Oggi l’intera comunità di Sondrio si ferma in preghiera per accompagnare la piccola Mistura Alimi, che rinasce nella pienezza della vita nuova in Dio, e per sostenere i suoi genitori, Helly e Abdul Rasaki. Accogliamo la volontà della famiglia che il rito esequiale si svolga senza la presenza di giornalisti, videocamere o fotografi. Rispettiamo il dolore di questa giovane famiglia, attendendo consolazione dall’annuncio di pace che ci viene dall’ormai prossimo Natale del Signore.
La piccola Mistura non aveva ancora ricevuto il sacramento del Battesimo. Anche per questo motivo viene celebrata una Liturgia della Parola, senza la Messa. A presiedere il rito è don Giacinto Panfilo, direttore dell’Istituto salesiano di Sondrio.
Ecco la sua omelia.
«Dicevo, all’inizio della celebrazione, che la Parola di Dio che è stata proclamata nelle letture ci deve guidare e accompagnare come persone e come comunità di credenti a sentire viva in mezzo a noi la presenza del Signore ed a condividere il dolore, lo strazio e le lacrime dei genitori e di tutte le persone che hanno cara Mistura e che solo pochi mesi fa avevano gioito per il suo natale.
La prima lettura ci ricorda che Dio è il Signore della Vita e che per questo sconfiggerà la morte per sempre perché per Lui “mille anni sono come un giorno solo” e per questo, aggiunge il salmista, “aiutaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla Sapienza del cuore”. Così il Signore Gesù si fa vicino ed è presente per asciugare le lacrime sui nostri volti, perché non è un Dio insensibile, e ci chiede di non essere insensibili a chi è nel lutto, nel dolore e nel pianto.
Facciamo nostra l’implorazione del salmo 24 che è stato proclamato tra le due letture: “allarga il mio cuore angosciato e liberami dal tormento degli affanni”.
Nel Vangelo poi è Gesù stesso che si parla perché Lui è la Parola che si fa Carne, è vita, è Amore che si offre, che si dona, che si fa Natale.
Accettiamo con umiltà, fede e fiducia quanto ci dice oggi attraverso il soffio di vita di Mistura: “venite a me voi tutti che siete oppressi, affaticati e stanchi ed io vi darò ristoro e consolazione. Prendete il mio giogo sopra di voi ed imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete la pace per la vostra vita”.
Cari fratelli e sorelle, anche noi facciamoci discepoli sinceri di Gesù Maestro e collaboriamo con Lui a gettare semi di amore, bontà e pace.
Preghiamo perché accolga Mistura tra i suoi angeli che ci annunciano e donano la gioia del Natale».
Anche il vescovo della diocesi di Como, monsignor Oscar Cantoni, ha fatto pervenire un suo pensiero di cordoglio.
Como, 20 dicembre 2019
Carissimi mamma Helly e papà Abdul Rasaki:
la morte della vostra piccola Mistura mi riempie di profonda tristezza, come tanti vostri amici e concittadini sondriesi, che in questo momento, anch’essi addolorati, vi sono vicini con tanta delicatezza. Non c’è un dolore più grande per dei genitori che la morte di una propria figlia: un motivo in più per affidarla al Dio della vita e della gioia.
Mi hanno anche rattristato e sconcertato i racconti delle reazioni, profondamente disumane, che sono seguite all’udire le grida strazianti della mamma, espressione di sommo dolore, per la morte di Mistura. Questa notizia si è sparsa in tutta la Nazione e ha suscitato ovunque sdegno e sgomento. Posso assicurare che l’animo dei sondriesi, ma anche degli abitanti della Valtellina (come di tutti i nostri diocesani), si discosta radicalmente da quanto è avvenuto, perché il cuore di tutti palpita di rammarico e soprattutto è colmo di tanta tenerezza nei vostri confronti e della vostra amatissima Mistura.
Come pastore di questa santa Chiesa, invito tutti a pregare il Signore Gesù, che viene ancora una volta, nel suo Natale, a sanare il cuore dell’uomo e a ricolmarlo della sua bontà. Il tanto bene, radicato in ciascuno di noi, frutto di una mai rinnegata civiltà cristiana, non può essere soffocato dalla durezza di cuore, ma sempre prevale la bellezza trasfigurata dall’amore di Colui che ci ha amati per primo e ha dato la vita per noi.
Quanto mai opportuna è la preghiera di san Francesco, che vi invito a rileggere e a fare vostra:
“Oh, Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace. Dove è odio, che io porti amore. Dove è offesa, io porti il perdono; dove è discordia, che io porti la fede. Dov’è l’errore, che io porti la Verità. Dove è la disperazione, che io porti la speranza. Dove è tristezza, che io porti la gioia. Dove sono le tenebre, che io porti la luce. Oh, Maestro, fa’ che io non cerchi tanto di essere compreso, quanto di comprendere, di essere amato, quanto di amare. Perché è dando che si riceve, perdonando che si è perdonati, morendo che si risuscita a Vita eterna”.
Vi benedico tutti di vero cuore, nel nome della santissima Trinità, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
+ Oscar Cantoni, vescovo di Como