Visita pastorale vicariato Bellagio e Torno

Torno, 1° dicembre 2024

È un bellissimo sguardo d’insieme, e molto consolante, vedervi da qui, in questa antica chiesa, ricca di storia e di fede, dove tante generazioni si sono sentite accolte dal Signore, ascoltate e perdonate, dove tanti fratelli e sorelle, con l’Eucaristia, hanno ritrovato motivi di speranza per continuare a vivere e ad amare.

Una assemblea festosa, quella di oggi, riunita dal Signore Gesù, crocifisso e risorto, vivo in mezzo a noi, in questa prima domenica di Avvento, una grande famiglia quale è la Chiesa, i cui membri sono distribuiti lungo questo territorio, ciascuno con doni e responsabilità diversi nella Chiesa e nel mondo, ma tutti teneramente amati dal Signore, che vuole rinnovarci nell’intimo di noi stessi, che ci chiama per nome e ci rende suoi testimoni mediante una precisa missione.

Noi crediamo che è il Signore stesso che ci ha invitati qui per mezzo dei suoi pastori e noi abbiamo risposto alla sua chiamata, a conclusione di questi giorni di grazia, per sperimentare al vivo la nostra unità con Lui e tra di noi.

Siamo vicini con rispetto, ma anche con rammarico, in questo momento anche a quanti non si sono sentiti di partecipare a questa unica mensa, e tuttavia noi li affidiamo con fiducia al Signore. Lui sa venire incontro ad essi al momento opportuno e colmare la loro sete di senso e di felicità, di cui sono affannosamente alla ricerca.

Il Signore conta su di noi, quali discepoli missionari, perché annunciamo profeticamente agli altri con la nostra vita i cieli nuovi e la terra nuova, cioè i segni di speranza che sappiamo segnalare tra noi, come abbiamo in parte testimoniato in questi giorni di visita pastorale.

Solo una fede viva nel Signore, vincitore della morte e del peccato, ci dona occhi per riconoscere i numerosi gesti di bontà e di bellezza che sono tra noi, dentro questo periodo storico particolarmente difficile, con la guerra, le malattie, la fame, le tante crisi sociali ed economiche di cui il mondo è avvolto.

Che i vostri cuori non si appesantiscano, ci ha detto Gesù nel vangelo, per non lasciarci abbattere dalla sfiducia, dalla amarezza, dalla paura, dalla rassegnazione, senza lasciarci rinchiudere in noi stessi. Cristo crocifisso e risorto ci permette di credere che non saremo sopraffatti dalle tenebre del male, esso non può prevalere perché il Signore l’ha già sconfitto e vinto.

Perciò aderiamo con fiducia all’invito che il Signore ci rivolge, perché possiamo crescere e sovrabbondare nell’amore fra noi e fra tutti, come abbiamo ascoltato nella seconda lettura da s. Paolo. Il nostro impegno nell’amore, nell’aiuto fraterno, nella accoglienza di chi è solo, nella sollecitudine con chi è bisognoso di attenzioni e di cure, impedirà al male di prevalere. La nostra sollecitudine nel partecipare alle necessità degli altri, dei poveri specialmente, possa mostrare anche a chi fa fatica a credere, che sono presenti tra noi numerosi germogli del regno di Dio.  Essi si manifestano dovunque si germina l’amore, dove vince il perdono e non la vendetta, dove si pratica il dialogo e dove si instaura la pace, in famiglia, tra colleghi, nelle nostre comunità.

Vi auguro che le vostre Comunità possano, certi della risurrezione del Cristo, non mai rassegnarsi di fronte ai molteplici mali, ma testimoniare con tanta efficacia la primavera del mondo nuovo.

Oscar card. Cantoni

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