Nel videomessaggio per l’intenzione di preghiera del mese di marzo, promosso dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, Papa Francesco chiede di pregare affinché le comunità cristiane perseguitate “sentano la vicinanza di Cristo e i loro diritti siano riconosciuti”
In alcune regioni del mondo fare il segno della croce, leggere la Bibbia, andare la domenica a Messa, parlare di Gesù e recitare il Rosario significa rischiare la propria vita. Lo scenario attuale è drammatico ed è anche più grave di quello degli albori del cristianesimo: “Forse sembrerà difficile da credere – afferma il Pontefice nel videomessaggio – ma oggi ci sono più martiri che nei primi secoli”. Si stima che nel mondo siano quasi 300 milioni i cristiani perseguitati a causa della loro fede. “Sono perseguitati – spiega il Santo Padre – perché dicono la verità e annunciano Gesù Cristo a questa società”.
Libertà religiosa compromessa in 38 Stati
Secondo l’ultimo rapporto curato dalla fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre”, sono 38 gli Stati in cui si registrano gravi o estreme violazioni della libertà religiosa. Ma il dramma della persecuzione, osserva il Papa, si materializza non solo dove questo fondamentale diritto non è garantito, ma anche in Paesi “che in teoria e sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani”. Ad alimentare questo odio crescente sono, in particolare, la diffusione di gruppi nazionalisti estremisti e di movimenti fondamentalisti islamici.
Le comunità perseguitate sentano la vicinanza di Cristo
Quella cristiana è la fede religiosa più perseguitata al mondo. Di fronte alla violenza di cui tanti cristiani sono vittime, si eleva un grido che arriva al cuore di Dio: la voce della preghiera. Per questo, Francesco chiede nel videomessaggio di formare una rete orante che sostenga le comunità perseguitate: