Il rito di beatificazione della venerabile Serva di Dio suor Maria Laura Mainetti sarà celebrato a Chiavenna, allo Stadio Comunale di via Falcone e Borsellino 14, domenica 6 giugno 2021. Presiederà il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale Marcello Semeraro, concelebreranno con lui il Vescovo della diocesi di Como, monsignor Oscar Cantoni, insieme a decine di presuli e sacerdoti.
IL RITO DI BEATIFICAZIONE
Sarà celebrato a Chiavenna, presso lo stadio Comunale, in via Falcone e Borsellino n° 14, domenica 6 giugno 2021. L’accesso all’area avverrà dalle ore 13:30. Dalle ore 15:00 un momento di preparazione con letture, prove di canto e proposta di alcuni testi che aiutano a ripercorrere la vita della nuova beata. Alle ore 15:50 prenderà il via la processione dei concelebranti principali. Alle ore 16:00 avrà inizio la celebrazione eucaristica.
LA TESTIMONIANZA DI SUOR MARIA LAURA
«L’esperienza spirituale di suor Maria Laura – sottolinea l’arciprete di Chiavenna, monsignor Andrea Caelli – è attualissima e valida per tutti: consacrati, religiose, sacerdoti, laici. Suor Laura ha tracciato un percorso di santità che siamo chiamati a percorrere, alla luce anche del magistero di papa Francesco. Suor Maria Laura è stata una donna in uscita: oltrepassando le porte del convento si è fatta prossima di tutti i fratelli e le sorelle, senza distinzioni di età, provenienza, religione. Per loro ha dato la vita. Non solo nel momento ultimo del martirio, ma nell’insieme del suo operato: ha speso la vita per gli altri. La sua è una santità che si fa formazione, che si è concretizzata nella relazione. Ha valorizzato l’universo femminile, in particolare quel mondo giovanile di cui aveva intuito le fragilità e gli affanni. Ha vissuto una spiritualità di recupero, per tutelare e promuovere il ruolo della donna, in tutte le fasce d’età. Infine è forte l’insegnamento di suor Maria Laura sul fronte delle povertà. I poveri, materiali e spirituali, per lei erano “il suo Gesù”. Dall’esempio di suor Maria Laura, come Chiesa e come comunità credenti, possiamo interrogarci su cosa fare nei confronti delle tante nuove forme di povertà che vediamo anche nelle fibre del territorio diocesano».