al dono totale di noi stessi. Il regno di Dio avanza senza ostentazione, accettando anche le persecuzioni e ogni genere di prove, perfino il perdono delle offese.
Gesù risorto, signore del tempo e della storia, chiama i suoi discepoli a condividere il suo stesso disegno perché l’umanità Intera, finanche la creazione, diventi un dono d’amore per la gloria di Dio padre.
Per questo il Signore Gesù non ci lascia mai soli. Egli intercede per noi presso il Padre, è presente con la sua umanità glorificata presso Dio, ma insieme è sempre con noi, ci dona il suo Spirito perché noi siamo in grado di vivere missionariamente la nostra vita. Ossia capaci di concepire la nostra vita come una missione d’amore a servizio dei fratelli, creando le condizioni perché il Regno di Dio si edifichi dentro la storia degli uomini. Sappiamo che il Regno di Dio è la pienezza dell’amore, della giustizia e della pace.
“”A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli. Ecco, io sono con voi tutti giorni, fino alla fine del mondo” abbiamo sentito nel vangelo di oggi.
Da parte di Gesù si tratta di un grande gesto di fiducia nei nostri confronti, perché egli ci invia a condividere la sua stessa missione. Tuttavia per Gesù è anche un grande rischio, conoscendo la nostra incostanza nel fare il bene, la debolezza della nostra fede. Non deludiamo la fiducia che il Signore ripone in ciascuno di noi! Da parte sua, Gesù risorto ci dona lo Spirito santo per lottare contro ogni forma di male, che rallenta la crescita del Regno di Dio, ma anche ci sostiene nell’impegno generoso per la costruzione della civiltà dell’amore e della giustizia, ciascuno secondo i doni ricevuti. Tutto è affidato alla nostra libertà, alla nostra capacità di rispondere responsabilmente e con amore al grande disegno di Dio.
L’Eucaristia che celebriamo e riceviamo non è un tesoro geloso da custodire per noi stessi, in uno spiritualismo sterile, ma la condizione per agire efficacemente dentro il corpo ecclesiale vivendo come Gesù, con la sua stessa passione missionaria, che potremmo sinteticamente riassumere cosi: “una vita per…”
Domenica 24 maggio, Solennità dell’Ascensione e 54° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Vescovo monsignor Oscar Cantoni presiederà la Santa Messa, alle ore 10.00, dalla chiesa intitolata a Santa Maria Regina a Como-Muggiò. La liturgia eucaristica sarà trasmessa in diretta su EspansioneTv (canale 19 DTT, sito web e pagine social) e sul canale YouTube del “Settimanale della diocesi di Como.
Sarà la prima Santa Messa celebrata con la presenza dei fedeli, dopo il lungo digiuno eucaristico – iniziato nel pomeriggio di domenica 23 febbraio – necessario per contenere la diffusione del coronavirus.
In tutte queste settimane le chiese sono rimaste accessibili, anche se con restrizioni, per la preghiera personale e i sacerdoti hanno continuato a celebrare l’eucaristia in comunione spirituale con il popolo. Lo scorso 14 maggio il Vescovo monsignor Oscar Cantoni ha diffuso un ampio dispositivo per l’applicazione, in Diocesi di Como, del Protocollo firmato dal cardinale Gualtiero Bassetti, dal premier Giuseppe Conte e dalla ministra Luciana Lamorgese lo scorso 7 maggio, che ha previsto la ripresa graduale delle celebrazioni alla presenza dei fedeli. «Abbiamo sofferto per non aver potuto celebrare l’eucaristia come comunità – ricorda monsignor Cantoni –. La testimonianza più grande che possiamo offrire come cristiani, e come presbiteri, è attenerci alle disposizioni date… La raccomandazione a chi parteciperà alla Messa è quella di guardare l’altro non come un nemico da cui difendersi, ma come un fratello con cui pregare insieme». In questi giorni le
diverse comunità si sono adeguate alle disposizioni date, anche scegliendo di posticipare la riapertura dei riti ai fedeli, tenuto conto delle situazioni e delle esigenze locali.
Si ricorda che l’accesso alle chiese è contingentato per rispettare le disposizioni di sicurezza, con il mantenimento del distanziamento fra persone (almeno 1 metro e mezzo). Quindi in numero di fedeli che potranno trovare posto in chiesa sarà limitato. Per questo motivo il Vescovo Oscar ha dispensato dal precetto festivo le persone dai 70 anni in poi, mentre prosegue la collaborazione Diocesi di Como – EspansioneTV proprio per consentire a tutti di vivere la Santa Messa.
«Ho chiesto di poter essere a Muggiò – spiega il Vescovo Cantoni – per vivere la gioia della ripresa della liturgia eucaristica insieme a una comunità parrocchiale. Siamo nel mese di maggio, mese mariano per eccellenza, e la chiesa è intitolata a Santa Maria Regina. Sarà bello condividere con una comunità parrocchiale questo momento, che sento con emozione anche per la responsabilità di applicare le disposizioni che ci siamo dati per un ritorno alla normalità in piena sicurezza, tutelando la salute di tutti e nel rispetto di chi ha perso la vita, si è ammalato e soffre a causa del Covid-19».
La chiesa di Maria Regina di Como-Muggiò è una chiesa dalla struttura moderna, ultimata nel 1973, caratterizzata da vetrate e da una struttura in legno. La cappella feriale è intitolata all’esortazione apostolica sulla famiglia “Amoris Laetitia”: sullo sfondo dell’altare, è stata collocata una riproduzione in stile contemporaneo dell’icona delle Nozze di Cana.
Domenica 24 maggio, come detto, sarà anche la 54° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Il tema scelto da papa Francesco è “La vita si fa storia”.