PAROLA DI DIO
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 5,1-16)
A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata
in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande
numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo
giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guari-
re?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nel-
la piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro
scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi la tua barella e cam-
mina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a
camminare.
PREGHIERA
Signore, quanti fratelli anche oggi
aspettano, come il paralitico del vangelo alla piscina,
di essere aiutati ad essere “buttati” nell’acqua salvifica
dell’Amore di Gesù che guarisce e salva.
Donaci occhi e cuore capaci di vederli “tutti”
e il coraggio di portarli “tutti” ad incontrare Gesù
nostra salvezza.
Amen.
PENSIERO (Continua dal giorno 15.03) Circa la Chiesa che accoglie: Il FD (Fidei
Donum) si inserisce e cammina con la Chiesa che l’ha accolto ed è
disponibile al Vescovo che l’accoglie e non solo alla parrocchia o
al servizio concordato. – Circa lo scambio fra Chiese. Ogni Chiesa particolare, ogni dio-
cesi dovrebbe avere almeno una presenza di FD presso un’altra
Chiesa. Lo scambio fra le Chiese passa con il desiderio e l’impegno
di conoscere l’altra esperienza di Chiesa e questo tramite la corri-
spondenza, tramite le visite periodiche di preti e laici (anche degli
addetti agli uffici di Curia), tramite un fattivo coinvolgimento nella
pastorale dei FD rientrati, tramite la possibilità, per i seminaristi, di
un’esperienza in missione. – Circa il servizio missionario dei FD. Il FD come essere espressio-
ne di una Chiesa è impegnato e allo stesso tempo libero perché
non ‘personalizza’ la missione e i progetti missionari, bensì pro-
getta e condivide con le diocesi. Si lavora con la Chiesa e nella
Chiesa. – Circa la condivisione delle povertà e l’uso dei soldi. Rimangono
inevitabili e sempre aperti dei problemi che toccano la coscienza
dei singoli. Eppure, certe prospettive sono chiare, come il condivi-
dere e il discutere le iniziative, far sempre partecipare la gente nel-
le scelte e nelle spese, il coinvolgere gli organi diocesani, il proget-
tare e il creare strutture ‘gestibili’. – Circa i laici FD. La prospettiva è quella di una loro maggiore
corresponsabilità per una reale ministerialità. I Centri missionari
devono organizzarsi meglio per il loro accompagnamento: prima,
durante e dopo l’esperienza in missione.
Al termine del convegno, siamo stati invitati a “generare missione”
e a raccontare la missione.
Don Giusto, Don Angelo, Don Andrea
già Fidei Donum in Camerun. Anno 2006