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Il miglior commento alle beatitudini evangeliche sono le vite dei Santi di tutte le epoche della storia della Chiesa, provenienti da tutte le regioni del mondo.
Sono essi, i grandi amici di Dio, gli interpreti autentici del progetto di Vita espresso dalle beatitudini. Esso ha preso lentamente corpo in essi, da quando, cioè, a loro volta, hanno cercato di seguire Gesù nel discepolato, conoscendo la sua personalità umano e divina, i suoi sentimenti, insieme alla sua storia.
Vogliamo scorrere, sia pure velocemente, le singole beatitudini, chiedendo allo Spirito Santo di aiutarci a farle un po’ più nostre, e renderle una dimensione abituale, così che possiamo definirci anche noi “uomini e donne delle beatitudini”, persone cioè che sperimentano in questo programma di vita il segreto della loro felicità.
Il regno dei cieli è promesso e già realizzato dai poveri in spirito, da coloro cioè che non hanno avidità di possesso, non bramano i primi posti, non cercano in ogni modo di prevalere sugli altri. Non domandano amore, semplicemente amano. Sanno che il loro compito è di amare sempre, a costo di tutto e contro tutte le apparenze.
Gesù proclama beati quelli che sono nel pianto. Si tratta di fratelli e sorelle che gustando la bellezza del regno dei cieli, ne costatano però la distanza, dal momento che gli uomini pretendono di realizzare la felicità attraverso vie effimere, puramente illusorie, molto diverse da quelle che Dio addita agli uomini, suoi figli ed amici.
Poi il programma di Gesù esalta i miti. Essi sono coloro che non oppongono resistenza alle forze dello Spirito. Si abbandonano docilmente nelle mani di Dio, con la volontà pronta e decisa a compiere tutto e solo quello che Egli vorrà.
La beatitudine è poi assicurata a quelli che hanno fame e sete della giustizia, ossia quanti aspirano a Dio perché ci doni un mondo di verità, di pienezza, e lo invocano perché scenda nel mondo presente per purificarlo, per santificarlo e liberarlo dalla non verità, dalla superficialità, dalla inautenticità. Il progetto evangelico assicura poi la felicità ai misericordiosi, ossia coloro che si impegnano nel manifestare il volto di Dio quale è veramente nella sua essenza più profonda, cioè misericordia.
Avendo sperimentato nella propria carne, nella storia personale, la misericordia di Dio, essi la proclamano attraverso una vita ricca di compassione, di tenerezza e di bontà nei confronti di tutti, anche dei non amati e dei non amabili. Perché questo è il vero volto di Dio: aperto a tutti e sempre, con compassione di padre.
Gesù proclama poi beati i puri di cuore, ossia coloro che si liberano da tutte le forme sottili di avidità, da tutte le forme oscure del potere per coltivare un io autentico, libero, luminoso, perché possa contemplare il volto di Dio, ma anche per poter vedere in verità il vero volto dell’uomo. Cerchiamo perciò di togliere tutte le maschere che sono in noi per poter contemplare il volto santo di Dio.
Ecco quindi gli operatori di pace dichiarati beati. Sono coloro che si sono liberati, con la grazia dello Spirito, da tutti gli atteggiamenti di belligeranza, da ogni ostilità con le realtà esteriori e con le realtà interiori. Non hanno bisogno di difendersi o di imporre i loro valori. I valori si difendono solo in una maniera: vivendoli!
Si tratta di uomini e donne in pace con Dio, con loro stessi e con gli altri. Con l’accoglienza incondizionata della grazia, che è la pacificatrice del cuore dell’uomo, che dona uno sguardo puro, tale da mantenersi in uno stato permanente di pace e di serenità.
Infine, Dio proclama beati i perseguitati per la giustizia. Il mistero della vita cristiana prevede inevitabilmente la croce. Avviene presto lo scontro tra il mondo di Dio e il mondo di chi si oppone a lui, cioè satana.
Tutti i grandi santi sono stati creature tribolate, che hanno subito un martirio lacerante, perfino dai loro intimi, dentro la Chiesa stessa. Coloro che sono fedeli con umiltà e con generosità alla persona di Cristo non possono non trovare ostacolo, incomprensione, opposizione nella vita.
I santi sono dei crocifissi: è la via di Dio, che fa dei perseguitati i suoi veri collaboratori, i portatori della santità e dell’amore di Cristo.
E non abituiamoci a vedere sempre in noi i perseguitati e gli altri, invece, persecutori. Può essere anche il contrario!
Oscar Card. Cantoni