Le parole di ringraziamento del Cardinale al termine del concistoro

Camminiamo insieme nella luce del Signore

Inizio con una semplice constatazione, che è apparsa in questi giorni del tutto evidente e che voglio presentarvi come una verità sacrosanta: “là dove c’è la vera gioia, lì c’è lo Spirito Santo”.

È questa una certezza frutto della fede, che numerose persone hanno con me sperimentato, toccandola con mano, nei giorni del Concistoro, in occasione della mia creazione a cardinale in Vaticano (27 agosto), nella s. Messa a s. Giuseppe al Trionfale, la mattina seguente e quindi nelle celebrazioni di accoglienza a Como, lo scorso 31 agosto.

Una gioia interiore, non certo effimera, né superficiale, ma espressione di una pienezza che ci è stata donata con larghezza, dallo Spirito Santo, in modo particolare in questi giorni. Si direbbe che abbiamo vissuto tutti una “santa ebbrezza”, frutto di una presenza viva e santificante dello Spirito Santo. Ignorare o semplicemente sottovalutare questa realtà, ampiamente constatata, significherebbe essere ciechi, svalutando la straordinaria occasione di grazia che Dio ha donato a tutta la nostra Chiesa.

Vi ringrazio vivamente, quindi, con il cuore pieno di gratitudine, per la vostra vicinanza nei miei confronti, per le molteplici espressioni di familiarità e di affetto, frutto non solo di una risonanza del tutto umana, ma soprattutto di una consonanza interiore, frutto di una profonda e viva comunione nello Spirito.

La gioia condivisa è sgorgata in modo naturale perché il dono che il Signore mi ha rivolto con la chiamata al cardinalato ha coinvolto (e non solo emotivamente!) tantissimi cristiani, innanzitutto, ma anche semplici persone distanti dalla Comunità cristiana, che hanno respirato anch’esse qualcosa di inedito e di qualitativamente nuovo, e si sono stupiti nel riconoscere che la nostra Chiesa è una famiglia che condivide gioie e dolori, una famiglia dove tutti si possono sentire accolti.

Ringraziamo, dunque, il Signore, che ha dato origine e dilatato la nostra gioia, convincendo tante persone che la Chiesa a cui apparteniamo, nonostante le sue difficoltà, è viva ed è unita, come hanno significativamente constatato con stupore anche alcuni vescovi, presenti alla s. Messa in cattedrale, nella festa di s. Abbondio.

La gioia di questi giorni, tuttavia, non può sciogliersi rapidamente come neve al sole, né restare un generico ricordo di questi giorni. Essa può mantenersi viva e prolungarsi a partire dai nuovi frutti di santità che prossimamente la Chiesa ci sta per donare e dal desiderio ardente di vivere una profonda comunione tra noi, tale da diventare testimonianza e dono per tutti.

Ricominciamo un nuovo anno pastorale con uno slancio rinnovato, alla luce della grazia di questi eventi, nella consapevolezza di poter godere della santificazione del beato Giovanni Battista Scalabrini e della beatificazione del padre Giuseppe Ambrosoli, entrambi nostri conterranei. Il primo verrà santificato il prossimo 9 ottobre, in piazza s. Pietro in Vaticano, e il secondo dichiarato beato, il 20 novembre, a Kalongo , in Uganda.

Il Signore ci conceda di incominciare un nuovo anno pastorale, ormai alle porte, con uno spirito pieno di fiducia, con uno sguardo positivo e lieto, consapevoli che la sproporzione tra ciò che noi siamo e ciò a cui siamo chiamati non farà che mettere in risalto la Grazia con cui Dio si degna di operare in noi e attraverso di noi.

Quanto a me, vorrei confidarvi lo stato d’animo che sto attraversando in questi giorni, condividendo un passo del “giornale dell’anima” di papa Giovanni XXIII, che scrive così: “Più mi faccio maturo d’anni e di esperienze, e più riconosco che per la mia santificazione personale e per il miglior profitto del mio servizio alla Chiesa, resta lo sforzo vigilante di ridurre il tutto al massimo di semplicità e di calma, con attenzione a potare sempre la mia vigna di ogni fogliame inutile. E andare dritto a ciò che è verità, giustizia e carità, soprattutto carità. Ogni altro sistema di fare non è che posa e ricerca personale, che presto si tradisce e diventa ingombrante e ridicolo”.

Avanziamo, dunque, insieme, pastore e gregge, con gioia sempre rinnovata, nella luce del Signore risorto.

Oscar card. Cantoni

05/09/2022
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