Iniziando, giovedì scorso, la visita pastorale al vostro vicariato, nella chiesa di Dubino, ho augurato che potesse essere vissuta e interpretata da tutti come una vera “iniezione di speranza e di gioia” .
Ci ha accompagnato in questi giorni il Signore, donandoci occhi speciali per poter riconoscere la sua gloria attraverso i numerosi germogli di bene che vanno fruttificando tra voi, nel vostro vicariato e nelle vostre singole parrocchie, anche attraverso l’impegno generoso di molti, laici, sacerdoti e religiosi, che si spendono quotidianamente per il bene delle comunità e delle singole persone.
Anche a noi oggi, pur senza sostarvi, è concesso di salire al monte Tabor con gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, che accompagnano il Signore Gesù, come abbiamo ascoltato nel vangelo, testimoni della splendida manifestazione di luce e di gloria, alla quale sono stati resi partecipi.
Dio padre anticipa, in questo straordinario evento, l’immagine di Gesù che, glorificato dal Padre e circondato dalla nube luminosa dello Spirito santo, testimoni i due più grandi profeti della prima alleanza, Elia e Mosè, rifulge di splendida luce, riflessa dalla sua Pasqua di morte e di risurrezione. Solo attraverso la croce ci è donata la luce. È la luce pasquale del Signore risorto che deve risplendere anche tra noi.
In questo modo ci viene donata la certezza e la prova di che cosa consiste la vera bellezza secondo Dio. La bellezza di cui qui si parla non è il frutto vano di sole apparenze, che poi svaniscono.
La vera bellezza viene assicurata da Dio a chi si dona, a chi spende la sua vita amando e servendo i fratelli, testimoni della misericordia di Dio Trinità, che accoglie i suoi figli e li ama di una tenerezza infinita.
Vorrei che ciascuno di noi fosse rivestito di questa straordinaria bellezza, che rende l’uomo e la donna simile a Dio. Essa è il frutto di un amore sacrificale, che accetta anche le prove difficili della vita, ma persevera costantemente nel dono di sé, in famiglia, nella comunità ecclesiale e civile, in ogni ambiente quotidiano di vita.
Vorrei augurarvi che anche le vostre Comunità parrocchiali, delle quali dovete essere fieri, diventassero sempre più belle, rivestite della gloria di Dio nella misura in cui esse riflettono il mutuo scambio di doni, luoghi nei quali si riconosce il primato del servizio generoso e gratuito, spazi riservati ai piccoli, ai poveri e ai peccatori, ai quali viene riconosciuta la dignità di figli amati da Dio.
Comunità così belle da diventare attraenti, luoghi dove si vive una vera fraternità tale che i non cristiani possano domandarsi con stupore da dove possa venire tanta delicata accoglienza gratuita. Questa è la vera missionarietà che siamo chiamati a costruire nel nostro impegno quotidiano.
Ci aiuti il Signore Gesù, il più bello tra i figli dell’uomo, a diventare con l’Eucaristia immagine e trasparenza del suo amore per il Padre e per tutti i suoi figli, nostri fratelli.
Oscar card. Cantoni