“Sto seguendo con apprensione le notizie in merito alle indagini sulla baby-gang che per mesi, a Como, ha operato ai danni di tanti coetanei. Resto colpito innanzitutto dall’età, giovanissima, dei componenti del gruppo. Poi dalla consistenza di quello che è stato definito “branco”. Diciassette ragazzi sono un’enormità. Quindi i motivi del loro agire: spaventare ed acquisire potere… Ma che cos’è il potere nell’immaginario di un adolescente? Sono cresciuti in famiglie normali, non benestanti, ma nemmeno in contesti particolarmente disagiati ci hanno detto le forze dell’ordine. Un simile quadro non può non metterci in discussione, come adulti e come comunità educante. Non possiamo non interrogarci su quali siano i lavori di riferimento della società contemporanea. E’ una preoccupazione che nutro pensando non tanto ai giovani, quanto a chi i giovani è chiamato ad accompagnare nel percorso di crescita umana. Questa è una vicenda che ci richiama alla responsabilità e che deve essere oggetto di seria e condivisa riflessione, a tutti i livelli e in tutti i contesti”.
Mons. Oscar Cantoni
In allegato la pagina de Il Settimanale dedicata alla vicenda della Baby gang di Como.