Oggi respiriamo un clima di grande gioia e pace del cuore.
Facciamo festa nel Signore, perché i Santi fanno parte della nostra famiglia, ci appartengono, sono l’espressione più eloquente del nostro popolo, testimonianza credibile di ciò che può operare la grazia di Dio quando un cristiano si lascia docilmente guidare dallo Spirito Santo, il grande santificatore.
Nello stesso tempo, i Santi ci stimolano a proseguire speditamente, senza forzature, il cammino della fede, alla sequela del Signore, là dove noi siamo e nelle condizioni in cui ci troviamo, perché anche noi siamo chiamati a diventare santi, come loro.
La santità, infatti, è la meta comune a cui è finalizzata tutta la vita dei credenti.
Ogni anima è irripetibile. Non ne esiste una uguale all’altra. Tuttavia i Santi sono un riferimento comune. Sono i nostri modelli e anche i nostri intercessori.
Modelli a cui ispirarci, perché anche essi hanno attraversato le situazioni liete e problematiche della nostra condizione umana, riconoscendo in esse l’occasione per vivere la volontà di Dio e pronunciare ciascuno il proprio “eccomi!”.
Sono nostri intercessori perché i Santi ci aiutano a realizzare quel progetto di umanità che Dio desidera da noi, così da diventare, a partire da quello che siamo, uomini e donne che vivono per la gloria di Dio e non per loro stessi.
Per questo, i Santi ci invitano a rinunciare a ogni forma di pigrizia spirituale, credendoci ormai degli arrivati.
Ci impegnano a proseguire con slancio il cammino della fede, anche quando pensiamo che Dio ci chieda troppo, che noi abbiamo già compiuto il nostro impegno e siamo tentati di rinunciare ad andare oltre noi stessi.
I Santi ci attestano che il non avanzare nel cammino della sequela del Signore, ossia rimanere sulle medesime posizioni, è già un tornare indietro.
Le Beatitudini che Gesù ha proclamato ci indicano una prospettiva, aprono un orizzonte, ci indirizzano verso una meta. “In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita” (GE, 63)
È un cammino che dura tutta la vita e che si conclude solo nella patria celeste. È un itinerario da percorrere sì individualmente, perché ciascuno vive una propria via di santificazione, ma è pure un progetto da affrontare insieme, come popolo di Dio, di cui ciascuno è membro.
Possiamo imparare tanto gli uni dall’esempio degli altri, lavorare insieme e in comunione.
Ecco perché papa Francesco, nella sua recente esortazione apostolica “Gaudete et exsultate”, ci invita a scoprire “i santi della porta accanto“, cioè quei nostri fratelli ed amici, persone del tutto semplici, ma insieme sempre positive e liete, che vivono nello Spirito delle Beatitudini il Vangelo svolgendo serenamente i compiti del loro stato, come una donazione quotidiana di amore, dentro la quale lasciano trasparire, nella quotidianità della vita, il volto del nostro Maestro divino, “gioiosi e non amareggiati, sereni e non angosciati, consolati e non desolati, conservando il cuore di agnelli, anche se circondati da lupi, sapendo che vinceranno perché contano sull’aiuto del pastore” (Papa Francesco).
Concludo con un’ultima considerazione. E’ noto a tutti che nella Chiesa stiamo attraversando un periodo molto travagliato, come tanti, del resto, nelle diverse epoche della storia. Un vero e proprio attacco frontale di satana, come ci ha ricordato il Papa.
Il maligno, con tutto il fumo nero che diffonde, vuol far credere che a causa delle ferite inferte dal peccato (e non di rado purtroppo da noi, figli della Chiesa), ormai essa è declassata, non più sorgente di santificazione. Niente di più erroneo dentro questa macchinazione diabolica.
Nella Chiesa circola un flusso divino inarrestabile, sorgente di vitalità e di nuove prospettive di vita. Lo Spirito Santo, che guida la Chiesa di Cristo, mette nel cuore dei credenti un grande desiderio di conversione al Vangelo, per preparare, nella Chiesa santa, nuovi discepoli del Signore, che, purificati dal peccato, sono desiderosi di nuovo ardore, perché non si raffreddi l’amore e la gioia del Vangelo possa invadere il mondo, testimoniando così la misericordia di Dio.
Questo impegno di conversione e di santificazione coinvolge ciascuno di noi in prima persona.
Ciascuno deve domandarsi come può rendere più santo il volto della Chiesa, senza puntare il dito sugli altri, ma permettendo che attraverso le beatitudini, testimoniate nella vita, la gioia del Vangelo si renda carne per gli altri mediante le singole scelte delle nostre vite.