Il Giubileo che sta per iniziare porta l’introduzione del nuovo logo della Diocesi di Como, sviluppato e utilizzato, nell’ultimo anno e mezzo, dall’Ufficio per le comunicazioni sociali e sul sito web diocesano. Il logo è stato ideato da “LabOratorium”, associazione che si occupa di comunicazione per l’evangelizzazione.
Il logo si ispira al rosone della facciata del Duomo di Como. La Cattedrale, “chiesa madre” diocesana e sede della “cattedra” del Vescovo, esprime l’identità della Chiesa locale in comunione con il proprio Pastore.
Dal punto di vista del tratto grafico, il rosone è stato stilizzato in una serie di forme geometriche:
- il cerchio: rappresentazione dell’unità di Dio;
- due diverse serie di triangoli, che indicano la dinamica dell’evangelizzazione:
- quelli rivolti all’interno esprimono una comunicazione che conduce al centro, Dio-Trinità;
- quelli slanciati verso l’esterno, e disposti a raggiera, comunicano il senso della missionarietà, l’apertura al mondo, l’annuncio della buona notizia del Vangelo attraverso una ministerialità concreta dentro e fuori l’orizzonte della Chiesa.
Al centro del rosone, l’icona che nel linguaggio digitale significa “condivisione” e che, unendo tre elementi, simboleggia Dio Trinità.
Il dinamismo del logo è reso ancora più evidente dal mescolarsi e alternarsi di due colori:
- il rosso: colore del martirio, della Passione di Cristo, della misericordia;
- l’oro: colore della Santità, della Parola, della Luce, della Risurrezione.
«Il nuovo logo – chiarisce il vicario generale monsignor Ivan Salvadori – potrà essere utilizzato esclusivamente dagli Uffici diocesani di pastorale e per gli eventi e pubblicazioni che hanno rilevanza diocesana. Per quanto riguarda, invece, gli eventi di associazioni, enti, e organizzazioni che non fanno direttamente capo alla Diocesi o ai suoi Uffici e Servizi, ma ne chiedono il patrocinio, è comunque sempre necessaria l’autorizzazione previa dell’Ordinariato, al fine di evitare che il nome della Diocesi venga impiegato, a insaputa dell’Ordinariato stesso, per sostenere o avallare posizioni di parte».
Aggiunge don Roberto Secchi, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali: «l’utilizzo del nuovo luogo rappresenta un’occasione preziosa anche dal punto di vista comunicativo e pastorale, perché ci ricorda ciò che è veramente essenziale per noi, ossia la comunicazione del Vangelo, che ha come prima testimonianza l’unità con il Vescovo e tra di noi. Inoltre, ci invita ad avere sempre uno sguardo, che va oltre, verso coloro che, per tanti motivi, si sono allontanati da Dio, nella speranza che lo possano ritrovare, sentire vicino e, così, sperimentare il suo amore».