Viviamo di nuovo un momento felice di Chiesa, dopo quello di domenica scorsa, segno di una Chiesa viva, causate da nuove risposte d’amore da parte dei suoi figli.
Accogliamo questa sera con gioia i nostri fratelli che riceveranno il ministero del lettorato: Lorenzo, Paolo ed Emanuele e l’accolitato: Giovanni e Daniel, ministeri per i quali essi si sono predisposti quale meta fondamentale di questo anno formativo.
Possiamo riconoscere che anche attraverso questo nuovo mandato che la Chiesa affida loro, la parola di Dio continua a crescere e a diffondersi, come già ai tempi della primitiva comunità cristiana.
Credo che da persone adulte e responsabili, quali voi siete, in questi anni vi siate domandati come va oggi la Chiesa? È proprio vero che la Parola di Dio oggi cresce e si diffonde?
È un interrogativo che potrebbe sembrare a prima vista solo curioso, ma che non può essere eluso, tanto più che tutti voi siete coinvolti fin da ora in questa grande famiglia dei figli di Dio e nel futuro lo sarete maggiormente.
Non bastano i facili commenti giornalistici di parte, a volte fortemente critici, ma occorre la luce vivificante del Cristo risorto e del suo Spirito consolatore, insieme però anche alla ferma volontà di un apporto creativo da parte di ciascuno di noi.
Voi siete completamente fin da ora inseriti e dediti alla costruzione della comunità cristiana, uno spazio accogliente in cui potete trovare casa, ma a ciascuno viene richiesta una presenza generativa e responsabile, in grado di preparare una Chiesa nuova. Tutti siamo coinvolti nella edificazione della Chiesa, così da poter affermare a buon diritto: “lo Spirito Santo e noi”.
Attraverso il Sinodo diocesano, le cui indicazioni sono state riprese nel libro Sinodale “Testimoni di misericordia” e ora sottolineate nella visita pastorale, sono indicate le vie attraverso le quali il Signore ci ha manifestato i suoi orientamenti e sono: prendere sul serio il cammino comune della sinodalità, riconoscere la sfida della missionarietà e assumere l’impegno della ministerialità.
Papa Francesco, parlando della sinodalità, ha dichiarato che essa è ciò che Dio si aspetta dalla Chiesa di questo millennio. L’evangelizzazione è ciò per cui la Chiesa esiste, aprendosi a tutti gli ambienti di vita, così che la missionarietà comincia fin da casa nostra, per poi aprirsi ai diversi ambienti di vita che noi frequentiamo. Con essa la Chiesa non si chiude in sé stessa, come in una fortezza sicura, ma si apre all’annuncio della fede a tutti, anche a quanti, nel nostro territorio, sono lontani dalla fede, eppure possono sentirne l’attrazione, dal momento che il vangelo risponde a ciò che l’animo umano desidera nel più profondo (EG 265).
La ministerialità, infine, manifesta il comune impegno di servire gli altri con i propri doni. Lo testimoniate questa sera proprio voi, che ricevete il lettorato e l’accolitato. Come sapete, questi due ministeri sono propri anche ai laici, uomini e donne, anche attraverso il ministero della accoglienza, della consolazione e della compassione.
Il Vangelo prosegue la sua corsa e si diffonde non più solo attraverso Barnaba e Saulo, come mediante gli altri profeti e maestri della Chiesa di Antiochia, citati negli Atti degli Apostoli, ma anche attraverso di noi e di quanti lo Spirito Santo vorrà servirsi.
Oscar card. Cantoni
Vescovo di Como