Sono qui in questa vostra Collegiata per accompagnarvi nell’occasione della “24 ore per il Signore” che papa Francesco ha istituito già da 11 anni e che viene proposta a tutta la Chiesa nel mondo intero.
Come vorrei che questa iniziativa del Papa fosse accolta prontamente e con entusiasmo dalle parrocchie, o secondo le opportunità, nei diversi vicariati.
A volte mi domando perché facciamo così fatica a introdurre questa tradizione così promettente, quale è la 24 ore per il Signore, forse perché crediamo di essere più efficaci con proposte meno impegnative e più facilmente accolte dalla gente.
Non è più il tempo di curarci di tante attività accattivanti. lasciamo che altre agenzie educative le assumano per coloro che le desiderano. Noi cerchiamo piuttosto di convergere e di puntare su queste scelte pastorali esigenti, ma che in fondo corrispondono ai veri desideri di quanti dalla Chiesa cattolica richiedono luce, forza e consolazione. E ben sappiamo che queste riserve di energia non sono opera nostra, ma sono frutto della sola grazia di Dio.
Scopo della 24 ore per il Signore è di rimettere al centro l’Eucaristia e nello stesso tempo il sacramento della Riconciliazione, nella certezza che con il perdono, avremo ritrovato il Padre misericordioso, che accoglie, consola e indica il cammino per rinnovarsi.
Abbiamo ascoltato, nella lettura del vangelo di oggi, il dialogo notturno di Gesù con Nicodemo, un uomo che è in sincera ricerca di Dio. Per questo incontra volentieri il Signore Gesù e discute con lui, interrogandolo.
Ed ecco la rivelazione di Gesù.
Dio ha tanto amato il mondo da mandare tra noi il suo figlio Gesù. Egli si è fatto uomo come noi, assumendo la nostra debolezza, perché impariamo da Lui, il figlio amato, a vivere da veri figli, in piena comunione con il Padre.
La vita filiale con Dio non si traduce in opere straordinarie. Si tratta piuttosto di vivere in pienezza la nostra umanità accogliendo, giorno dopo giorno, la sua volontà, senza scappare dalle sollecitudini ordinarie, che fanno parte della vita di tutte le persone.
Siamo liberi di accettare, ma anche di rifiutare l’invito del Signore, mentre egli ci rassicura che chi vive secondo la volontà di Dio, giunge alla pienezza della luce, di cui nessuno può fare a meno.
Impariamo a lasciarci amare da Dio perché noi, a nostra volta, possiamo rispondergli con lo stesso amore con lui ci ama. Egli ha dato la sua vita per noi, insegnandoci in che cosa consiste l’amore vero e come possiamo essere simili a lui. Accettando di amare a nostra volta, ma in modo sacrificale, senza rifiutare le nostre croci quotidiane, quelle da cui vorremmo facilmente scappare, illudendoci che, se fossimo altrove o con la presenza di gente diversa, sarebbe più facile la nostra somiglianza con Gesù.
Impariamo nel confronto con Gesù a vivere la vita nuova che Dio promette ai suoi figli nella misura in cui noi ci fidiamo di lui e seguiamo i suoi comandamenti.
Oscar card. Cantoni