Oggi facciamo memoria dei Santi, ossia di quella “moltitudine immensa, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua” che davanti al trono dell’Agnello, avvolti in veste candide, segno della loro trasfigurazione in Cristo, lodano continuamente Dio, come ci ricorda la prima lettura dall’Apocalisse. Gli innumerevoli Santi gioiscono per la bellezza nella quale sono avvolti, dal momento che partecipano della vita intima di Dio, amore trinitario, e insieme della festosa compagnia di tanti altri fratelli e sorelle. Sono persone che hanno saputo immergere continuamente se stessi nella misericordia di Cristo, quella da Lui offerta sulla croce, per cui è crollato ogni muro di divisione tra Dio e l’uomo, tra persona e persona, tra popolo e popolo. Segno della condivisione di vita piena che regna sovrana in paradiso è la comunione.
Comunione con Dio, dapprima, perché Egli è tutto in tutti, ma anche con ciascuno degli altri fratelli e sorelle con cui i Santi vivono una relazione nuova, vera e profonda. Nella vita beata ciascuno è se stesso, non rinuncia perciò alla propria identità e alla sua storia personale, ma insieme condivide profondamente la ricchezza altrui, con i doni e con la misura dell’amore che ciascuno ha accumulato nel corso del cammino della vita. L’amore, infatti, non muore mai, ci accompagna e dura sempre. È’ scomparsa nei Santi che vivono nella pienezza della comunione ogni pretesa di merito, ogni auto difesa o l’ orgogliosa ostentazione di se’, ma tutti si sentono parte attiva e solidale in un medesimo corpo.
Considerando la sorte felice di questi nostri fratelli e sorelle, anche noi, ancora pellegrini sulla terra, consapevoli di essere destinati alla gloria, siamo portati ad assumere, già fin d’ora, una vita di vera comunione con Dio e con gli altri, in attesa di viverla in pienezza. Un comunione filiale, dal momento che ci è stata donata, per il Battesimo, la grazia di diventare figli di Dio, come ci ha ricordato l’apostolo Giovanni, nella seconda lettura, ma anche una sempre più intensa comunione fraterna, anche se a volte costosa, nel rispetto, nella accoglienza e nella loro valorizzazione, con le potenzialità e i doni che essi possiedono. I Santi , che dal paradiso vegliano su di noi e ci proteggono con le loro preghiere, ci insegnano che la felicità promessa dalle beatitudini evangeliche non è un arduo cammino a cui tendere, e nemmeno è altro rispetto a quello che siamo, all’interno del ruolo familiare, professionale o ecclesiale in cui siamo inseriti. Che conta è realizzare il disegno di Dio su di noi, senza lasciarci inquinare dagli idoli che il mondo persegue con avidità insaziabile.
La santità si costruisce, quindi, nel quotidiano, ci è donata dallo Spirito Santo se ci lasciamo docilmente guidare da Lui nella ordinarietà della nostra esistenza e se sappiamo coltivare quelle occasioni di dono, di servizio gratuito, di offerta, che si presentano con tanta frequenza dentro la nostra vita. Sosteniamoci, dunque, a vicenda nel comune impegno di imparare ad amare con la totalità del nostro cuore, vivendo nello spirito delle Beatitudini, accettando anche le prove e le fatiche di ogni giorno, ineliminabili nella vita di ogni uomo.